"Il mio paese 2.0", sguardo obliquo
che racconta le mille facce dell'Italia
Le opere, fatte con videocamere e videofonini, pubblicate sul web e condivise
In mezzo, c'è l'Italia di Hamid, immigrato marocchino oggi cittadino bolognese, e di IronAngel (questo il nickname), giovane siciliano immigrato per lavoro al Nord; quella dei cinesi che hanno invaso Prato, di chi vive il sabato sera milanese come il disagio dell'"esserci a tutti costi", o di quelli che abitano allo Zen, quartiere di Palermo troppo facilmente bollato come 'disagiato'. E ci sono gli occhi, le telecamere, i videofonini che li raccontano, li condividono in rete, e infine tentano di amalgamarli in un ambizioso progetto di documentario open source, "il mio Paese 2.0".
L'ispirazione è data dal film di Daniele Vicari "Il mio Paese", vincitore del David di Donatello 2007 nella sua categoria: un viaggio dentro cambiamenti, contraddizioni e opportunità dell'Italia a cinquant'anni di distanza dall'atteso boom del dopoguerra e dal documentario di Joris Ivens che aveva raccontato la promessa industriale e la miseria del Sud contadino. Così, il mio Paese 2.0, in un percorso non proprio lineare, parte dal cinema per approdare sul web. E coinvolge giovani e anziani, videoblogger e studenti (meglio se fuori sede), per costruire un ritratto corale dell'Italia, in grado di restituire la complessità di un Paese fatto di gente reale, di storie semplici.
"Anche l'intuizione è stata collettiva" - precisa Bruno Pellegrini, fondatore di TheBlogTV, editore di format basati su contenuti 'user generated' e partner dell'iniziativa insieme a Vivofilm. "Proprio mentre Vicari stava lavorando al suo film, discutevamo di come il web poteva salvare la memoria di chi non c'era più, sollecitando i più attivi a scovare storie legate ai territori di origine, a recuperare le radici attraverso i racconti dei nostri nonni".
L'entusiasmo è venuto da sé, e ha contagiato tutti: il regista per primo, che ha accettato di coordinare il montaggio dell'opera collettiva, che partirà con ogni probabilità in autunno e sarà poi pubblicata in rete, accessibile a tutti . "E' un'esperienza unica: per me, abituato a fare i conti con il mio solo sguardo, è come immaginare che i punti di vista si moltiplichino all'infinito, lungo un percorso imprevedibile, non lineare", spiega Vicari. "Selezionare e montare i contenuti sarà complesso, ma sono certo che la pluralità delle voci contribuirà a rendere il film più vero del vero, cogliendo il reale sentire comune, il senso profondo della storia nel suo farsi quotidiano".
La sfida è aperta a chiunque abbia una storia da raccontare - a patto che sia abile nel maneggiare gli artefatti tecnologici e avvezzo alle piattaforme video della rete -, ma si rivolge in particolare ai giovani universitari, attenti osservatori del presente, sensibili alle sfumature, impeccabili narratori in soggettiva. Ecco perché uno dei principali partner del progetto è l'ateneo di Roma "La Sapienza"(e in prima linea la facoltà di Scienze della Comunicazione), mentre sono in cantiere collaborazioni con l'Università di Bari e lo IULM di Milano. "Non per questo - chiarisce Vicari - sarà un documentario generazionale".
Un consiglio per i registi in erba? "Seguire le suggestioni dei contenuti e preoccuparsi poco della forma: tra quelli già presenti sul sito ci sono alcuni video molto significativi pur se poco riusciti dal punto di vista tecnico", suggerisce il regista. "Prima di accendere la telecamera, chiedetevi cosa sapete del vostro territorio, delle vostre radici, cosa accade nelle vostre case. Sforzatevi di immaginare come potrebbe essere, come sarà in futuro. E chiedetevi quale contributo potete dare al vostro paese".
Origine: Repubblica
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