CHE BELLE NOTIZIE!
di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco
Il giornalista del GR Campania, nel suo servizio alla radio, annunciava, con grande enfasi: "Buone notizie per Nicola Cosentino!" .
Si riferiva sia alla decisione della Commissione Inquirente del Parlamento, che respingeva la richiesta di arresti, avanzata dalla procura di Napoli nei confronti del Sottosegretario allo Sviluppo, sia al voto del Senato, che bocciava due mozioni di sfiducia nei confronti di Cosentino.
Sono "buone notizie" per il politico del Partito di Berlusconi, non certo per i 6 milioni di abitanti della nostra Regione. Il voto scontato contro la richiesta di arresto, insieme a quello del Senato, non hanno restituito al politico casertano, ne l'innocenza ne l'onorabilità. Cosentino ha evitato di essere arrestato, ma non è decaduto per questo il provvedimento nei suoi confronti, resta il grave procedimento a suo carico e l'accusa di essere un colluso con la camorra del potente clan dei "casalesi". Chiunque altro cittadino, al suo posto, sarebbe chiuso nelle patrie galere già da un mese. Chiacchiere se ne sono fatte tante, in queste ore, per argomentare scelte, sinceramente indegne di un popolo civile. In Parlamento, non si ascoltano più seri interventi nel merito delle questioni in discussione, ma bensì delle incredibili sciocchezze, dette con la più grande convinzione come se fossero delle verità inoppugnabili.
Quello che ora è messo in discussione è il reato di concorso esterno con la delinquenza organizzata. Siccome ci sono delle preoccupazioni, che dal processo che coinvolge Dell'Utri a Palermo, alcuni pentiti possano chiamare in causa anche il Premier, i capigruppo del PdL alla Camera ed al Senato, stanno già mettendo le mani avanti. Quagliariello ha affermato al Senato:"Non potrà essere un pentito di mafia a mettere in discussione la storia e la volontà del popolo!" Il principio che si tenta di far passare nella opinione pubblica, come un dogma da non discutere e quello che il voto popolare legittima il Governo e che nessuno può metterlo in discussione; nemmeno la Magistratura, uno dei tre poteri della democrazia e dello Stato. Questa è l'aberrante ed inconcepibile posizione che viene portata avanti dai dipendenti in parlamento del premier.
Dietro il voto per Cosentino, si nasconde il prossimo pronunciamento del Parlamento a favore del Premier, che non dovrà mai rispondere davanti ai giudici dei reati che gli vengono contestati. Noi sappiamo solo che il nostro presidente del Consiglio è un signore di 73 anni che ha frequentazioni intime con ragazze minorenni, che ospita prostitute nella sua abitazione romana e con le quali si intrattiene durante la notte in feste non certamente innocenti. Sappiamo che ha un conflitto di interessi enormi in virtù del fatto che è fondatore e proprietario della unica impresa privata che gestisce televisioni, sappiamo che per i suoi interessi privati nel settore dell'energia, viaggia nei paesi con i quali stabilisce importanti relazioni economiche. Sappiamo che il premier è coinvolto in processi di corruzione, è stato condannato a risarcire De Benedetti del danno subito dalla vendita di Rete 4, acquisita da Fininvest attraverso la corruzione di magistrati. Sappiamo che ha in corso un processo di corruzione in cui il suo consulente Mils, è stato già condannato. Sappiamo che ha in corso un complesso procedimento di divorzio dalla moglie Veronica, che lo accusa di comportamenti immorali. Per molto meno, in qualsiasi parte del mondo un politico si sarebbe dimesso. Al nostro paese è capitato il destino di dovere sopportare anche questa vergogna.
A Berlusconi non interessa la sua onorabilità, ma solo la sua impunità. In questo quadro di pessime notizie, una sola cosa ci conforta, che Cosentino, al di là delle dichiarazioni di facciata, non si candiderà alla Presidenza della Regione. Il motivo di questa scelta è semplice, il voto al parlamento gli ha evitato l'arresto, ma il procedimento della Procura a suo carico è solo sospeso, non annullato, perché questo la Commissione non poteva farlo. Il Presidente della Regione, ai sensi dello Statuto Regionale è incompatibile con le funzioni di Governo, per cui se Cosentino fosse eletto, dovrebbe dimettersi da sottosegretario, pena la sua ineleggibilità. Il Presidente della Regione non gode delle stesse prerogative di un Ministro, puù essere arrestato in qualsiasi momento, come successe a Del Turco in Abruzzo. Una cosa è certa, il politico di Casal di Principe, sa che non può entrare in carcere per nessun motivo, correrebbe il rischio di rimanervi molto a lungo. I cittadini della Campania sono chiamati, nella prossima primavera ad in voto di grande responsabilità. Evitare che la camorra si prenda definitivamente le istituzioni regionali e locali. Gli arresti dei camorristi continuano e questo ci fa molto piacere, ma continuano anche gli arresti di politici collusi e corrotti. I cittadini onesti della Regione non devono farsi ingannare, devono votare in piena libertà e coscienza, per cambiare pagina, per cambiare il destino della nostra Regione e di tutti noi.
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