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mercoledì 20 gennaio 2010

ANSIA: "Chi ha paura non fa che sentir rumori"



L'ANSIA

"Chi ha paura non fa che sentir rumori"

Sofocle

Un giorno, al termine di una conferenza per i dipendenti dei comuni della provincia di Bolzano sulla gestione dell'attacco di panico in caso di incendio, fui avvicinato da un signore di mezza età per una consulenza psicologica.

Sua figlia, una studentessa diciassettenne, soffriva d'ansia, di paura d'esposizione e di attacchi di panico.

Spesso, durante le interrogazioni scolastiche, aveva delle crisi d'ansia con vampate di calore, tachicardia, eccessiva sudorazione, respiro affannoso fino a veri e propri svenimenti.

Tutta la scuola era allertata e ,ogni qualvolta avveniva la crisi, la ragazza si faceva accompagnare in ospedale o riportare a casa dalla madre. Nonostante le svariate visite mediche e le cure approntate nell'emergenza, l'ansia era sempre elevata e si stava estendendo ad altri settori della vita, come partecipare a delle feste, uscire da sola, guardare gli altri negli occhi, andare a ballare.

Da parte dei genitori come delle compagne di classe c'era un continuo prestare aiuto e un'esagerata attenzione nei riguardi della ragazza. Il tutto, però, non faceva altro che metacomunicare alla studentessa che si era preoccupati per lei e che si aspettavano, da un momento all'altro, il rossore eccessivo in viso, l'attacco di panico o lo svenimento.

Quella volta che la studentessa diventava rosso-peperone, c'era un via vai per i bagni con l'intento di rinfrescare il viso e applicare fazzoletti bagnati, prima che la crisi sfociasse in delle manifestazioni d'ansia più preoccupanti.

Iniziai la terapia utilizzando le nuove strategie terapeutiche e i protocolli di risoluzione atti a questi disturbi. Tali approcci sono stati pubblicati nella letteratura scientifica italiana e mondiale e hanno evidenziato la loro efficacia in tutti quei disturbi che riguardano l'ansia : paure, panico, fobie, ipocondria, ossessioni-compulsioni.

Il caso si risolse in breve tempo e la ragazza fu aiutata non solo a debellare gli attacchi di panico, ma a saper affrontare le molteplici interrogazioni ed esposizioni che avvengono di solito nella vita scolastica. La guarigione fu messa alla prova quando una professoressa, dimostrando una sensibilità da rinoceronte, dopo un'interrogazione andata discretamente le disse:" Vai al posto altrimenti ritorni a farti venire gli svenimenti!". Ricordo che consolai la ragazza chiedendole :" Da quale lager proviene la tua professoressa?".

Come il lettore avrà capito, non potevo permettere che il lavoro terapeutico e lo slancio di guarigione della ragazza potesse essere fermato o vanificato da fattori esterni negativi.

Questo racconto dimostra come si possa guarire dai disturbi dell'ansia. Essa è uno stato emotivo di attivazione fisiologica nei confronti degli eventi della vita. E' considerata come una carica energetica finalizzata al superamento della prova. La sua assenza appiatterebbe le performance, il suo eccesso farebbe decadere la prestazione, mentre una congrua presenza nelle attività della nostra vita ne aumenta l'efficacia.

Le manifestazioni dell'ansia sono: innalzamento della pressione del sangue, battito cardiaco, sudorazione, aumento della respirazione, mani fredde e umide.

E' un sintomo che spinge ben sette milioni e mezzo di italiani ad utilizzare farmaci ansiolitici, e il 75% delle persone a fare delle richieste di intervento terapeutico.

L'ansia patologica, invece, si manifesta:

  1. Negli attacchi di panico. La persona ha la sensazione di avere un infarto, di poter morire o diventare pazzo. Tenta di combattere il panico, cercando di controllare le proprie reazioni fisiologiche o la paura d'impazzire; spesso contribuisce a mantenerne l'esistenza o ad amplificarlo.
  2. Nell'ansia generalizzata. Essa è persistente durante la giornata ed invasiva delle azioni e dei comportamenti. La persona si sente di vivere con una camicia grondante ansia.
  3. Nell'ansia causata da un evento traumatico o da un evento stressante.
  4. Nelle fobia. Essa limita spesso le prestazioni di una persona, fa evitare luoghi o situazioni che suscitano preoccupazioni e fa sentire la persona incapace ad affrontare le situazioni a tal punto da richiedere l'aiuto e la compagnia altrui.
  5. Nelle ossessioni -compulsioni. Il soggetto è talmente preso dai suoi pensieri insistenti e disturbanti che ricerca dei rituali o dei comportamenti atti a detendere l'ansia. Solo che, a lungo andare, tutti questi rituali o comportamenti diventano talmente gravosi e sfiancanti da aumentarne lo stress e il senso d'impotenza.

    Erroneamente si è pensato che annullando o delimitando le risposte fisiologiche dell'ansia, si potesse curare la persona affetta da fobia, attacchi di panico o paure.
    Da qui il continuo ricorso agli psicofarmaci con l'anelito alla guarigione come fatto miracoloso. Purtroppo le paure patologiche dipendono dalla percezione della persona, mentre le risposte fisiologiche sono gli effetti di un processo che parte da una percezione esagerata della realtà e da una risposta emotiva attivata.
    Il lettore capirà bene come non intervenendo sul sistema percettivo-reattivo della persona, non la si cura, in realtà, ma le si attutisce solo l'ansia.
    Le paure, allora, rimangono intatte e con l'andar del tempo, aumentano di intensità e di quantità, a tal punto da provocare una disistima di sé e una leggera e persistente nebbia depressiva.
    Damasio in un articolo pubblicato nella prestigiosa rivista Nature dice:" inibire le reazioni fisiologiche della paura attraverso sedativi o addirittura interventi chirurgici su particolari zone del cervello, è come ingessare completamente una persona e poi sottoporlo a stimoli a lui spaventosi. Egli non potrà reagire ma avrà comunque, forse di più, la percezione della paura, anzi la sua impossibilità di reagire, ne incrementa la sua sensazione di incapacità di gestire tale emozione".
    Ma il lettore non deve disperare. Oggi si sono approntate delle strategie per debellare i disturbi dell'ansia. Esse consistono in mirati stratagemmi per aiutare la persona a superare la propria paura utilizzando logiche evolute non usuali, come la logica del paradosso, della contraddizione, della credenza.
    Tali modalità terapeutiche portano a dei successi in tempi brevi come da Isak Marks, Barlow, Watzlawick-Nardone.
    In genere solo il 5% delle persone che soffrono di paure ed ansia, risolvono il problema da soli, mentre la stragrande maggioranza necessita di cure appropriate e specifiche. Sono persone, infatti, che vorrebbero collaborare per la guarigione, ma hanno una tale paura ad affrontare le proprie difficoltà che facilmente attuano l'evitamento come meccanismo di difesa. Per questo motivo è auspicabile essere aiutati da persone competenti che li sappiano guidare ad affrontare a superare le proprie paure. In caso contrario si rischia di rimanere, per tutta la vita, in balia delle difficoltà. Oggi la percentuale di guarigione, in questo settore, sfiora il 90%.


Dr. Stefano Di Carlo

psicologo-psicoterapeuta

www.dicarlostefano.it

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