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venerdì 29 gennaio 2010

INCHIESTA SULLA VIOLENZA SULLE DONNE.

 

La Dott.ssa Antonella Lopreiato è da tempo che conduce inchieste sui vari fenomeni sociali e per questo invito i lettori questo "importante articolo"

Il direttore

Raffaele Pirozzi


LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA.

di Lopreiato Antonella


Com'è difficile ricordare con rassegnazione i brutti pensieri, fatti successi nel nostro passato che ci hanno sconvolto e che nemmeno osiamo immaginare che una persona li abbia commessi proprio su di noi che non lo meritiamo. Nel corso dell'indagine sulle violenze che ho affrontato con profondo dolore intervistando a caso delle persone vittime di violenza ho subito dato modo di sfogare i loro istinti e dare voce alle loro parole così da regalare un respiro a chi si sente solo e abbandonato e a chi pensa che questo mondo è fatto solo di gente "cattiva". Nel proporre le domande a coloro che erano vittime, ho notato come la loro voce fosse tremante e il loro animo sofferente. Non importa cosa abbia imparato io ma quello che ho regalato a queste donne, la libertà di esprimere le loro opinioni e in qualche modo dare voce al più debole, e non per questo, fragile animo che si riversa in una società fredda e staccata dal mondo. Non si può esigere la totale dedizione alle loro facce ma la comprensione di chi non vuole essere dimenticato, di chi vuole rinascere e di chi non vuole più violenza. Una donna in particolare mi raccontò la sua storia e ne rimasi colpita, quasi fosse un angelo che dalle ali spoglie, rimane intorpidito, frenante e ostacolato dall'andare avanti nella vita. La riconobbi come se fosse stata una mia cara conoscente eppure quella donna mi ha insegnato tanto. Ella afferma "Nell'educare il mondo gli antenati si sono dimenticati di una cosa sola, la donna". Eppure ella sa che in molte occasioni sono successi accadimenti che non dovevano destare alcun dubbio che fossero anomali e incomprensibili ma sono successe e purtroppo succedono ancora. Ci sono uomini che osano ripudiare la loro donna, che la maltrattano e la fanno sentire inerme, sola e inutile. La donna è colei che come un fiore sfugge allo sguardo a volte indignato, senza motivo, dell'uomo. L'uomo inutile, invidioso e cattivo esiste ed è dappertutto. L'uomo chi violenta lo stato d'animo di una persona per bene purtroppo esiste e la cosa che desta più rabbia è che questo "essere" non si rende conto del male che lascia dentro. Come un pugno logorante, nei giorni che passano, rimane dentro, un dramma incomprensibile, vergognoso e ripudiante che fa sentire la donna inutile. Ma non è così, non è la donna che deve pagare i mali che fa l'uomo violento. Chi commette violenza deve pagare perché ha rovinato un animo puro, ha reso le sue giornate cupe e piene di dolore. Non si può dimenticare, si deve agire contro i sopprusi e i maltrattamenti, "se non lo fa lo Stato ci dobbiamo pensare noi donne". "Non permettere mai più un comportamento di perdono a queste violenze" perché in un secondo momento "saranno più pesanti". Sono le voci di una donna che nell'estate di qualche anno fa si è trovata nell'inferno di un uomo che la torturava e la prendeva a pugni. Parlando mi raccontò un episodio sconvolgente: "ero nella sua camera che dormivo, avevo freddo e gli chiesi una coperta così lui si alzò e mi riempì di botte. "Quella notte piansi, così tanto che mi minacciò, se non la piantavo l'avrebbe fatto ancora"; "un altro episodio è quando tentò di soffocarmi prendendomi dal collo, ero quasi priva di sensi quando si avvicinò un uomo per levargli le mani dal mio povero collo"; "..ero nella mia stanza quando mi lanciò un bicchiere di vetro e per un pelo non mi prese o quando giorno del mio compleanno mi buttò un pugno sul ginocchio che mi rimase per sempre dolorante e con un difetto all'osso"… "la parte più commovente è quando tutto a un tratto se non riusciva a guadagnare soldi o scopriva che un suo conoscente o addirittura amico, aveva trovato lavoro, si arrabbiava così tanto e mi offendeva fino alle botte o alla violenza psicologica"… "una sera mi ricordo che mi dette così tanti pugni alla testa che finì in ospedale, i medici mi trovarono il cranio con diversi ematomi. Fortunatamente non ebbi bisogno di operazioni ma dovetti curarmi e ancora a volte mi fa male la testa". "Chi mi ridarà la mia vita? Cosa può sapere la gente quello che ho vissuto? I nostri conoscenti e amici sanno solo le sue menzogne e le telefonate che registrava di quando ero sconvolta e non capivo come difendermi, ero presa dalla furia, dal troppo dolore, dall'ingiustizia di un malato mentale"…"ricordo che alla fine quando ebbi il coraggio di lasciarlo, lui fece di tutto per rovinare la mia reputazione. Cercò in tutti i modi di raggirarmi e manipolarmi perché lui agli occhi degli amici doveva sembrare la vittima innocente. Mi minacciò, mi usò come un giocattolo tra le sue mani. Era lui che si procurava i nemici ma faceva in modo che quella che li allontanava ero io perché doveva giustificarsi in qualche modo"…"voleva sfuggire dalla sua psiche contorta e malata". Accennando i vari episodi la donna può rendersi conto che da un piccolo gesto o da un piccolo episodio si ripeteranno episodi più gravi come rischiare la vita finendo in ospedale piena di lividi ed ematomi o nel peggiore dei casi la morte. Bisogna denunciare i mali che vengono fatte alle donne, da sole non ce la possono fare. Le associazioni a riguardo hanno preso le difese ma non basta. Esistono le violenze psicologiche che rovinano lo stato mentale della donna. L'esempio sopra menzionato purtroppo è un caso reale che deve far riflettere tutti. Quella povera donna cercava aiuto, lo lasciava sempre ma poi purtroppo tornava insieme perché veniva abbindolata dalle sue promesse e i suoi giuramenti e i suoi continui pedinamenti. La paura che le avrebbe fatto più male la costringevano a tornare insieme a lui, dicendo ai familiari che era tutta colpa sua. "pensava di amarlo perché non immaginava che l'amore fosse tutt'altro, lui le giustificava ogni cosa, facendola sentire in difetto…Le giurava che non l'avrebbe più fatto. Purtroppo chi è violento lo è per sempre, se non lo esprime in un modo, prima o poi lo esprimerà in un altro. Quella donna non lo amava ma sperava almeno di trovare pace, quella pace che lo stesso uomo gli aveva promesso e che non ha mai mantenuto. Ora è veramente felice lontano da lui. Quello che è successo a questa donna purtroppo non è stato denunciato ma pensate quante volte ancora si ripeterà se non si prenderanno provvedimenti seri ed immediati. Ora ella ha un solo desiderio, scrivere la sua storia, per fare in modo che le donne non subiscano più quello che purtroppo è toccato a lei e a tante altre. La giovane afferma con fermezza: "donne non dovete stare zitte ribellatevi a questi sopprusi, questo non è amore, le persone così non riusciranno mai ad amare, pretendono solo quello che interessa a loro e a voi vi useranno come pedine per il loro sporco gioco del successo".



 
 
Raffaele Pirozzi direttore giornaleonline"www.notiziesindacali.com"

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