Burqa. Non serve una legge, c'e' gia'
Roma, 27 Gennaio 2010. Si apre il dibattito sul burqa e il niqad anche in Italia, dopo che la Francia, per bocca del suo presidente, Nicolas Sarkozy, ha deciso di avviare le procedure per proibirne l'uso in pubblico. La nostra ministra per le Pari Opportunita', Mara Carfagna, ed altri esponenti politici del centro destra, si sono dichiarati favorevoli ad una legge che ne vieti l'utilizzo in pubblico. Tanto rumore per nulla si potrebbe dire, perche' non c'e' bisogno di una legge apposita. Qualsiasi agente appartenente a Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, Polizia Penitenziaria, Polizia Provinciale e Polizia Municipale, puo' richiedere i documenti ad una persona che nasconde il proprio viso, proprio per accertarne l'identita'. Insomma e' una tempesta in un bicchier d'acqua.
Ci sembra un po' incongruente questo rapido omologarsi alle intenzioni francesi perche', se non ricordiamo male, ci fu una critica di segno opposto quando in Francia si proibi' l'uso
di veli copricapo nelle scuole. Il velo era considerato un simbolo religioso e proibirne l'uso imponeva analogo atteggiamento nei confronti di altri immagini religiose, crocifisso compreso. Siamo, quindi, alla politica dei "due forni", tanto per usare una metafora che va di moda: quando serve si sostiene un principio, per poi supportarne uno di segno opposto in altre situazioni. D'altronde non sono costoro che amano tanto la famiglia da averne piu' di una?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
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