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giovedì 27 maggio 2010

Sulla Manovra economica del Governo

 

MANOVRA ECONOMICA DEL GOVERNO: ALCUNE DOMANDE, FINO AD ORA, SENZA RISPOSTE.

di: Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco


La cronaca impone a tutti i giornali di spiegare le misure che il Governo ha preso in merito alla situazione economica in cui il nostro paese si trova insieme ai partner europei. I giornalisti dovranno raccontare quello che è avvenuto durante questi giorni concitati, in cui si sono susseguite affermazioni e smentite sia sulle cifre che su i provvedimenti. Troveremo anche, in tutti i quotidiani le posizioni del Governo e dei suoi rappresentanti, insieme a quelle dei sindacati e della opposizioni. Ci sarà un orgia di informazione, consumata in brevi dichiarazioni da parte degli esponenti politici, per cui alla fine tutti sapremo qualcosa, ma nessuno saprà veramente che cosa avverrà nella realtà quotidiana dei cittadini italiani e come questa manovra cambierà la nostra vita.

Il nostro giornale segue da alcuni anni gli avvenimenti economici e politici del nostro paese e della nostra regione, abbiamo cercato di dare sempre una informazione basata sugli approfondimenti e sulle domande scomode, spesso abbiamo avuto reazioni meravigliate o perplesse, quasi sempre ci è stato riconosciuto in seguito una corretta visione degli avvenimenti. Anche in questa occasione continueremo nella nostra impostazione. Lasciamo al lettore l' informazione sulla manovra, noi ci riserviamo lo spazio per alcune domande che per il momento non hanno risposta.

La prima è sui tempi e sulla natura amministrativa di questa "manovra finanziaria"; infatti, ci è stato spiegato che gli effetti di questo provvedimento varranno a partire dal 2011 e interesseranno anche il 2012. In che rapporto è questa manovra con la presentazione dei bilanci ordinari dello Stato e con le Finanziarie che il Governo presenta ogni anno? Questa manovra sarà inclusa nella Finanziaria annuale oppure avrà una vita diversa? Insomma, a questa manovra di rientro, bisognerà aggiungere anche le manovre finanziarie annuali? Questa domanda nasce dalle stesse affermazioni di Tremonti, che ha parlato di un lavoro svolto sulle previsioni e non sulle certezze, questo significa che non possiamo escludere ulteriori manovre di rientro nel caso in cui il debito pubblico continui a crescere e il PIL non riesce a recuperare il ritardo che ha accumulato in questi anni. Se questo scenario è reale, a questa manovra si dovranno aggiungere altri tagli a quelli che già sono stati attuati. La seconda domanda riguarda la quantità e la qualità della manovra. Nessuno ha chiesto a Tremonti perché il nostro debito pubblico ha continuato a crescere in questi anni di crisi , anche in presenza di due finanziarie preparate dal Governo di centro destra per gli anni 2009 e 2010, che hanno operato tagli per oltre 12 miliardi di euro. Le rimesse dello Stato ai Comuni, i tagli alle scuole, alle università,alle Regioni e soprattutto per la spesa Sanitaria; mentre l'aumento dell'età pensionabile e il blocco del contratto degli statali era già in vigore. Di conseguenza, nasce una ulteriore domanda: perché è stata scelta la cifra di 24,9 miliardi di euro di rientro del debito pubblico? Da cosa è stata definita? Basterà? A queste domande, la retorica del Governo non risponde. La tecnica è sempre la stessa,: "Non dipende da noi, è l'Europa che ce lo chiede!" Ma non era l'Italia il paese che rispondeva meglio alla crisi? Perché sarà anche vero che l'euro è in crisi, ma la cifra di 25 miliardi di manovra dipende dai nostri conti pubblici dissestati. A tal proposito va ricordato che a metà del 2008, esisteva un tesoretto", accumulato dal Governo Prodi, di oltre 8 miliardi di euro. In soli due anni di gestione amministrativa del Centro Destra, dobbiamo registrare che quel tesoretto non c'è più, sono state approvate due manovre finanziarie da 12,5 miliardi di euro a cui si aggiunge questa nuova manovra finanziaria per i prossimi due anni. Nel giro di soli 24 mesi il fabbisogno dello Stato si è quantificato in 45,4 miliardi di euro.Il Ministro Tremonti, non ha dato uno sguardo al rapporto dell'ISTAT, che è stato presentato alla Camera in concomitanza con la manovra finanziaria. In quel rapporto si dice che in Italia il prelievo fiscale è arrivato al 43,5% del reddito degli italiani, neutre la media europea si attesta al 39,3%. Le tasse, in due anni sono aumentate del 3% circa, senza portare nessun beneficio alle casse dello Stato , che ha accumulato una perdita notevole, con il conseguente aumento del debito. In una azienda privata il Consiglio di Amministrazione sarebbe stato rimosso. In Italia, la manovra presentata dal Ministro del Bilancio è passata come un successo del Governo, una iniziativa necessaria per il bene del paese.

Per concludere le nostre riflessioni,va ricordato che i contratti degli statali erano stati rinnovati con grande difficoltà solo l'anno scorso, non riconoscendo ad essi nessun aumento oltre alla inflazione programmata. Blocando definitivamente per quattro anni gli aumenti, di fatti gli statali non avranno nessun adeguamento all'inflazione nel periodo che va dal 2008 al 2013. Questo significa che gli stata li avranno una diminuzione netta su loro stipendio pari al 10 % se l'inflazione annuale si mantiene attorno al 2%, sarà superiore se la crisi dell'euro dovesse produrre dei fenomeni di inflazione più alta. Non è vero che non si diminuiscono i salari ai dipendenti pubblici, i quali avranno al danno la beffa, ovvero andranno in pensione un anno dopo la scadenza prevista dalla legge e non avendo nemmeno l'adeguamento programmato all'inflazione, non avranno nessun beneficio sulla pensione. Che hanno fatto di male i dipendenti pubblici per meritarsi tutto questo? La politica dei tagli di questo Governo è accompagnata sempre da una campagna di odio per coloro che devono subire: ricorderete le campagne contro gli insegnanti, le università, i dipendenti pubblici sfaticati di Brunetta, le donne che vanno in pensione troppo giovani, i disabili che prendono pensioni ed indennità e sono tutti truffatori? A proposito di disabili, già nelle manovre precedenti erano previsti 200.000 controlli all'anno. Questi controlli sono stati fatti? Quante pensioni sono state revocate? Quante cause sono state intentate da coloro che si sono visti negare le indennità? Quante ne sono state perse? Non corriamo il rischio di far aumentare il contenzioso giudiziario in materia di riconoscimento della disabilità ? Non corriamo il rischio di far crescere la spesa con l'aggiunta del pagamento delle spese giudiziarie insieme alla erogazione di quanto previsto dalla legge? Che differenza passa tra un disabile a cui viene assegnato il 75% di invalidità ed uno con 85%? Perché uno ha diritto ed un altro no? Infine, in mancanza dei decreti applicativi del federalismo fiscale, questi continui tagli agli Enti Locali, siamo arrivati in soli due anni a prevedere ben 15 miliardi di mancate rimesse dallo Stato, non stanno già precostituendo, un federalismo il cui costo sarà pagato solo dai cittadini?

Quante domande ancora avremmo da fare e come vorremmo che venissero fatte a quel Giulio Tremonti, che avevamo visto rafforzato e potente dopo lo scontro tra Fini e Berlusconi e che oggi appare sempre di più il vero capo dell'esecutivo. Non avevamo mai visto un Berlusconi tanto dimesso e silenzioso affianco ad un suo Ministro. Questa è l'unica risposta che ci è venuta chiara dalle concitate ore che hanno preceduto questa manovra finanziaria.

Per capire dobbiamo continuare a fare domande, continuare ad essere curiosi, pieni di dubbi e perplessità, stiamo vivendo una crisi tanto nuova quanto difficile da comprendere e combattere e il nostro Governo ci sembra veramente in difficoltà.

 
 
Raffaele Pirozzi direttore giornaleonline"www.notiziesindacali.com"

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