Il ragazzo, pizzaiolo in un locale della frazione barese di Torre a mare, fu colpito a morte da uno dei due banditi, col volto coperto da passamontagna e armati, solo perché cercava di nascondersi dietro i tavoli da gioco. E fu solo un fortuito caso se i colpi esplosi allimpazzata contro i presenti, non abbiano causato altre vittime. Le immagini di quella sanguinosa rapina, riprese dallimpianto interno di videosorveglianza, furono acquisite dai carabinieri di Gioia del colle che, poi, hanno visionato anche quelle del 13 marzo, ritrovando questa volta a viso scoperto uno dei due malviventi. Con caratteristiche somatiche di un cittadino dellest, indossando una felpa grigia con la scritta New York, jeans e scarpe da ginnastica (lo stesso abbigliamento dellindomani), era molto probabilmente entrato per un sopralluogo. Le ricerche in tutti gli archivi nazionali delle forze dellordine e in quelli dellInterpol non hanno dato però esito.
E allora la Procura e i carabinieri ricorrono allaiuto dei cittadini nella speranza che, come avvenne a Napoli alcuni mesi fa, lassassino venga identificato e arrestato: «Auspico che lo stesso risultato possa essere conseguito anche a Bari - commenta Laudati - dove il tessuto socio-economico ha ancora gli anticorpi per resistere non solo per resistere alle infiltrazioni mafiose, ma ha soprattutto voglia di contribuire fattivamente alla creazione di una società dove i criminali sanno che non possono godere della totale impunità. Un mese fa - conclude il procuratore - quando si è discusso di unantimafia sociale che collaborasse con unantimafia investigativa, politici, associazioni e semplici cittadini si sono detti disposti a essere al fianco della Procura e delle Forze dell'Ordine in questa battaglia di civiltà, ma soprattutto di cultura alla legalità. Bene, questo è il momento di tradurre le parole con i fatti».
Un appello che trova concorde l'avvocato e parlamentare del Pdl Francesco Paolo Sisto: "L'accorato appello del procuratore della Repubblica di Bari perchè le indagini diventino di tutti, costituisce un importante passaggio non solo teso alla soluzione di una difficile vicenda giudiziaria ma, soprattutto, perchè si diffonda e si consolidi la cultura della legalità". "E' evidente - prosegue Sisto - che il coinvolgimento mediatico ed emotivo di ogni cittadino al raggiungimento della verità processuale, sposta sulla coscienza di ciascuno il carico che, solitamente, appartiene solo agli operatori della giustizia". (16.09.10)
La Repubblica
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