Gli inquirenti,, che indagano sulla maxi truffa costata al servizio sanitario oltre
200 mila euro, hanno scoperto che i farmacisti fingevano di avere venduto
prodotti per l incontinenza urinaria della ditta Santex, presentando alla Asp il
modulo per i rimborsi a cui veniva apposta la falsa fustella.
I responsabili della Santex hanno contribuito allindagine negando che ladesivo fosse stato da loro prodotto e appartenesse agli oggetti da loro commercializzati. La ditta è persona offesa della truffa. Nei prossimo giorni, il pm Maurizio Agnello, che ha coordinato lindagine, sentirà gli indagati.
La procura trasmetterà alla procura generale presso la Corte dei conti il fascicolo di indagine perchè si procede ad accertare leventuale danno erariale. Tra le farmacie indagate alcune con sede nei quartieri di Brancaccio, a Palermo, in via delle Alpi, ma anche a Castelbuono, Gangi, Chiusa Sclafani, Petralia, Partinico e Termini Imerese.
Le farmacie incriminate rischiano, ora, la revoca della convenzione da parte del servizio sanitario. Il danno per il servizio sanitario si aggira attorno a 200 mila euro,. Poteva essere di più dicono dai carabinieri del Nas se solo la truffa non veniva scoperta. Le autorizzazioni con le fustelle sono assegni circolari. I rimborsi sono automatici. Solo i nostri controlli hanno consentito di bloccare la truffa. (23.09.10)
da blogsicilia.it
Gentili signori autori,
RispondiEliminaspero vivamente che la non curanza dei dettagli e l'arroganza che avete mostrato in questo vostro articolo sia e rimanga soltanto un caso isolato, non per la vostra credibilità o quella di questo sito, ma per il valore del giornalismo in se.
La maggior parte delle farmacie indagate per le fustelle contraffatte possiede regolarissima documentazione di acquisto dei presidi sanitari, il quale è avvenuto secondo corretta procedura e senza neanche un maggiore sconto applicato dal fornitore. Come (e sopratutto con che diritto) potete quindi decretare che la totalità delle farmacie sia nel torto e colpevole di un siffatto crimine?
Sarebbe come accusare qualcuno che ha acquistato un pacchetto di sigarette contraffatte con tanto di regolare scontrino.
Spero che giustificherete una tale approssimazione nel giudizio (che comunque, in quanto giornalisti, non siete tenuti a dare) nei confronti di una classe professionale che opera da sempre al servizio dei cittadini.
Come richiesto, abbiamo pubblicato il commento all'articolo pubblicato da BlogSicilia, cui rimandiamo per un'opportuna risposta.
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