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lunedì 18 ottobre 2010
Calvizie, ripercussioni sulla persona
Uno dei problemi psicosomatici più diffusi è quello della caduta dei capelli immaginaria.
Si tratta di pazienti apparentemente sani, che si recano da dermatologi, medici e tricologi convinti di avere un grave problema di calvizie o di essere colpiti da un principio di alopecia, anche quando non si presentano i sintomi tipici di questo tipo di patologie. In molti casi, la fobia delle calvizie si manifesta in modo più accentuato nei periodi della caduta dei capelli cosiddetta “fisiologica”, come l'autunno o la menopausa, e si manifesta come espressione iniziale di disturbi depressivi o dismorfofobie lievi o non ancora diagnosticate, che inducono il soggetto a situazioni di grave disagio emotivo e psico-fisico.
In questi casi, la terapia ideale non è di tipo trico-dermatologico, ma è diagnosticabile piuttosto da un bravo psicologo o psicoterapeuta, che può avvalersi, se necessario, di una terapia farmacologica ad effetto placebo.
Nei casi in cui invece il problema della caduta dei capelli è reale e presenta i sintomi tipici dell'alopecia, si prospettano tutta una serie di disturbi più o meno gravi strettamente legati alla malattia ed alla progressiva evoluzione delle calvizie.
La preoccupazione più comune, che riguarda la maggioranza delle persone affette da alopecia, è quella del proprio aspetto fisico esteriore. I canoni di bellezza e prestanza fisica imposti dalla società, infatti, impongono seri ostacoli alla socievolezza dei soggetti colpiti da calvizie, che portano questi individui a sentirsi insicuri e inadatti nel rapporto con se stessi e con gli altri.
A tal proposito, uno studio scientifico condotto di recente (Moermann) sembrerebbe confermare la percezione negativa delle calvizie da parte della società.
Un campione misto di persone con diverse caratteristiche di genere, età ed estrazione sociale, è stato indotto a valutare l'aspetto fisico di due soggetti maschi tra loro molto simili, ma distinguibili per una caratteristica in particolare: mentre il primo presentava una normale capigliatura, il secondo era affetto da una comune forma di alopecia. Il risultato del test ha rilevato che la maggior parte delle persone giudicano meno bello e attraente il soggetto colpito da calvizie.
Questo atteggiamento sociale, ha determinato negli anni un diffuso complesso di inadeguatezza e sfiducia in se stessi direttamente collegato al fenomeno della caduta dei capelli.
A ciò si lega, inoltre, non solo il progredire e l'aggravarsi dell'alopecia, che è spesso influenzata da fattori di ansia e stress, ma anche una tendenza generalizzata a ricorrere a terapie azzardate e soluzioni non sempre adeguate.
Se dovesse presentarsi il problema di calvizie temporanee o alopecia, dunque, è consigliabile evitare il panico e cercare di limitare le ripercussioni psicologiche delle calvizie, affidarsi ad uno specialista competente e affrontare il problema dai due punti di vista simultaneamente: quello trico-dermatologico da un lato, e quello psicosomatico dall'altro.
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