Palermo - Arrestato il boss Francesco Di Fresco. Era ricercato dal 1995 per mafia e omicidio, ma si nascondeva a casa sua, nella centralissima via Croce Rossa, a due passi dall'ospedale Villa Sofia. Francesco Antonio Di Fresco, 53 anni, è stato arrestato questa mattina dai poliziotti della sezione Catturandi della Squadra mobile di Palermo. Il boss si sentiva sicuro nel grande appartamento di via Croce Rossa 197, dove abitavano la moglie e i due figli. L'unica precauzione era entrare ogni tanto nel piccolo vano segreto realizzato nel corridoio, dietro un armadio. Questa mattina, Di Fresco non ha fatto in tempo a nascondersi. I poliziotti sono entrati aprendo la porta con le chiavi, sequestrate poco prima al figlio. Il boss ha provato a fuggire verso il balcone, ma è stato subito bloccato. Francesco Di Fresco deve scontare una condanna all'ergastolo, per un omicidio commeso all'inizio degli anni Novanta: all'epoca, il boss faceva parte della famiglia di corso dei Mille ed era uno dei più assidui componenti del gruppo di fuoco di Leoluca Bagarella, il cognato di Totò Riina. A fine anni Novanta, i carabinieri avevano provato ad arrestarlo, piazzando una microspia nell'appartamento del capomafia di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro. Da quelle conversazioni intercettate sono nate inchieste importanti, soprattutto su mafia e politica. Ma Di Fresco era sempre riuscito a farla franca.
Dopo il blitz, il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha telefonato al capo della polizia Antonio Manganelli, per congratularsi. "Grazie al lavoro straordinario della squadra mobile di Palermo - ha dichiarato il ministro - oggi è stato inferto un altro durissimo colpo alla mafia. Di Fresco, infatti, pur essendo inserito nell'elenco dei 100 latitanti, era considerato uno dei più pericolosi ricercati di cosa nostra a Palermo".
Nei giorni scorsi, l'appartamento di via Croce Rossa era stato perquisito dalla polizia. "Era una scusa per verificare alcune cose - spiega il capo della Catturandi, Gianfranco Minissale. Ci siamo subito accorti che a casa era stata fatta qualche modifica rispetto alla pianta originaria". I poliziotti non sono andati oltre. Questa mattina, poco dopo le 10, hanno deciso il blitz.
"Il fatto che il boss non si fosse mosso, nonostante la perquisizione - spiega il procuratore aggiunto Vittorio Teresi - significa che si sentiva tranquillo. Di Fresco continuava ad essere un capomafia con la sua rete di relazioni e protezioni". (07.10.10)
La Repubblica
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