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domenica 7 agosto 2011
Gela,niente contraddizioni sulla provincia
Che Gela viva di contraddizioni inutili e poco costruttive:”questo si è capito da sempre”!. Ma oggi la goccia che ha fatto traboccare il vaso è sicuramente il lodo provincia ,”se così lo possiamo chiamare”. In qualità di autonomista da sempre e di fautore di un’applicazione verace dello statuto di autonomia siciliano, ritengo sia opportuno fare chiarezza su uno spreco tutto italiano che porta via dalla tasca dei contribuenti ben 16,5 miliardi di euro all’anno. Tutti parlano di abbattere i costi della politica ,”però”, sembra che ci sia dietro chi parla bene, ma razzola male. Le false promesse fatte nei confronti degli italiani partono proprio dal Pdl che dopo avere messo nel proprio programma politico, l’abolizione delle province, si è rimangiata la foglia con il voto alla camera del 5 luglio 2011, ma quello che più stupisce è il pieno appoggio del PD che con la sua astensione in aula ha favorito la bocciatura della legge. Piena validità invece alle scelte fatte dall’IDV e dal terzo Polo , Mpa compreso che hanno votato a favore. La cronaca di una disfatta conta quindi 225 voti contrari, 240 astenuti e 83 favorevoli. Gli articoli costituzionali 114, 117, 118, 119, 120, 132 ,133 non sono stati modificati ed al momento restano le province. Unico barlume di speranza rimane la Sicilia che attraverso il suo statuto di autonomia può legiferare in tal senso in applicazione dell’art.lo 15 . Il risparmio economico per la Sicilia si aggirerebbe intorno ai 7 miliardi di euro all’anno. Oggi in Italia le competenze delle province sono: la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche; valorizzazione dei beni culturali; viabilità e trasporti; protezione della flora e della fauna, parchi e riserve naturali; caccia e pesca nelle acque interne; organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi delle acque e delle emissioni atmosferiche e sonore; servizi sanitari, di igiene e profilassi pubblica, istruzione secondaria di secondo grado ed artistica ed alla formazione professionale, compresa l'edilizia scolastica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale. Una sequenza facilmente dislocabile a vari enti locali che già si interessano di questi settori,vedi i comuni. Ad oggi le province sono 110 ma il loro numero è salito nel corso degli anni e specie nel secondo dopoguerra, nel 1946 erano 91 per poi aumentare gradualmente fino ad arrivare nel 2004 a 110 di cui ben 19 provincie con meno di 200 mila abitanti. Un’impalcatura di gestione dello stato che costa agli italiani 16,5 miliardi di euro ogni anno. Una gestione che grava sui cittadini per circa 160 euro procapite ,che nel dettaglio sono 178 euro al centro,164 al nord e 143 euro al Sud. Il finanziamento delle provincie deriva per buona parte dalle imposte automobilistiche,dalla imposta sulla RC auto ed altre imposte legate all'auto. Cosa c’è sotto tutto questo? Certamente una vero sistema di potere che non può essere scardinato perche gli interessi sono trasversali, sia per la destra che per la sinistra. Guardando l’Europa l’Italia è l’unico sistema occidentale dove esistono tre livelli di governo territoriale (Comuni,Province,Regioni). A nessuno interessa operare per le famiglie italiane, su cui, ricadono i costi di gestione di tali enti. Un dato importante è quello dato dall’ Istat nel 2005 dove si denota un aumento delle spese di questi enti che si attesta a +34,46% rispetto alle entrate. Tra gli sperperi di interesse comune possiamo annoverare incarichi esterni ad esimi professionisti, affitti scolastici esorbitanti, contributi per manifestazioni ,acquisti di suppellettili per centinaia di milioni,missioni d’oro, pagamenti di indennità e prebende che si aggirano solo in Sicilia in ben 150 milioni di euro, ecc. Tra le varie Regioni d’Italia ,quindi, è proprio la Sicilia che potrebbe eliminare da subito le infrastrutture Provinciali con un risparmio del 10% sul deficit strutturale di bilancio. Non si può sempre fare cadere sui cittadini. I due decreti legge presentati all’Ars nei giorni scorsi dall’On Donegani, riguardo la provincia di Gela e dall’On Speziale, riguardo i consorzi dei comuni, possiamo dire che sono equidistati in quanto fanno sempre l’interesse della città del golfo che in qualsiasi caso rappresenterebbe, il comune capofila. La posizione principe è comunque l’abolizione delle province che rappresenterebbe un sistema evolutivo e di riduzione dei costi della politica. La costituzione dei “liberi consorzi dei comuni” con la presenza e la creazione in Sicilia di venti comuni capofila tra cui Gela,con un bacino di 200.000 abitanti,come proposto dall’on. Lillo Speziale, è sicuramente valida ed avvenieristica ,rispetto al sistema degli sprechi italiani. I carrozzoni legati agli Ato idrici ed agli Ato Ambiente Siciliani verrebbero rideterminati e costituirebbero un più razionale utilizzo dei costi. I comuni acquisterebbero un ruolo importantissimo nel territorio. Il mio campanilismo personale ,comunque, tifa Gela in un senso o nell’altro ,ma la mia mente razionale è a favore dei benefici per il popolo (tasse ed altro) e tifa per “l’abolizione delle province”.
Di Cirignotta Maurizio
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