La crisi fa aumentare i senzatetto. Il parlamento europeo invita ad agire
La crisi economica e i tagli alla spesa pubblica cui sono costretti indistintamente tutti gli stati dell'UE, stanno facendo aumentare il numero di senzatetto nei paesi europei.
È l'allarme colto dall'europarlamento che è passato immediatamente ai fatti votando una risoluzione che chiede alla Commissione di agire urgentemente per affrontare il grave problema.
I deputati di Strasburgo hanno chiesto di attuare tutte le strategie possibili per garantire abitazioni accessibili a questo settore della popolazione che sta diventando sempre più numeroso.
L'aumento o comunque l'alto livello dei prezzi nell'immobiliare, le condizioni di degrado del "parco" immobiliare al quale possono accedere questi cittadini, è una situazione purtroppo omogenea in tutta Europa.
Secondo le associazioni impegnate nell'aiuto ai senzatetto, è necessario ed improcrastinabile un sostegno finanziario ai servizi pubblici e ai volontari impegnati su questo terreno.
Pur cogliendo la gravità del problema anche Giovanni D'Agata componente del Dipartimento Tematico "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti", conviene con quanto sostenuto dalla deputata socialista Pervenche Beres, componente della Commissione affari sociali, secondo cui non ci devono essere ragioni per essere fatalisti anche perché negli ultimi decenni sono state acquisite conoscenze e strumenti normativi tali da generare strategie efficaci anche in momenti di crisi economica.
Nell'eurozona, infatti, vi sono paesi che nonostante il contesto difficile, hanno adottato progetti e programmi che puntano ad affrontare e risolvere il problema. Tra questi la Finlandia, che secondo le statistiche ha già fatto passi da gigante per eliminare completamente il problema dei senzatetto, mentre in Italia pare non esista alcuna discussione, per non parlare di una vera e propria strategia che sia stata posta nell'agenda di questo governo per tentare di arginare questa piaga sociale.
Lecce, 15 settembre 2011
Giovanni D'AGATA
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