Secondo le previsioni della Cia, la spesa per gli alimentari supererà appena il miliardo di euro. In flessione i dolci tipici (-9%), ma anche l'agnello (-3%). Si festeggerà tra le mura domestiche in 4 casi su 5, con uno scontrino "medio" di 60 euro a famiglia. In crescita la spesa nelle cattedrali del "low-cost" (+8%).
La crisi economica che ancora morde fa diventare la tavola di Pasqua più "magra" e più casalinga: non solo la spesa per gli alimentari è stimata in calo del 4 per cento a poco più di un miliardo di euro, ma gli italiani festeggeranno tra le mura domestiche in 4 casi su 5. Quindi niente superfluo e acquisti oculati: uova di cioccolato e colombe segnano un calo del 9 per cento e anche l'agnello risulta in flessione (-3 per cento). A vincere sarà la tradizione e soprattutto i dolci "fai da te" e la pasta fatta in casa. Si prevede, infatti, una crescita fino al 12 per cento degli acquisti per uova, zucchero, farina, burro e lievito. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
Nelle feste pasquali -sottolinea la Cia- continua così la discesa dei consumi che da tempo interessa i prodotti alimentari, con diminuzioni più lievi che riguarderanno anche salumi (-1,2 per cento), formaggi (-1 per cento) e ortofrutta (-0,6 per cento). In aumento, invece, le uova. Durante la settimana di Pasqua -afferma la Cia- se ne consumeranno circa 400 milioni tra decorazioni e preparazioni culinarie.
Più in dettaglio -continua la Cia- il menù "casalingo" costerà in media 60 euro a famiglia e ad essere protagonisti saranno i piatti del territorio e della tradizione, a partire dal classico agnello. Nonostante il calo previsto (anche per l'aumento del numero dei vegetariani in Italia, che oggi sono 4,2 milioni), l'agnello resta comunque un "must" sulle tavole di una famiglia su tre: solo domenica se ne consumeranno oltre 30 mila tonnellate, "bruciando" in poche ore quasi la metà del consumo totale annuo di carne ovina.
E le previsioni di una Pasqua più austera si riscontrano non solo nella flessione stimata dei consumi alimentari -evidenzia la Cia- ma anche nelle scelte di acquisto nei diversi canali commerciali, dove spiccano i discount, le cui vendite dovrebbero registrare un aumento dell'8 per cento nei confronti di Pasqua 2013. In particolare, per le spese dei prodotti agroalimentari della festa le famiglie si rivolgeranno in prevalenza (70 per cento) alla Grande distribuzione commerciale (dove sono compresi anche i discount), seguita dai negozi tradizionali (18 per cento), dai mercatini locali, anche agricoli (11 per cento) e da Internet (1 per cento).
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