TRA DIOSSINA E BRUCELLOSI ENTRA IN CRISI
di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco.
Tutti, in queste settimane, parlano della mozzarella e della crisi che investe l'intera filiera produttiva.
La preoccupazione è grande per le aziende del settore che si vedono rifiutati i loro prodotti perché considerati, a torto o a ragione, inquinati dalla diossina.
Finalmente, quello che gli uffici dell'ASL dovevano fare nel corso dei mesi passati viene fatto ora: l'analisi del latte delle bufale delle aziende delle province di Caserta e di Napoli, dove si è evidenziato il fenomeno.
I danni sono veramente gravi e non si individuano ancora vie di uscita certe per la crisi che investe oltre ventimila addetti impegnati nel settore.
Per creare un disastro come questo, occorre un insieme di soggetti forniti di diversi ruoli e responsabilità, che hanno commesso errori a ripetizione senza che nessun controllo venisse attivato e senza che nessuno si preoccupasse di quello che stava accadendo e facesse delle azioni di semplice buon senso, utili a salvare il lavoro onesto e colpire al tempo stesso la speculazione, il malaffare e l'indifferenza.
Se i controlli fossero partiti quando era iniziato il sospetto di inquinamento, le autorità italiana avrebbero potuto rispondere subito alla Unione Europea e rigettare le strumentalizzazioni di alcuni Paesi .
Avremmo perlomeno salvato l'immagine della qualità della mozzarella, che per
Il problema che ci troviamo ad affrontare non riguarda solo il prodotto caseario, ma soprattutto investe gli allevamenti di bufale dai quali dipende la qualità del prodotto e la sua particolare diversità che lo rende apprezzato in tutto il mondo.
La richiesta delle aziende che producono mozzarella, è la dichiarazione dello stato di crisi del settore con i conseguenti provvedimenti finanziari e normativi a sostegno degli imprenditori.
I finanziamenti sono già stati impegnati e venti milioni di euro sono pronti a sostenere il settore in questo periodo di crisi.
Ancora una volta, invece di avere nuova crescita economica dalle nostre produzioni abbiamo l'impegno di denaro pubblico per evitare fallimenti .
In questo modo non avremo mai un aumento della occupazione e lo sviluppo delle nostre aree, se i nostri soldi sono utilizzati per non perdere quello che già avevamo.
Ma il vero disastro investe gli allevamenti di bufale che sono la vera ricchezza del nostro territorio; perché il problema non è solo la diossina, ma soprattutto la brucellosi che sta provocando una vera strage negli allevamenti.
La brucellosi colpisce gli animali da latte, provoca gonfiori alle mammelle, aborti spontanei e la conseguente perdita di valore degli allevamenti.
I nostri coltivatori insieme ai veterinari ed ai ricercatori della facoltà di Agraria di Portici, avevano portato la qualità dei nostri allevamenti a livelli di tale eccellenza, che la nostra zootecnia era apprezzata in tutto il mondo.
Molti animali nati e cresciuti nei nostri allevamenti sono stati esportati in paesi come India, Cina ed Africa, proprio per aiutare lo sviluppo di quei territori con produzioni di latte di qualità.
Ora, la diossina e la brucellosi stanno mettendo in discussione gli sforzi tecnici e gli investimenti sostenuti negli allevamenti della nostra Regione.
Per comprendere la gravità di questa situazione deve essere ricordato a tutti che il Governo Prodi, nello stesso decreto di nomina del Prefetto De Gennaro a commissario per la emergenza rifiuti, nominava l'Assessore Regionale alla Agricoltura Andrea Cozzolino, Commissario Straordinario per la lotta alla brucellosi. che doveva procedere attraverso l'abbattimento dei capi infetti, la vaccinazione delle bufale, l'esborso di risorse pubbliche per i danni subiti dagli allevatori , la ricostituzione del patrimonio bufalino e di questi interventi non si hanno notizie, ma sono della stessa importanza dell'inquinamento da diossina, se non più grave per la nostra economia
Infatti, riteniamo che alla fine del periodo di controllo del latte, il problema della diossina sarà circoscritto e sarà possibile intervenire per evitare il disastro definitivo, resterà da affrontare il problema brucellosi che per il momento è il più grave per i nostri allevamenti.
Gli allevamenti devono essere salvati, sono troppi importanti per il nostro futuro!
La cultura del saccheggio del territorio, delle costruzioni abusive, degli sversamenti di materiali nocivi e tossici che portano alla distruzione di intere aree agricole, fa guadagnare poche persone, distrugge un territorio e impedisce qualsiasi possibile sviluppo.
Salvare gli allevamenti, bonificare il territorio, migliorare la qualità delle produzioni, organizzare sevizi di controllo sanitari, sono l'unica strada per assicurare uno sviluppo reale al territorio attualmente inquinato.
Non possiamo più commettere errori, non possiamo fare finta di non vedere, non possiamo delegare ad altri il futuro, dobbiamo ancora una volta rimboccarci le maniche tutti insieme per tornare a fare quei miracoli che solo noi siamo in grado di fare.
Napoli, 08/04/08
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