L'evento, tenutosi presso la suggestiva cornice della Torre Eiffel, ha rappresentato un momento importante di aggiornamento e sintesi delle principali attività legislative in corso in ambito europeo, tra cui la revisione della direttiva quadro sui rifiuti, la proposta di direttiva sulle emissioni industriali (che include la revisione anche della direttiva IPPC e quella sull'incenerimento), la revisione della direttiva sulle fonti rinnovabili.
L'iniziativa ha favorito anche il confronto e la discussione su temi cruciali per il settore dei rifiuti, quali la competizione tra pubblico e privato e la gestione sostenibile dell'intero ciclo.
La presenza di diversi rappresentanti della Commissione e del Parlamento europeo, di valenza cruciale nel processo di definizione delle norme, ha contribuito a rendere chiaro il background, le diverse posizioni e gli intenti delle istituzioni europee.
SCHEDA STAMPA
Il Presidente di FISE Carlo Noto La Diega, Incoming President della Fédération Européenne Activités du Déchet, è intervenuto all'appuntamento europeo annuale sul mondo dei rifiuti.
Conferenza FEAD: il settore dei rifiuti in Europa
Lo scorso 19 settembre, si è tenuta a Parigi la Conferenza annuale della FEAD - Federazione Europea per la gestione dei rifiuti e dei servizi ambientali, alla quale Assoambiente (l'Associazione che in FISE – Federazione Imprese di Servizi rappresenta le imprese private del settore ambientale) aderisce, sul tema "Le sfide future per le imprese che si occupano di gestione rifiuti".
L'evento, tenutosi presso la suggestiva cornice della Torre Eiffel, ha rappresentato un momento importante di aggiornamento e sintesi delle principali attività legislative in corso in ambito europeo, tra cui la revisione della direttiva quadro sui rifiuti, la proposta di direttiva sulle emissioni industriali (che include la revisione anche della direttiva IPPC e quella sull'incenerimento), la revisione della direttiva sulle fonti rinnovabili.
L'iniziativa ha favorito anche il confronto e la discussione su temi cruciali per il settore dei rifiuti, quali la competizione tra pubblico e privato e la gestione sostenibile dell'intero ciclo.
La presenza di diversi rappresentanti della Commissione e del Parlamento europeo, di valenza cruciale nel processo di definizione delle norme, ha contribuito a rendere chiaro il background, le diverse posizioni e gli intenti delle istituzioni europee.
In merito alla proposta di direttiva sulle emissioni industriali, presentata dalla Commissione lo scorso 21 dicembre, è stato evidenziato come essa miri a semplificare (unificando in un unico corpo normativo) le numerose e spesso non coordinate direttive presenti oggi in materia di emissioni (direttiva IPPC, direttiva incenerimento, direttiva sui grandi impianti di combustione, direttive sul TiO2 e COV). La necessità per la Commissione di intraprendere un tale percorso legislativo è scaturita dalla necessità di rimediare a due aspetti particolarmente critici: la scarsa implementazione delle migliori tecniche (BAT) nelle autorizzazioni e gli eccessivi carichi amministrativi per le aziende, dovuti alla moltitudine delle norme (la proposta consentirà una riduzione 105-225 milioni di euro l'anno).
Seppur condivisibili, tali presupposti si sono però trasformati in disposizioni normative che potrebbero creare non poche problematiche per le aziende, come ha evidenziato nella sua relazione il Presidente FISE Carlo Noto La Diega, vice Presidente FEAD. In particolare il nuovo ruolo vincolante delle BAT, non solo per quanto riguarda le autorizzazioni, ma anche i limiti da imporre agli impianti rischiano di ingessare il sistema aperto di collaborazione tra istituzioni e aziende in corso a Siviglia e minare la stabilità e la certezza nel tempo.
Un tentativo di mediazione tra la proposta della Commissione e queste preoccupazioni del settore industriale è venuto dal Relatore del Parlamento, Mr Krahmer, che, nell'ottica di soddisfare le esigenze di maggiore attuazione in ambito europeo delle BAT, sta cercando di rendere attuabile e concreta la proposta della Commissione.
Prossima alla chiusura dell'iter di codecisione è invece la revisione della direttiva quadro sui rifiuti. Il lungo iter è iniziato dalla Commissione UE nel maggio 2003 con la comunicazione "Verso una strategia tematica di prevenzione e riciclo dei rifiuti" nella quale si ponevano le basi della nuova direttiva; a questa è seguito il processo legislativo conclusosi lo scorso 17 giugno con l'approvazione di un testo concordato tra Parlamento e Consiglio. Il Commissario europeo per l'ambiente ha già evidenziato che la nuova direttiva produrrà un cambiamento di mentalità nel modo di considerare i rifiuti – da peso indesiderato a risorsa preziosa – e contribuirà a trasformare l'Europa in una società che ricicla. Il Commissario ha, inoltre, aggiunto che la maggiore chiarezza delle definizioni ridurrà i contenziosi e istituirà una solida base giuridica per il funzionamento del settore di trattamento dei rifiuti.
Tali concetti sono stati ripresi anche dalla rappresentante della Commissione, Mrs Fras, che nel corso della Conferenza ha illustrato gli elementi principali di questa nuova direttiva che costituirà il riferimento principale per il settore dei rifiuti almeno per i prossimi dieci anni.
I due anni previsti per il recepimento della direttiva da parte dei Paesi UE, rappresenteranno un periodo importante per la Commissione non solo per valutare eventuali problemi di recepimento ma anche per definire i criteri per l'esclusione di alcune tipologie di rifiuti da tale definizione ed elaborare le modalità di calcolo per i nuovi obiettivi fissati di raccolta differenziata. Oltre all'illustrazione delle direttive in corso di revisione, la presenza delle Istituzioni europee è risultata fondamentale per evidenziare due aspetti che interessano, anche se su fronti diversi, il settore privato delle imprese che gestiscono i rifiuti. Da un lato, è infatti emersa la problematica relativa alla concorrenza tra pubblico e privato, connessa alla mancanza di regole di mercato capaci di garantire una competizione leale. Gli esempi presentati dal mondo imprenditoriale tedesco, austriaco e belga hanno evidenziato l'esistenza di un monopolio pubblico, favorito anche da un sistema di tassazione che penalizza il privato e che mette a rischio la sopravvivenza stessa del settore. Dall'altro lato, invece, si è evidenziato come il settore dei rifiuti si sia indirizzato verso la riduzione delle emissioni e la sostenibilità del sistema industriale stesso.
Attraverso il riciclo infatti si è potuto e sta ovviando al consumo di materia prima, chiudendo virtualmente, e non solo, il ciclo industriale. Solo in Francia, infatti, il settore nel suo insieme, considerata la raccolta, il riciclo, il recupero energetico e il conferimento in discarica, ha registrato 10,6 milioni di Teq di CO2 evitate.
Per maggiori informazioni sulla manifestazione e sul programma degli interventi previsti è possibile visitare il sito della Federazione: www.fead.be
Per informazioni:
Marco Catino – Catin&Giglio Ufficio Stampa
347-9569564 – catinom@libero.it
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