IL FENOMENO DEL BULLISMO SEMPRE PIU' IN ESPANSIONE. IL MINISTRO GELMINI RISPONDE: "TELECAMERE A SCUOLA CONTRO LA VIOLENZA"
IN UN'INDAGINE EMERGE: " LE CAUSE VANNO RICERCATE NELL'AMBIENTE FAMILIARE E A SCUOLA".
di Lopreiato Antonella
La Dott.ssa Lopreiato Antonella ha iniziato a collaborare con il giornale www.notiziesindacali.com ed oggi tratta di una questione di estrema attualità:" IL BULLISMO".Il mio, unitamente alla redazione, il benvenuto.
il direttore
21/01/09
Il termine "bullismo" è adottato per indicare quei fenomeni connessi a ragazzi che nell'età adolescenziale assumono comportamenti violenti e vessatori nei confronti dei loro coetanei. Il fenomeno sempre più in espansione, richiama l'attenzione del ministro Gelmini, che assicura: "prevenzione", a seguito dell'ennesimo episodio avvenuto nel liceo Aristotele di Roma, dove il preside della suddetta scuola ha ritenuto fosse indispensabile l'utilizzo delle telecamere per prevenire il peggio. Il ministro afferma: "Le telecamere vanno benissimo, come deterrente e come strumento di controllo. Ma non sono la soluzione. Occorre prima educare e poi vigilare". "Voglio dire che serve un progetto educativo per battere il bullismo. C'e' un lavoro di fondo da fare e al quale invito insegnanti e presidi a dedicarsi con grandissimo impegno. E cioe' la valutazione attenta dei comportamenti dei ragazzi. Il ripristino del voto in condotta va proprio in questa direzione".
Secondo una precedente indagine il bullismo viene sottovalutato perché gli atti subiti vengono reputati come comportamenti di "trasgressione sociale" come può essere il modo di vestirsi appariscente con un'infinità di piercing. Questo può essere un fattore negativo e controproducente perché verrebbe sottovalutato dai genitori stessi che non pongono particolare attenzione finendo per perdere il controllo dei loro figli. "Le cause degli atteggiamenti aggressivi tipici di questo fenomeno sono da ricercare nella sfera familiare innanzitutto, poi in quella scolastica e istituzionale". Lo afferma Paola Vinciguerra, psicologa, presidente dell'Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico). Le cause - spiega - sono le famiglie inesistenti, i videogiochi violenti, la mancanza di regole. Dall'indagine è anche emerso che il 50% delle persone che hanno risposto al sondaggio con un'età compresa tra i 45 e i 50 anni, riconosce questo fenomeno come realmente esistente ed allarmante, attribuendo la responsabilità primaria alle istituzioni ma soprattutto alla scuola. Per non parlare ''dell'uso smodato di tv, Internet e videogiochi: tutti e tre elementi assolutamente dannosi per i bambini e gli adolescenti".
Sono sempre di più gli episodi di violenza che portano ad un impegno più profondo delle istituzioni verso una risoluzione del problema. Ci sono ambienti, come la scuola che agevolano questo tipo di comportamenti. Si avverte altresì la mancanza di solidità della famiglia che, subisce una spaccatura di rapporto genitori-figli, dovuta magari alla difficoltà per il figlio di superare il difficile periodo della separazione dei genitori. Questi episodi sono più frequenti in famiglie divorziate anche se questo non deve farci allarmare perché a volte basta passare più tempo con i figli per spiegare e trasmettere codici morali. Un altro problema è che si passa troppo poco tempo con i propri ragazzi, magari perché i genitori lavorano e non hanno molto tempo da dedicargli, trascurando il dialogo che è indispensabile a questa età. Troppi pochi riguardi nel trasmettere codici morali di stili di vita. E' indispensabile che i genitori stiano vicino al proprio figlio, cercando di capire i loro disagi e in tal caso rassicurarli. Vanno osservati, cercando di intuire i loro disagi, parlarne e risollevarli. I ragazzi hanno bisogno di regole, da soli non riescono ad orientarsi. Si deve percorrere la strada del dialogo, della spiegazione senza perdere l'autorevolezza del genitore.
''Che scuola ed istituzioni - conclude la Vinciguerra con un appello - affianchino i genitori con corsi di supporto per far si' che svolgano al meglio il loro delicato compito, che intervengano dove e' di loro competenza consultandosi con professionisti del settore".
21/01/09
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