WWF: "FIDUCIA SULL'ACQUA: MISURA SPROPORZIONATA CHE NON AFFRONTA I VERI PROBLEMI DELLA GESTIONE IDRICA IN ITALIA"
Grave il giudizio del WWF sulla decisione del governo di dare la fiducia al decreto Ronchi.
"La fiducia è uno strumento emergenziale del tutto sproporzionato e assolutamente non congruo rispetto alla complessità della gestione della risorsa acqua – ha detto Michele Candotti, direttore generale del WWF Italia - con il quale si è deliberatamente escluso ogni dibattito parlamentare e che tra l'altro affronta soltanto l'ultima parte del percorso di gestione idrica, ovvero la distribuzione e la privatizzazione obbligatoria dei servizi idrici. Mentre invece tralascia la parte più urgente e vitale della questione, ovvero la necessità che l'Italia si adegui alla Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE che prevede non solo una gestione integrata della risorsa acqua e dei territori che ne garantiscono la produzione e la qualità, ma anche la partecipazione collettiva e il consenso come condizioni essenziali per tutte le decisioni da prendere sulla gestione di questo patrimonio comune. Una direttiva europea per la cui applicazione l'Italia è in grave ritardo, motivo per cui è stata già condannata due anni dalla Corte di Giustizia."
"Stiamo disattendendo continuativamente una direttiva europea sulle acque che ha al centro la gestione integrata della risorsa idrica – continua Michele Candotti, direttore generale del WWF Italia – L'Italia non si preoccupa minimamente della messa in mora, ma si preoccupa invece di mettere un dispositivo d'urgenza sul momento conclusivo del processo di gestione, infilandosi in una misura irreversibile di privatizzazione della distribuzione, che è solamente una piccola parte di un problema ben più grave e urgente per l'Italia."
Con questo dispositivo si dimenticano le tante questioni rimaste ancora aperte:
1. Redigere i Piani di gestione di bacino idrografico (siamo già in estremo ritardo), in ottemperanza della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE, attraverso il coordinamento di Autorità di bacino solo per cercare di evitare le sanzioni europee;
2 - Istituire le Autorità di distretto, come previsto dalla Direttiva Quadro Acque, recuperando l'esperienza delle Autorità di bacino, che sono gli unici soggetti che possono orientare e pianificare seriamente e a livello di bacino idrografico la gestione e tutela della risorsa idrica e che in questi ultimi anni sono state delegittimate e private dal 2002 di finanziamenti correnti
3 -Confermare il diritto all'acqua e discutere la proposta di legge d'iniziativa popolare "Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico" che era stata presentata nel 2007 forte di oltre 400.000 firme e che ora giace ferma in Parlamento
4 - Garantire la partecipazione pubblica nella redazione degli strumenti di pianificazione come previsto dall'articolo 14 ("informazione e consultazione pubblica") della Direttiva 2000/60 CE;
5 - Controllare che il rilascio o il rinnovo di concessioni di prelievo di acque, fatti salvi i prelievi destinati al consumo umano per il soddisfacimento del diritto all'acqua, considerando il principio del recupero dei costi relativi ai servizi idrici, compresi i costi ambientali e relativi alle risorse soddisfacendo in particolare il principio "chi inquina paga" (così come previsto dall'articolo 9 della Direttiva 2000/60 CE).
Roma, 18 novembre 2009
Ufficio Stampa WWF Italia 06 84497377, 213, 265, 338
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