Published: 8 January 2011
Dal coffe break in ufficio, al dopocena a casa, dal caffè letterario a quello per svegliarsi dopo una conversazione noiosissima: bere un caffè in Italia ha infiniti riti e varianti. Ma allora come va gestita ogni situazione secondo i dettami del Galateo? Lo spiega Nicola Santini, giornalista ed esperto di bon ton, autore dei libri “Business+Etiquette” e “Casalingo non disperato in un giorno”, recentemente in tv su Gambero Rosso con il talent “La scuola: cucina di classe”.
Innanzitutto oggi come oggi dire “ti invito per un caffè” non rimanda solo alla bevanda classica che tutti conosciamo: formule e combinazioni sono tantissime: caffè macchiato caldo, freddo, cappuccino, frappuccino, caffè shakerato, moka classico, alla napoletana, americano, espresso, lungo, ristretto, corretto etc… Bisogna tenerne conto.
Il corredo base consiste in una caffettiera che abbia già servito almeno 30 caffè, una lattiera, una zuccheriera, cucchiaini lucidissimi.
Il tovagliolo è indispensabile solo se al caffè si accompagna qualche dolcetto. Suggerisco dolci senza marmellata né crema: meglio neutri o al cioccolato.
Il caffè va servito caldissimo. Quindi è meglio versarlo direttamente dalla caffettiera.
Il manico della tazza sta a destra, come anche il cucchiaio che sta sul piattino. Se il caffè è servito a tavola il piatto rimane appoggiato sulla superficie del tavolo; se è servito in salotto con la mano sinistra si tiene il piattino e con la destra ci si serve la tazzina.
Lo zucchero in zolletta non si prende con il cucchiaino ma con le apposite pinzette, oppure anche con le dita, toccando solo la zolletta che andiamo a mettere in tazza. [...]
Per leggere l'articolo completo: Amici del Caffè
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