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martedì 1 dicembre 2015

Una crescita ambiziosa dell’economia circolare potrebbe ridurre la disoccupazione e dare una spinta alla bioeconomia in Italia

Un nuovo pacchetto politico per lo sviluppo dell’economia circolare in Europa verrá presentato Mercoledi’ 2 Dicembre. 

La think tank Green Alliance [1] ha condotto uno studio riguardo al potenziale impatto sul mercato del lavoro delle politiche incluse nel pacchetto [2], concentrandosi su tre delle maggiori economie manifatturiere in Europa: Italia, Polonia e Germania. 

Lo studio mostra che, se sufficientemente ambiziose, le misure del pacchetto potrebbero ridurre il tasso di disoccupazione e creare risparmi pari a €3 miliardi annui. 

Solamente all’interno di queste tre economie, lo sviluppo dell’economia circolare aiuterebbe a contrastare problemi di disocuppazione a livello regionale e professionale, ricollocando 270.000 persone nel mercato del lavoro. 

L’analisi effettuata da Green Alliance individua i settori in cui i nuovi posti di lavoro, rafforzando le attivitá ad uso efficiente di risorse, allieverebbero gli ostacoli presenti sul mercato del lavoro locale in Italia, Polonia e Germania.

In Italia, per esempio, si anticipa:

  • Un ampio potenziale di sviluppo della bioeconomia nell’ambito alimentare e delle biotechnologie. Attualmente le attivitá legate alla bioeconomia in Italia sono principalmente presenti al nord: solo il 22% degli impianti di compostaggio e combustione anaerobica sono collocati al sud e nelle isole, nonostante tali regioni costituiscanoall’incirca la metá del terreno agricolo italiano. 

  • Due terzi dei nuovi impieghi legati all’economica circolare veranno collocati nel sud e nelle isole. Questa ridistribuzione potrebbe mitigarele ineguaglianze geografiche legate alla discocuppazione. Per esempio, lo scenario medio dell’analisi evidenzia una riduzione del tasso di disoccupazione pari a 90.000 persone.

In aggiunta, lo studio individua opportunitá negli altri due paesi analizzati:
  • In Polonia, il potenziale di crescita è  maggiore nelle industrie manufatturiere caratterizate da impieghi a tempo indeterminato. La Polonia attualmente possiede una proporzione di lavoratori soggetti a contratti precari, o cosidetti “spazzatura”, pari a due volte la media Europea, rendendo il prospetto di contratti a tempo indeterminato particolarmente attraente. 

  • In Germania, nonostante trattandosi del paese con il piu’ basso tasso di disoccupazione in Europa, ci sono ampie opportunitá legate alla riduzione delle ineguaglianze tra est ed ovest. Concentrandosi sullo sviluppo di servizi che permettono ai consumatori di utilizzare beni manifatturieri senza peraltro possederli,  gli impieghi possono essere creati nell’est della Germania dove il tasso di disoccupazione è , in rapporto, relativamente elevato. 

Dustin Benton, capo (del dipartimento/team) per l’energia e le risorse presso Green Alliance, afferma:

“La nostra analisi mostra che, tramite uno sviluppo piu’ ambizioso delle nostre industrie di riciclaggio, rimanifattura, e riuso, si potrebbero ottenere dei significativi benefici sociali ed ambientali. Tali benefici possono essere riprodotti a livello Europeo tra paesi soggetti a barriere geografiche, economiche e lavorative divergenti. Ci auguriamoche le misure proposte domani portino ad un migliore design dei prodotti, che ripaghino i produttori impiegati nel riciclo e nella rimanifattura, e che riformino i mercati per i materiali secondari.” 

Questo è  il primo studio condotto da Green Alliance per ACES, la Alliance for Circular Economy Solutions [3]. ACES è  una nuova collaborazione progressista di aziende e think tanks impegnate nello sviuppo di un pacchetto ambizioso per l’economia circolare in Europa. È guidata da un gruppo di influenti organizzazioni inglesi, belghe, olandesi e tedesche in contatto con aziende Europee. 

Nick Molho, direttore esecutivo del gruppo aziendale inglese Aldersgate Group dice:

“Questo documento è l’ultimo promemoria per esporre l’irresistibile business case per una ambiziosa politica europea sull’economia circolare. Se sufficientemente ambizioso e supportato da misure concrete rivolte alla rapida crescita nell’utilizzo di materiali secondari, questo nuovo pacchetto legislativo rappresenta un’opportunitá unica per rilanciare l’efficienza delle risorse, la competitivitá e la crescita dell’economia europea.  La Commissione, il Consiglio, e il Parlamento europeo devono cogliere questa opportunitá.”

Martin Hirschnitz-Garbers, socio senior presso la think tank tedesca Ecologic Institut ha affermato:

“Lo sviluppo dell’economia circolare potrebbe offrire grandi benefici. Andare oltre il tradizionale mercato della gestione dei rifiuti (con benefici ambientali e salutari associati) e rinforzare il ruolo svolto dalla prevenzione dei rifiuti, dal riutilizzo e dalla rimanifattura dei prodotti o componenti, portera’ a nuove ed innovative opportunita’ di lavoro. L’economia circolare potebbe ancheinfluire sulla motivazione degli impiegati, aumentando la gratificazione professionale.Dunqueci auguriamo che la rivisitazione del pacchetto sull’economia circolare si riveli sufficientemente ambizioso da realizzare talepotenziale.”

Katharina Reuter, amminnistratore delegato della Green Business Association tedesca, dice:

“Abbiamo bisogno di target obbligatori per ridurre l’utilizzo delle risorse. Per noi è  di vitale importanza la delineazione di un numero di target per il riutilizzo e riciclaggio, in particolare nel settore tessile, dell’arredamento e dell’elettronica. "

Patrick ten Brink, Istituto per la Politica Ambientale Europea (IEEP) afferma:
“La transizione verso un’economia circolare permetterá di mantenere il valore delle risorse naturali e dei materiali all’interno dell’economia, minimizzando gli sprechi. Inoltre salvaguarderá le risorse, limiterá l’impatto ambientaledell’inquinamento atmosferico, e aiuterá a creare nuovi posti di lavoro tramite lo sviluppo di nuove competenze. Per esempio, le economie mondiali utilizzano 300 milioni di tonnellate di plastica all’anno, di cui 10 milioni di tonnellate vengono trasformate in rifiuti marini che pesano sul nostro ecosistema, sulle nostre coste e corsi d’acqua, sulla nostra societá e su un’ampia gamma di attivita’ economiche.  Maggiore riutilizzo, riparazione, rimanifattura e riciclaggio permetteranno di mantenere il valore della plastica all’internoeconomia e al di fuori degli oceani. Attendiamo con ansia l’imminente proposta della Commissione Europea per realizzare queste opportunitá.”



Note

[1]   Disoccupazione ed economia circolare in Europa: uno studio delle opportunita’ in Italia, Polonia e Germania è stato allegato con questo communicato stampa e verrá reso disponibile sul sito di Green Alliance a partire da martedi, 1 Dicembre. 

[2] Green Alliance è un ente di beneficienza e una think tank indipendente specializzata in una ambiziosa leadership ambientale. Fondata nel 1979 per iniettare una prospettiva ambientale all’interno della vita politica della Gran Bretagna, stiamo ispirando ed influenzando il cambiamento da oltre 35 anni.  www.green-alliance.org.uk

[3] ACES è una nuova collaborazione progressista di imprese e think tanks impegnati nello sviluppo di un'ambiziosa politica sull’economia circolare in Europa. ACES affianca le opinioni dell’industria ad un’analisi economica dell’impatto di un’economia circolare. Utilizzando le reti degli stati membri, e con un’attenzione politica centrata su Bruxelles, ACES è un unico e forte rappresentante Europeo per un’ambiziosa politica sull’economia circolare basata sull’utilizzo efficiente delle risorse.  
ACES è guidato da un gruppo influente di organizzazioni inglesi, belga, olandesi e tedesche che collaborano a livello Europeo per riunire diverse aziende. ACES mira ad assicurare un pacchetto legislativo europeo sull’economia circolare con benefici a livello economico ed ambientale, capace di promuovere innovazione nell’ambito dei prodotti, nell’utilizzo di materiali secondari, e di nuovi modelli di business.  Le organizzazioni che formano ACES sono Green Alliance e:
  • The Aldersgate Group è una coalizione di aziende, istituti professionali, enti non governativi e politici che sviluppano soluzioni politiche per affrontare le sfide ambientali in maniera efficace e capace di creare benefici economici per il Regno Unito e l’UE. È basato a Londra, e i suoi membri, provenienti da una vasta gamma di settori economici, hanno un fatturato complessivo in eccesso di 300 miliardi di sterline. L’Aldersgate Group ha come principale priorita’ politica l’efficienza delle risorse, e fa parte del EU Life, avendo fondato il  progetto ‘Developing Resource Efficient Business Model (REBus)’.

  • Ecologic Institute conduce ricerche ambientali inter- e intradisciplinari. In quanto organizzazione privata e indipendente, Ecologic Institute si dedica alla preparazione di ricerche sugli aspetti socio-politici della sostanibilitá e contribuisce le sue competenze e conoscienze al campo della politica ambientale. L’utilizzo di metodi di ricerca innovativi, interdisciplinari e pragmatici permettono la produzione di ricerche di eccellente valore scientifico e sociale. Ecologic Institute si occupa di una varietá di temi ambientali e sul loro impatto nelle sfere socio-politiche e culturali. L’organizzazione fu fondata nel 1995 , collabora con altre istituzioni Europee e Internazionali e fa parte della Ecological Research Network (Ecornet). È registrata come organizzazione non a scopo di lucro e ha sede a Berlino, Bruxelles and Washington DC. Piú di 100 persone contribuiscono ai suoi progetti di ricerca internazionali and interdisciplinari. 

  • L’ Institute for European Environmental Policy (IEEP) è un’organizzazione indipendente e non a scopo di lucro che, tramite la disseminazione della propria ricerca e analisi politica,  si occupa di avanzare la sostenibilitá ambientale in Europa.  Ci specializziamo nello sviluppo di politiche ambientali a livello europeo e nella loro implementazione a livello nazionale. Abbiamo partecipato a diversi studi e iniziative inerenti a vari aspetti dell’economia circolare e sulla gestione dei rifiuti. I nostri studi piu recenti si occupano di bioeconomia, rifiuti marini, l’uso ecologico del legno e sull’identificazione dei migliori strumenti politici per agevolare la transizione ad un’economia circolare. Abbiamo sede a Bruxelles e Londra.

  • De Groene Zaak è la principale associazione di gestione sostenibile in Olanda, che unisce oltre duecento aziende. Rappresentante dell’Olanda all’interno del Consiglio Mondiale delle imprese per lo Sviluppo Sostenibile (WBCSD), De Groene Zaak è anche socio fondatore di Ecopreneur. Tutti i nostri membri si attengono ad un principio chiave: trasformare il nostro attuale lotto economico in uno sostenibile e circolare il piu’ presto possibile. De Groene Zaak sostiene questo obbiettivo tramite attivita’ di lobbying per una concorrenza leale, mettendo il tema della sostenibilitá  al primo posto e mettendo in contatto gli imprenditori mebri del nostro network. In aggiunta, i nostri parter creano nuove opportunitá collaborando con Het Groene Brein, un network di scienziati e ricercatori che mettono a disposizione ricerche innovative e conoscenze di esperti.
  • UnternehmensGrün – l’associazione federale tedesca per l’economia sostenibile– è stata fondata nel 1992. Rappresentando oltre 140 membri, UG svolge campagne per la protezione dell’ambiente e per un’economia sostenibile.  UG è un’associazione non-profit, finanziariamente e politicamente indipendente, di imprenditori. I suoi membri sono principalmente piccole e medie imprese, accumunati dall’interesse di operare in maniera sostenibile e responsabile. Provengono da vari settori economici: ingegneria, rinnovabili, e metalmeccanica, a societá di consulenza, agenzie pubblicitarie, studi legali, scuole di guida e fabbriche di birra.

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