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venerdì 4 aprile 2008

Legambiente: abbattimento ecomostro Rossano e abusivismo in Calabria

Roma, 4 aprile  2008       Comunicato Stampa

Rossano (Cs): partita la demolizione

di 45.000 metri cubi di cemento e 5.000 metri quadri di amianto

 

Legambiente: "E' una bella giornata,

ma  in Calabria ancora tanti ecomostri in attesa delle ruspe"

 

"Oggi è una bella giornata, splende il sole della legalità". Così Legambiente ha salutato stamane l'avvio dell'abbattimento dei 50 fabbricati realizzati abusivamente sul demanio marittimo, in contrada Zolfara, nel Comune di Rossano (Cs). L'intervento prevede la rimozione di 83 unità abitative, 45.000 metri cubi di cemento, 5.000 metri quadri di amianto. Complessivamente il territorio risanato sarà di circa 25.000 metri quadrati e il progetto, com'è giusto che sia, prevede anche la riqualificazione paesaggistica e ambientale dell'area, per restituire ai cittadini la fruibilità del demanio marittimo.

"Questa demolizione corona anni di battaglie per il ripristino della legalità ambientale in luoghi di pregio, devastati dall'abusivismo. E' importante proseguire su questa strada e restituire alla Calabria le sue coste in tutta la loro bellezza – è l'auspicio di Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente –. Speriamo, pertanto, che le ruspe non si fermino a Rossano: è lungo l'elenco dei manufatti illegali che aggrediscono la regione".

Dopo la demolizione delle case su ruota di Falerna, operata dal coraggioso sindaco Daniele Menniti e l'abbattimento dell' 80% dell'ecomostro di Copanello (Cz), uno scheletro di 15mila metri cubi di cemento armato sul promontorio della costa ionica catanzarese, prosegue la battaglia contro l'edilizia selvaggia in Calabria, pianificata nel 2006 con il "Programma Paesaggi e Identità" dai Ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture e la Regione Calabria per la valorizzazione del paesaggio e la difesa del territorio. Una battaglia che, con l'abbattimento di 9 ecomostri calabresi su 740 casi analizzati, rappresenta solo un inizio rispetto alla miriade di insediamenti che aggrediscono il territorio e la costa calabrese. 

"La Regione Calabria con Paesaggi e identità agisce bene ma razzola male, poiché è stata lei stessa ad abrogare l'articolo 58 bis della Legge Urbanistica regionale che avrebbe vietato di edificare entro 700 metri dal mare ed entro i 150 metri dagli argini dei fiumi – ha commentato Antonino Morabito, presidente di Legambiente Calabria –. A dispetto di quanto legiferato la politica regionale sembra, quindi, diretta in senso opposto, come conferma la scelta fatta con il Programma di recupero urbano degli abitati costieri di Isola Capo Rizzuto che di fatto "sanerà" 1 milione e 850 mila metri cubi di cemento, al 95% abusivi, sulla costa, a ridosso dell'Area marina protetta "Capo Rizzuto". Se a ciò aggiungiamo anche l'articolo 57 della stessa Legge Urbanistica Regionale che permette di modificare i manufatti da turistici ricettivi a residenziali con una semplice Dia la contraddizione diventa ancora più evidente".


Alcuni degli ecomostri calabresi in "lista d'attesa": 

Capo Rizzuto (KR), ovvero il mostro nell'area marina protetta. Le ruspe si fanno attendere, nonostante il sequestro con l'operazione "Isola Felice" portata avanti dalla Questura di Crotone di ben 245 abitazioni realizzate senza alcuna concessione edilizia e l'ordinanza di demolizione confermata dalla Procura della Repubblica. Gran parte degli immobili sequestrati, tra cui ville di notevoli dimensioni e valore, risulterebbe di proprietà di persone affiliate alla cosca degli Arena, mentre gli altri apparterrebbero a esponenti di clan diversi. Il blitz ha consentito di denunciare all'Autorità giudiziaria 250 persone. 

Palafitta e Trenino a Falerna Scalo (CZ), sono i soprannomi che residenti e turisti hanno dato alle due costruzioni realizzate direttamente sul bagnasciuga, tanto che la prima nei giorni di mare grosso ondeggia al punto da sembrare una casa galleggiante, mentre gli appartamenti al piano terra della seconda si riempiono puntualmente di sabbia.

L'Orchidea a Grisolia (CS) è il villaggio - camping posto sotto sequestro nell'aprile del 2005 perché risultato interamente abusivo. La struttura turistica si trova immersa nel verde della Riviera dei Cedri e si affaccia direttamente sulla spiaggia, ricoprendo un'area di circa 30.000 metri quadrati. Boungalows e miniappartamenti dotati di ogni comfort, ma privi di regolari autorizzazioni in zona sottoposta a vincolo ambientale e in pieno demanio. Nella primavera del 2006, il complesso, grazie a un provvedimento della Procura di Paola, è stato dissequestrato temporaneamente fino al 30 settembre 2006. Come dire, "vi lasciamo lavorare tranquilli per la stagione balneare".

Costa degli Dei a Capo Vaticano (VV), dove la Forestale ha posto sotto sequestro una ventina di immobili lungo il litorale del comune di Ricadi. La gran parte degli edifici si trova all'interno di villaggi turistici o in prossimità di essi e ricade in zone sottoposte a vincolo paesaggistico-ambientale. I proprietari delle strutture, del valore di circa due milioni e mezzo di euro e alcuni liberi professionisti sono stati deferiti all'Autorità giudiziaria. In totale i forestali hanno denunciato 25 persone, ne sono state poi arrestate altre 4 per violazione dei sigilli. In relazione ad alcuni immobili è intervenuta la sanatoria, mentre gli altri sono in attesa di demolizione dopo l'ordinanza del Comune.

 

L'Ufficio stampa Legambiente

(06.86268353-79-99)

 
 



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