Sabato 14, a Brescia, il meeting delle Liste del Nord
«Se per il Senato non ci sarà una lista unitaria per il Partito Democratico, ci dovrà essere - anzi: ci sarà - la lista del Governo Civico. Perché è doveroso e giusto che tutti coloro che credono al “partito che non c’è” possano disporre di una rappresentanza e di un riferimento elettorale».
Livio Frigoli, sindaco di Castellanza dal 1995 al 2004 e fino a pochi mesi fa componente dell’esecutivo provinciale di Varese de La Margherita, attuale rappresentante del coordinamento lombardo del Governo Civico, traccia la linea del movimento che rappresenta le liste civiche italiane alla vigilia del meeting del Nord Italia che, sabato 14 gennaio, a Brescia, deciderà la presenza alle prossime elezioni politiche.
Dell’incontro di Brescia, presieduto dal coordinatore del Nord Italia, Bruno Malattia, della lista di Riccardo Illy, e a cui prenderà parte il coordinatore nazionale Roberto Alagna, si è parlato ieri a Milano, nel corso del coordinamento lombardo del Governo Civico. Il popolo dei “civici” è estesissimo. Basti pensare che in Lombardia, sul totale dei 420 comuni con più di 5mila abitanti, in 319 esiste una lista civica rappresentata in consiglio comunale.
E il Governo civico lombardo (www.governocivicolombardia.org) ne è la rete di coordinamento.
«Sono milioni i cittadini senza partito, che sono stanchi di risse e di divisioni personalistiche e che richiedono con forza solidi punti di riferimento –prosegue Frigoli-. Ecco perché sarebbe necessario avere da subito liste unitarie, per il Partito Democratico, sia alla Camera che al Senato. L’obiettivo primario, infatti, non può essere solo quello di battere Berlusconi: è determinante che la maggioranza di Prodi sia supportata da forze che, il giorno dopo la vittoria, si dedichino a consolidare l’unità e la coesione anziché puntare alla differenziazione e al conflitto. Perché questo, purtroppo, sta avvenendo. Come dimostra l’orientamento prevalente nei due maggiori partiti, che pensano sì ad una lista unitaria, ma solo alla Camera. Questa è una decisione che riflette tutte le debolezze, i timori e le resistenze che in questi anni si sono frapposte alla nascita di un unico e forte soggetto democratico e riformatore. Io spero che Prodi riesca a farsi sentire e ad evitare gravi errori, arrivando a far prevalere l’idea di una lista unitaria sia alla Camera che al Senato. Qualora ciò non avvenisse, il dovere del Governo Civico è di dare ai milioni di elettori che credono al “partito che non c’è” un chiaro riferimento elettorale».
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