01/08/2006 - Non so quanto una mostra di architettura che affronta i problemi seri di una città possa essere utile: mi domando come, in un momento in piena evoluzione dove i ritmi sono talmente veloci e convulsi, una presenza statica come un manufatto edilizio possa risolvere qualcosa.
Una cosa è certa, servono più strumenti di fronte ad una società sempre più complessa e difficile da capire. Non possono sfuggire al controllo sociale fenomeni collettivi che possono degenerano in rivolte incontrollate.
Specie come è accaduto in Francia di cui i recenti fatti parigini delle banlieu sono una delle dimostrazioni più clamorose.
Allarmante è che sono successe una miriade di fatti simili in chiave minore sparsi in tutta l'Europa senza avere considerazione di rilievo.
Non vorrei passare per quello che desidera una biennale della politica ma se ci si trova dopo che i fenomeni sociali sono esplosi anziché anticiparli forse anche una mostra d'architettura può essere utile.
Pare sia quello che vogliono fare a Venezia dove si affrontano vari temi: le città cosmopolite, realizzazioni di contesti urbani democratici e i loro collegamenti con la politica degli interventi, le azioni di governo e la coesione sociale.
Non utopie ma le incognite della crescita, l'evoluzione della mobilità e dei flussi migratori, la ricerca dello sviluppo sostenibile in sistemi internazionali di megalopoli dell'ordine di dieci milioni di abitanti ma che presto saranno molto più grandi.
La Fondazione la Biennale di Venezia, presieduta da Davide Croff, organizza la 10° Mostra Internazionale di Architettura diretta da Richard Burdett, che aprirà al pubblico dal 10 settembre al 19 novembre 2006.
La decima edizione intitolata "Città. Architettura e società, focalizza tematiche chiave di città globali, Torino e Milano sono viste in un ottica di sviluppo comune perché sarebbero state troppo piccole per gli intenti della mostra.
Analizzerà tematiche cruciali della società contemporanea, approfondendo l'interazione degli abitanti con l'edificazione urbana.
Esaminando il ruolo degli architetti, proporrà alla sua conclusione, un manifesto per le città del ventunesimo secolo.
Alle Corderie dell'Arsenale - attraverso proiezioni di filmati inediti su grandi schermi, fotografie, grafici elaborati tridimensionalmente - un allestimento a cura di Aldo Cibic e Cibic & Partners con le esperienze urbane di 16 grandi città nei quattro continenti del pianeta: Shanghai, Mumbai e Tokyo in Asia; Caracas, Città del Messico, Bogotá, San Paolo, Los Angeles e New York nelle Americhe; Johannesburg, Il Cairo e Istanbul in Africa e nell'area del Mediterraneo; città europee come Londra, Barcellona, Berlino e Milano-Torino.
La Mostra esporrà anche nuovi progetti architettonici e urbani che stanno determinando lo stile di vita compreso due sezioni collaterali di progetti Città di Pietra a Venezia 10 settembre e 15 ottobre a Città - Porto in Palermo focalizzata sul Sud italiano.
Giovanni Lauricella
Link: http://www.quaderniradicali.it/agenzia/index.php?op=read&nid=9348
Nessun commento:
Posta un commento