In Polvere.
Bahrain, 2006
Andrea Pertoldeo
mostra fotografica
inaugurazione: 23 giugno 2007 - ore 18,30
Spazio Antonino Paraggi, via Pescatori 23, Treviso
orari: dal 23 giugno al 15 luglio 2007 • dal merc. alla dom. dalle 16.00 alle 20.00 • inaugurazione sabato 23 giugno 2007, ore 18.30 • ingresso libero e gratuito
Lo Spazio Antonino Paraggi chiude il ciclo di mostre di quest'anno con il lavoro del fotografo Andrea Pertoldeo, che ci racconta uno spaccato contemporaneo del Bahrain, uno degli Stati emergenti del Golfo Persico. Le stampe a colori, di grande formato, mostrano allo spettatore i forti contrasti che segnano un territorio in continuo sviluppo, oggetto di un boom economico senza precedenti che sta trasformando a vista d'occhio il paese.
"Il Bahrain è un’isola del Golfo Persico al largo delle coste dell’Arabia Saudita.
L’isola è desertica e priva d’acqua; le uniche risorse naturali sono il petrolio e il gas.
Il deserto è attraversato da tubi che trasportano il petrolio e da tralicci elettrici che amplificano l’orografia naturale e determinano diverse prospettive visive.
Il numero degli abitanti di Manama, la capitale del regno del Bahrain, è raddoppiato negli ultimi dieci anni.
Il boom edilizio senza precedenti ha portato alla nascita di molti nuovi quartieri residenziali come Juffair.
Gran parte della superficie di Juffair è dovuta ad un ampliamento dell’isola ottenuto dall’interramento di parte della laguna circostante con inerti, sabbia e immondizia.
Creare dal mare un terreno edificabile è un’operazione speculativa di forte impatto che solo il sovrano del Bahrain per legge può intraprendere.
L’occasione di creare dal nulla un luogo ha prodotto la ripetizione del deserto. Questo è un nuovo deserto!
Il paesaggio è mutevole: continuamente nascono nuovi cantieri che riempiono spazi vuoti.
In pochi anni sono sorti numerosi edifici di dieci/dodici piani adibiti a residence che saranno abitati da immigrati occidentali.
Migliaia di lavoratori indiani si muovono su impalcature precarie per realizzare nel minor tempo possibile questi edifici. Durante le ore lavorative un incessante rumore di cantiere scandisce il tempo.
Lo spazio pubblico è inesistente, le strade sono solo abbozzate e sembrano provvisorie.
Spesso gli edifici hanno un nome, enormi insegne luminose campeggiano in cima ai tetti e sono un efficace sistema di orientamento.
La sabbia portata dal vento tende ad uniformare le facciate degli edifici che si ricoprono col tempo di una patina beige.
Molti sono ancora gli spazi vuoti tra gli edifici e vengono utilizzati dai bambini per giocare, ma solo nei mesi invernali, o come parcheggio. Spesso le auto in corsa, per accorciare il tragitto, lasciano la strada e attraversando questi enormi spiazzi." [A. P.]
Andrea Pertoldeo
Nato nel 1971 a Udine, vive e lavora tra il Friuli e Venezia dove lavora presso il laboratorio fotografico della facoltà di Design e Arti visive laboratorio delle tecniche e delle espressioni artistiche al corso di laurea triennale. Tra i suoi ultimi lavori: Per il CRAF di Spilimbergo realizza un lavoro sulle case per le vacanze di Lignano Pineta e una mostra personale dal titolo a una certa distanza che raccoglie una sequenza di fotografie sul rapporto tra luoghi diversi nel paesaggio contemporaneo. Partecipa a Campagna Romana, progetto degli Stalker di una grande campagna esplorativa, d’ascolto e lettura transdisciplinare dei margini frammentari e frastagliati del territorio venuto a contatto con lo sviluppo metropolitano della capitale. Per il festival d’arte contemporanea Stazione di Topolò presenta un lavoro intitolato Vedute da Topolò: due cartoline di boschi. Nel 2007 è al Festival della Fotografia di Roma, con la mostra collettiva Ereditare il paesaggio a cura di Giovanna Calvenzi e Maddalena d’Alfonso.
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