BRUNETTA: "COGITO ERGO SUM"!
di Renato Fioretti
Ci sono occasioni in cui l'espressione attraverso la quale il grande filosofo francese esprime la certezza indubitabile che l'uomo ha di se stesso in quanto soggetto pensante: " Penso dunque sono", può essere, molto più opportunamente, tradotta in "Io sono quello che penso".
E' questo il caso di uno dei ministri del Berlusconi IV che, fra gli altri, si sforza di compensare la sua modesta statura (politica) attraverso une serie d'iniziative a "alto impatto di visibilità mediatica", ma, troppo spesso, di scarso valore politico e, sostanzialmente, assimilabili a improvvide esternazioni!
Intendo, evidentemente, riferirmi al titolare del dicastero per la Pubblica Amministrazione che, in nome della cosidetta "Battaglia per la modernizzazione del Paese", ha prodotto una serie "grida" - a cominciare dal famoso anatema contro i dipendenti pubblici "fannulloni" - che gli hanno offerto un insolito spazio sui media, molti sorrisi compiacenti e qualche - purtroppo isolata - accusa d'irresponsabilità.
A questo riguardo, sarebbe troppo facile contestare, a un perfetto "prototipo" della classe politica italiana, il lungo elenco di (improprie) garanzie, (assurdi) privilegi e irragionevoli (oltre che anacronistiche) condizioni di "intangibilità" di cui la stessa si è dotata; in questa sede mi limiterò a indicare (solo) alcune delle questioni che, a mio parere, rendono intollerabile il "Brunetta - pensiero".
Ho già ricordato che il nostro eroe esordì richiamando tutti a una vera e propria "crociata" nei confronti dei c.d. "fannulloni" che, in quanto dipendenti della pubblica amministrazione, godono, a suo dire, di un doppio regime di garanzie. La stabilità del posto di lavoro e l'opportunità di offrire la propria prestazione lavorativa senza il timore di dover rispondere ad alcuno del proprio livello di produttività.
In questo senso, anche a prescindere dal fatto che Brunetta, in quanto docente universitario - del quale, insieme ai suoi tanti colleghi, allo stato non abbiamo, purtroppo, la possibilità di rilevare, né l'indice di professionalità, né quello di produttività, se non attraverso l'empirica valutazione di quella che è oggi la (deficitaria) "preparazione media" degli studenti universitari italiani - avrebbe potuto, a giusta ragione, dar corso alla propria opera cominciando dal suo ambito professionale, è stata sconfortante l'escalation delle sue gratuite (e irresponsabili) esternazioni.
Appena qualche giorno fa, infatti, il titolare di palazzo Vidoni - che Carlo Podda, Segretario generale della Funzione Pubblica (Cgil), considera affetto da paranoia, con precedenti di megalomania - ha affermato che: "Se uno fa il professore, il burocrate, l'impiegato al catasto, si vergogna di dire quello che fa"!
Si è trattato - evidentemente, a mio parere - di "parole in libertà" che contribuiscono ad arrecare un ulteriore (enorme) danno all'immagine di quei servizi pubblici che in Italia, al contrario di quanto succede negli altri paesi europei, continuano a essere bistrattati e, addirittura, messi alla gogna (mediatica) da parte del suo primo rappresentante istituzionale.
Lo stesso ministro non merita alcuna attenuante quando afferma di avere, nella Cgil, il suo "grande nemico"!
Anche in questo caso l'unica attenuante possibile è che, nella foga censoria e nell'acredine che anima Brunetta quando (s)parla del più grande Sindacato confederale, si sia trattato di "parole dal sen fuggite"!
Infatti, non si spiegherebbe altrimenti una dichiarazione che, a soggetti invertiti, sarebbe stata accolta come un attentato alla sua sicurezza e un'istigazione al delitto. In questo senso, chi non ricorda le veementi (ingiuste) accuse rivolte a Cofferati quando, all'indomani della pubblicazione del "Libro bianco" di Marco Biagi, ebbe a dichiarare di considerarlo un testo "limaccioso"?
Tutti, spero anche Brunetta, ricorderanno che, all'allora Segretario generale della Cgil, l'aver espresso quel giudizio così netto costò (quasi) l'accusa di essere contiguo, almeno moralmente, alla successiva (sciagurata) opera delle Br.
D'altra parte, purtroppo, considerato il (decadente) livello cui si sta attestando l'interlocuzione politica nel nostro Paese, unitamente all'irrefrenabile e smaniosa voglia di "visibilità" che - da Brunetta a Sacconi, passando per Tremonti (nonostante il vero e proprio "flop" realizzato con la cosidetta "social card" - caratterizza il Berlusconi IV, appare arduo riuscire nell'impresa di porre un freno alle (pur) suggestive esternazioni del ministro di turno.
17 Gennaio 2009
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