COSENTINO NON MOLLA! MA NEANCHE IL GIUDICE.
di: Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco
Che Cosentino non avesse nessuna voglia di mollare le sue cariche e la sua candidatura alla Regione era chiaro. Lo ha affermato in ogni occasione a dispetto di tutti i saggi inviti a fare un passo indietro. Ma il politico di Casale di Principe, appena ottenuto dal Parlamento il rigetto del provvedimento degli arresti per reati di collusione con la camorra, ha immediatamente fatto richiedere ai propri avvocati la revoca del mandato emesso dal G.I.P.
La decisione del magistrato non si è fatta attendere: il giudice Peccerella, ha assunto ulteriori informazioni presentate dal magistrato inquirente ed ha rinnovato la richiesta di arresto in carcere per Cosentino.
La decisione è dovuta alle nuove e gravi dichiarazioni fatte dal pentito Luigi Guida, boss della Sanità e reggente del clan Bidognetti che ha confermato le accuse nei confronti del Sottosegretario, arricchendole di nuovi particolari. Ora i pentiti sono 6 , ma il coordinatore regionale del PDL non si arrende, ha già annunciato che ricorrerà in Cassazione, sua ultima possibilità per evitare un soggiorno in carcere. Nel frattempo, sulla scena della politica regionale, si devono registrare le dichiarazioni di Ciriaco De Mita, che in un dibattito tra le sue amate montagne, ha dichiarato che se il candidato del Centro Destra alla Regione era il Sottosegretario Viespoli di Benevento, che era presente in quella occasione, lui lo avrebbe appoggiato di sicuro. De Mita sa bene che è molto difficile che l'ex sindaco di Benevento possa diventare il presidente della Regione Campania, sarebbe troppo debole politicamente e territorialmente, inoltre proviene dal vecchio MSI di Fini ed in questo momento gli uomini del Presidente della Camera non hanno molto gradimento nel partito di Berlusconi.
Le dichiarazioni del patriarca di Nusco devono essere lette come una delegittimazione per Cosentino, che ha ben capito la provocazione del vecchio leader, ma il suo obbiettivo è solamente quello di evitare gli arresti in carcere. Nel frattempo, arriva un altro segnale da un altro politico vicino a Fini, il Vice Ministro mantovani, che al processo per la strage di Castelvolturno, chiede la costituzione di parte civile del Governo. In quel processo è imputato Giuseppe Setola, lo spietato capo di una banda di assassini, braccio armato del clan dei casalesi. In questo clima, tra divisioni e contraddizioni il centro destra si approccia alle elezioni regionali. Povera Campania, in che politica sei caduta!
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