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mercoledì 20 ottobre 2010

I furti costano alle famiglie italiane in media 163 euro, secondo quanto è emerso dal Barometro Mondiale dei Furti nel Retail 2010

§        *  II valore delle perdite  in Italia è di 3,205 miliardi di euro, pari all'1,28% delle vendite: questa percentuale è ancora al di sopra della media dell'Europa Occidentale

§         * Più di un terzo dei retailer italiani continua a registrare un incremento nei tentativi di furto o nei furti effettivi

§         * Giunto alla decima edizione, lo studio evidenzia come la spesa per la prevenzione delle perdite abbia contribuito negli anni alla diminuzione dei tassi di differenze inventariali

Milano, 19 Ottobre 2010 - Checkpoint Systems, leader globale per il controllo delle differenze inventariali, presenta oggi i dati 2010 della più dettagliata indagine indipendente sul numero e la tipologia di furti commessi all'interno dei punti vendita e della Grande Distribuzione, condotta dal Centre for Retail Research e patrocinata da Checkpoint Systems.

 

Lo studio evidenzia che il livello dei furti nel Retail nel 2010 ha raggiunto globalmente una cifra pari a 87,506 miliardi di Euro, il che rappresenta una diminuzione del 5,6% rispetto allo scorso anno. La riduzione delle differenze inventariali – ossia delle perdite causate da furti di clienti e dipendenti ma anche da errori amministrativi – è stata registrata in tutte le aree geografiche oggetto d'indagine ed ha trovato maggior riscontro in Nord America (-6,9% rispetto al 2009).

 

In Italia, la percentuale di differenze inventariali è stata pari all'1,28% rispetto al fatturato del Retail, con una diminuzione del 5,9% rispetto allo stesso dato del 2009. Tuttavia le perdite che i responsabili dei punti vendita subiscono sono ancora molto alte, pari a 3,205 miliardi di euro.

 

"Nonostante il calo delle differenze inventariali, il costo della criminalità nel retail continua a rappresentare una maggiorazione di 152 euro sul conto della spesa di ogni famiglia media appartenente ai 42 paesi esaminati" ha affermato il professor Joshua Bamfield, direttore del Centre for Retail Research e autore della ricerca. "In Europa, la cifra è pari a 140,65 euro, mentre per l'Italia la 'tassa invisibile' che le famiglie italiane sono costrette a sostenere raggiunge una valore di 163 euro all'anno"

 

Confrontando i dati Europei, è opportuno evidenziare due aspetti. Il primo riguarda un record positivo: dopo Turchia (-9%) e Grecia (- 6,5%), l'Italia risulta essere la nazione che ha maggiormente ridotto il livello di differenze inventariali.

 

A questo risultato hanno contribuito anche gli investimenti che i responsabili dei punti vendita hanno realizzato in una serie di interventi finalizzati alla protezione dei prodotti a maggior rischio di furto, e ad  una migliore formazione del personale. Secondo l'indagine infatti, le spese in sicurezza sono aumentate in Italia del 10,7%, un valore più alto anche rispetto all'incremento registrato a livello globale e pari a 9,7 punti percentuali.

 

Il secondo aspetto da sottolineare è che, nonostante le riduzioni registrate, il nostro Paese riporta ancora una percentuale di differenze inventariali più alta rispetto a quello della media dell'Europa Occidentale che è pari all' 1,26%. Dall'indagine risulta infatti che oltre un terzo dei retailer italiani (il 35,1% degli intervistati) continua a registrare un incremento dei tentativi di furto o dei furti effettivi.

 

Andando ad analizzare quali sono le fonti delle perdite, si scopre che in Italia sono aumentati ulteriormente i furti commessi da parte dei clienti: sono infatti il 52,5% i taccheggi ad opera di bande organizzate o da ladri non professionisti (erano 50,8% nel 2009), un valore anche più alto rispetto al resto della media europea, che si attesta sui 47,8%.

 

La percentuale di dipendenti disonesti  - che rappresenta la seconda maggiore causa dei furti nel retail -  scende dal 30,9% dello scorso anno al 25% del 2010. Tra le altre fonti alla base delle differenze inventariali ci sono le frodi da parte di fornitori/ produttori (7,2 % delle perdite) e gli errori interni (15,3%).

Per ciò che concerne le linee di prodotti maggiormente rubate livello globale, gli aumenti maggiori sono stati rilevati nel settore abbigliamento per bambini e quello da esterno, nei prodotti per la rasatura, in affettati /insaccati e nel latte in polvere.

 

In Italia, la classifica dei 10 prodotti più rubati vede al primo posto abbigliamento di lusso e accessori firmati, seguiti da articoli per la cura e l'igiene del corpo e da prodotti Hi-Tech.

 

CLASSIFICA DEI 10 PRODOTTI MAGGIORMENTE RUBATI IN ITALIA

1

Abbigliamento di lusso e accessori firmati  

2

Articoli per la cura e l'igiene del corpo (Creme per viso , Profumi, Lamette)

3

Prodotti Hi-Tech (MP3, consolle, giochi)

4

Whisky e Alcolici

5

Food Fresco (Carne fresca, Cibo di alta gamma, Pesce)

6

Prodotti Multimedia (CD, DVD cofanetti)

7

Articoli "Fai da te" (Attrezzature elettriche, cavi)

8

Cartucce per stampanti/Toner 

9

Parafarmacia (latte in polvere, farmaci da banco)

10

Pile/Batterie Ricaricabili 

 

Nel 2010 si registra inoltre un aumento a livello europeo nel valore medio dei beni sottratti dai taccheggiatori, che sale a 113,97 € (circa 20€ in più rispetto al 2009).

 

Salvador Cañones, Country Manager di Checkpoint Systems per l'Italia, commenta così la situazione del nostro Paese: "In quest'anno i Retailer hanno fatto notevoli progressi con l'introduzione di nuove politiche per combattere le differenze inventariali, ma devono continuare a puntare sull'innovazione e su una strategia di prevenzione a più livelli per contrastare il fenomeno. Ad oggi infatti in Europa più del 28% delle linee di prodotti "Top 50" più rubati nel Retail non gode di protezione specifica. Il nostro settore – continua Cañones -  ha quindi bisogno di accelerare l'innovazione per garantire una migliore protezione ai retailer e ai consumatori"

 

Interessante notare anche l'evoluzione che il fenomeno del furto ha assunto nel corso degli anni: lo studio condotto dal professor Joshua Bamfield è giunto alla decima edizione a livello europeo e ha potuto dunque delineare quello che è stato il trend relativo al periodo di studio 2000-2010.

 

L'analisi evidenzia come i tassi medi di differenze inventariali siano diminuiti tra il 2000 e il 2010 in Europa Occidentale, passando da un valore di 1,4% registrato nel 2000, ad una riduzione nella media europea fino all' 1,27%. In particolare nell'ultimo quinquennio si sono registrati dei valori più bassi rispetto al periodo 2000-2005, anche in anni particolarmente delicati come il 2009, caratterizzati dalla forte recessione economica. 

 

Come fa notare Bamfield:"Questi dati sono confortanti e ci dimostrano che negli anni c'è stata una maggiore sensibilizzazione da parte del settore Retail alla problematica delle differenze inventariali. I responsabili dei punti vendita hanno compreso che la riduzione dei furti è un elemento essenziale per il successo e la crescita delle propria attività e si stanno sempre più dirigendo verso un costante sviluppo e miglioramento dei programmi di prevenzione delle perdite"

 

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La ricerca

 

Il Barometro Mondiale dei Furti nel Retail  (GRTB) è una ricerca annuale condotta dal Centro di Ricerca per il Retail di Nottingham, UK, e sponsorizzata da Checkpoint Systems; avviata nel 2001 in Europa, è stata estesa a livello globale nel 2007. 

Questo studio rappresenta la ricerca più grande e completa al mondo sui furti e la criminalità nel retail e descrive i principali trend relativi alle differenze inventariali e ai furti nel settore retail di 42 paesi e regioni del mondo, inclusi Stati Uniti, Cina, India, Europa, Giappone e Australia. Per la prima volta quest'anno entra a far parte dell'indagine anche la Russia.

 

Lo studio è stato effettuato sulla base dei dati forniti in forma anonima da 1.103 dei maggiori retailer mondiali, per un totale di vendite combinate che ammonta a 712,714 milioni di euro e che rappresenta un campione di paesi e mercati verticali del settore retail.

 

A proposito del Centre for Retail Research

 

La quarta edizione del Barometro Mondiale dei Furti nel Retail (decima edizione per l'Europa) è stata prodotta dal professor Joshua Bamfield, direttore del Centro di Ricerca per il Retail (www.retailresearch.org) con la collaborazione di Checkpoint Systems, Inc. Il CRR è un'organizzazione indipendente che conduce ricerche e fornisce consulenza per il retail, occupandosi dei cambiamenti che avvengono nel settore e concentrandosi sulle frodi e sul crimine. Il centro ha condotto numerosi studi sul costo della criminalità e sull'applicazione di sistemi elettronici e computerizzati per combattere i furti e le frodi nei punti vendita di diverse parti del mondo.

 

A proposito di Checkpoint Systems Spa

 

Checkpoint Systems è il leader mondiale per la gestione delle differenze inventariali, la visibilità della merce e le soluzioni di etichettatura dei capi d'abbigliamento. Checkpoint collabora con i punti vendita e con i loro fornitori per ridurre le differenze inventariali, migliorare la disponibilità della merce sugli scaffali e sfruttare i dati in tempo reale per raggiungere l'eccellenza operativa.

Le soluzioni Checkpoint si basano su quarant'anni di esperienza nel settore delle tecnologie RF, su differenti offerte per la gestione delle differenze inventariali, su una vasta gamma di soluzioni per l'etichettatura dei capi d'abbigliamento, sulle applicazioni RFID leader di mercato, sulle soluzioni innovative per la merce ad alto rischio di furto e sulla sua piattaforma di gestione dati Check-Net online. Grazie a queste soluzioni, i clienti Checkpoint possono godere di un aumento nelle vendite e nei profitti grazie all'ottimizzazione della supply-chain, alla stampa di etichette su richiesta e ad un ambiente di vendita aperto in grado di offrire sicurezza migliorando l'esperienza d'acquisto dei consumatori.

Quotata sul NYSE (NYSE: CKP), Checkpoint opera su tutti i principali mercati e conta 5.600 dipendenti in tutto il mondo. Per ulteriori informazioni, visitare www.checkpointsystems.com

 

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