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sabato 7 maggio 2011

SPIAGGE: WWF E FAI SI APPELLANO A NAPOLITANO

SPIAGGE: WWF E FAI SI APPELLANO A NAPOLITANO 

"Il Capo dello Stato valuti la costituzionalità del decreto legge che nasconde la legittimazione privatistica di migliaia di immobili sulle coste. A rischio ambiti territoriali sottoposti a vincoli paesaggistici e ambientali" 
 

WWF e FAI si appellano al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinchè valuti la costituzionalità dell'uso della decretazione d'urgenza per il provvedimento, contenuto nel cosiddetto 'Decreto Sviluppo', che garantisce ai privati concessioni demaniali per le spiagge per i prossimi 90 anni mettendo così a rischio ambiti territoriali sottoposti a vincoli paesaggistici e, in alcuni casi, ambientali. "Ci rendiamo conto – affermano in una nota congiunta le due associazioni ambientaliste - che in questo momento rivolgersi al Capo dello Stato significa aggiungere altri problemi ai tanti che già il Presidente Napolitano sta affrontando, ma quanto sta accadendo è davvero allarmante. Al Presidente della Repubblica dunque chiediamo di svolgere, col rigore che lo finora ha contraddistinto, la sua prerogativa costituzionale sull'utilizzo di questa decretazione d'urgenza per un provvedimento che, modificando le norme che regolano la concessione del demanio costiero, ha conseguenze che vanno bel oltre quanto si sta dichiarando". "Il decreto legge del Governo che prevede l'ipotesi di concedere per 90 anni la gestione dei tratti di spiaggia ai gestori degli stabilimenti balneari contiene due aspetti giuridici di una gravità assoluta. Il primo – spiegano WWF e FAI - riguarda proprio l'emanazione di un decreto legge per una materia che va a condizionare per quasi un secolo ambiti territoriali sottoposti a vincoli paesaggistici diretti, e in alcuni casi anche ambientali, come sono appunto tutti quelli costieri. Il secondo aspetto, su cui giustamente anche l'Unione Europea chiede chiarimenti, riguarda lo stravolgimento sostanziale dell'istituto giuridico della concessione demaniale per come è previsto nel codice della navigazione che regolamenta anche l'occupazione dell'arenile. Il Governo infatti prevede il riconoscimento del diritto di superficie introducendo per un tempo abnorme quest'istituto del codice civile nell'ambito demaniale costiero. Questo nei fatti significa che si attribuiscono diritti ben più forti e radicati a coloro che hanno in gestione le aree demaniali. Il riconoscimento del diritto di superficie inoltre condiziona radicalmente il tempo della durata di concessione. Tutto ciò è fatto per consentire il rientro degli investimenti che i gestori dovranno affrontare per aumentare l'offerta turistica. Ma quali investimenti possono rientrare in 90 anni, e non invece in un arco di tempo più breve, se non quelli immobiliari? Ecco dunque la ratio che nasconde questo decreto: la legittimazione privatistica di migliaia di immobili costruiti sul demanio costiero, che apre ad un ulteriore processo di cementificazione". 
 
 
 
 

 

Roma, 7 maggio 2011

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