La scoperta della nuova terapia esempio di moderna “serendipity” scientifica. Tadalafil, al dosaggio di 5 milligrammi, è la prima terapia unica efficace sia per trattare la disfunzione erettile che i sintomi urinari secondari all’iperplasia prostatica, come l’urgenza minzionale e il mancato svuotamento della vescica che costringono alle “corse” in bagno peggiorando la qualità di vita.
Sotto tiro la generazione dei baby-boomers. Circa sette milioni di uomini in Italia fanno i conti con i sintomi urinari e nella metà dei casi, ovvero in 3,5 milioni persone, il disturbo è associato alla
disfunzione erettile. Le due condizioni hanno una fisiopatologia comune. Fondamentale il colloquio medico-paziente che deve svelare la coesistenza delle due condizioni. Il maschio ha comunque un alleato formidabile: la donna, sempre più protagonista della salute di coppia.
Si riduce la funzione del “rubinetto” muscolare che fa arrivare il sangue al pene e favorisce l’eliminazione dell’urina. Si deteriorano i “cavi” del sistema nervoso che trasmettono i messaggi e le vie si fanno sempre più tortuose. Peggiora la circolazione del sangue nella parte bassa dell’addome. Nasce dalla miscela di questi tre fattori un problema di cui soffrono i baby-boomers italiani: circa tre milioni e mezzo di maschi di mezza età (i fastidi crescono con l’aumentare dell’età) sono afflitti sia dalla disfunzione erettile che dai sintomi urinari, ossia difficoltà ad urinare, aumento nella frequenza, bisogno di urinare spesso la notte, incompleto svuotamento della vescica.
Per molti di loro, oggi è disponibile la prima terapia indicata per trattare contemporaneamente sia i sintomi delle basse vie urinarie o LUTS (Acronimo inglese che sta per Lower Urinary Tract Symptoms), fastidi spesso collegati all’aumento di volume della prostata, sia le difficoltà di erezione: tadalafil al dosaggio di 5 milligrammi da assumere una volta al giorno. Il trattamento, già indicato per gli uomini con disfunzione erettile, è infatti stato approvato anche per il trattamento della LUTS (Lower Urinary Tract Symptoms) dovuta all’iperplasia prostatica nei pazienti con disfunzione erettile e già trattati per questa patologia.
L’impiego di tadalafil in monoterapia per entrambe le condizioni rappresenta un moderno esempio di “serendipity”, ovvero di scoperta casuale di un particolare meccanismo d’azione, ma è sostenuto dai risultati particolarmente significativi dei numerosi studi clinici condotti. “Le sperimentazioni cliniche condotte in tutto il mondo dimostrano che il trattamento con tadalafil al dosaggio di 5 milligrammi in unica dose quotidiana, oltre ovviamente a trattare la disfunzione erettile frequentemente presente in associazione alla LUTS, è in grado di indurre un significativo miglioramento nella sintomatologia irritativa legata a quest’ultima condizione – spiega il Prof. Vincenzo Gentile, Direttore del Dipartimento di Urologia dell’Università La Sapienza di Roma. “La terapia favorisce il rilassamento del collo vescicale evitando i fastidi legati all’urgenza e alla frequenza minzionale, che sono i più difficili da sopportare per il paziente e ne peggiorano la qualità di vita. I benefici in termini di controllo dei sintomi urinari si riscontrano a partire da 5 giorni dall’inizio della terapia. La disponibilità del trattamento è ancor più importante se consideriamo che i medicinali attualmente utilizzati per il trattamento delle LUTS possono avere come effetto collaterale ripercussioni negative sulla sfera sessuale”.
La scoperta della doppia azione di tadalafil nasce da recenti osservazioni scientifiche in grado di spiegare i meccanismi comuni tra disfunzione erettile e sintomi irritativi delle LUTS. Innanzitutto, il sistema nervoso centrale attiva centri sovrapponibili quando coinvolge la componente urinaria e quella sessuale. Con l’età i sistemi di trasmissione dei segnali nervosi che governano le attività del sistema genito-urinario si deteriorano: da “un’autostrada a quattro corsie” in età giovanile ad “una stradina di campagna” e i collegamenti diventano quindi più complessi e lenti. Inoltre, con il passare del tempo, l’azione della muscolatura liscia (quella involontaria che gestisce l’attività dell’uretra e regola l’afflusso di sangue al pene) si riduce: la ridotta azione del muscolo quale “rubinetto” che fa arrivare il sangue al pene e che assicura l’eliminazione dell’urina è quindi un altro elemento in comune fra le due condizioni. Infine, con l’invecchiamento del sistema vascolare, cala l’apporto di sangue e ossigeno agli organi e quindi aumenta il rischio di difficoltà di erezione e di problemi legati al funzionamento di prostata e vescica.
“Per lo specialista urologo queste nuove acquisizioni scientifiche si rivelano un’opportunità, perché unificando le due condizioni si potrà migliorare il trattamento dei pazienti – afferma il Prof. Massimo Lazzeri, Specialista in Urologia, Consulente Scientifico dell’Ospedale San Raffaele di Milano. “Avere a disposizione farmaci come tadalafil, che consentono di agire su entrambi i versanti patologici, significa non solo migliorare la condizione clinica del paziente ma anche poter evitare una “politerapia” che sicuramente non agevola l’aderenza del paziente alla cura”.
Per impiegare al meglio il trattamento, peraltro, è necessario riconoscere le persone che possono presentare la doppia sintomatologia. Spesso è difficile raggiungere questo obiettivo, per la naturale reticenza del paziente a parlare della propria condizione. I primi segnali di un’ipertrofia prostatica in genere si manifestano dai cinquant’anni in poi, e spesso accade che il maschio si accorga di qualche leggera defaillance nell’erezione, pur in presenza di un’attività sessuale apparentemente soddisfacente. Il curante, quindi, diventa una sorta di “investigatore” che, muovendosi come uno Sherlock Holmes scientifico, può davvero aiutare il paziente. “Il medico deve saper cogliere quindi indagare entrambi gli aspetti, anche quando uno dei due non viene espressamente riferito o messo in luce dal paziente – riferisce il Prof. Furio Pirozzi Farina, Presidente della Società Italiana di Andrologia, Direttore dell’Unità Operativa di Urologia Andrologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari “Chi si presenta in ambulatorio per i sintomi urinari (LUTS) deve essere indagato anche per l’eventuale presenza di disfunzione erettile e viceversa, attraverso domande specifiche. In questo l’uomo può essere aiutato dalla partner, che in qualche caso arriva a prendere per mano il compagno spingendolo ed aiutandolo ad affrontare anche queste problematiche. In caso di coesistenza di LUTS e disfunzione erettile, poi, è infatti proprio la donna che può segnalare la presenza di segni o sintomi che vengono minimizzati o sottovalutati dal partner”.
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