La norma prevede che le aziende ricevano il consenso dei genitori e lo verifichino prima di poter raccogliere o condividere informazioni personali di bambini.Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", più volte ha focalizzato l'attenzione sui pregi rappresentati dalle libertà della rete, ma anche sui difetti determinati dall'assenza di puntali controlli. Il problema di rispettare la privacy è sentito anche da Facebook stessa, che può trovarsi in difficoltà in quanto non potrebbe raccogliere dati personali senza il consenso dei genitori.
Eppure, secondo un rapporto di un anno fa, esistono almeno 7,5 milioni di bambini sotto i 13 anni che usano il sito, e poco meno della metà hanno meno di 10 anni. Solo un terzo dei genitori sa che i propri figli utilizzano il popolare social network. Non si sta parlando semplicemente del problema dei crimini legati alla sfera sessuale: attraverso Facebook, ad esempio, giovani sprovveduti potrebbero anche diffondere informazioni importanti legate alla sicurezza della famiglia o alle condizioni economiche della stessa.
Per questo per arginare il problema la mossa da parte dei dirigenti del social network, per evitare che la privacy dei minori venga meno, è solo quella di realizzare un collegamento fra l'account dei figli e quello dei genitori. In questo modo, tutte le applicazioni e le amicizie sarebbero monitorate dai genitori, che andrebbero ad approvarne o meno l' interazione con i propri figli.
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