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martedì 13 ottobre 2015

Gender e leadership: meglio un capo uomo o donna?


Impossibile rispondere” commentano dal Gruppo Hays.  
Ma se negli Stati Uniti potessero scegliere, i lavoratori preferirebbero un boss maschile.
                                            

Milano, 13 ottobre 2015 Sul lavoro ci sono capacità o talenti che rendono una donna migliore (o peggiore) di un collega maschio? Tra i due generi, quale sa farsi valere di più al timone di un’azienda? 

“È bene mettere subito le cose in chiaro: non esiste una risposta a queste domande. Si potrebbe parlare per ore senza giungere a una conclusione” - afferma Sofia Cortesi, Finance Director di Hays, uno dei gruppi leader a livello globale nel recruitment specializzato. 

Le questioni di genere sul posto di lavoro sono una materia di discussione che è stata esplorata da numerose angolazioni, ma se si cerca di stabilire a chi debba essere assegnata la palma del migliore si rischia di generalizzare, cadendo in stereotipi molto spesso infondati e inconcludenti”. Quello che si può fare, invece, è sentire i professionisti per capire se per loro, ha ancora importanza rispondere ad un capo in tailleur o un manager in giacca e cravatta.

Secondo quanto emerge, per esempio, da una ricerca della società Gallup condotta lo scorso anno negli Stati Uniti su un campione di 1.000 lavoratori*, ipotizzando di iniziare un nuovo impiego, il 26% degli intervistati (vs 39% delle intervistate) preferirebbe interfacciarsi con un capo maschio, mentre solo il 14% degli uomini (vs 25% del campione femminile) vorrebbe avere un boss in gonnella

“Ancora oggi, almeno in America, i professionisti sembrano sentirsi più a loro agio se al comando c’è un uomo – continua Cortesi –. La ragione può essere di natura psicologica. Una donna è spesso vissuta come una persona ‘lunatica’, esigente ed impulsiva e questo può generare ansia da prestazione nei propri collaboratori.  L’uomo, al contrario, è considerato più stabile, diretto e pragmatico”.

Anche chi ha già un’occupazione preferirebbe riportare ad un capo uomo. Sempre secondo il sondaggio condotto da Gallup, tra coloro che già lavorano per un uomo, il 41% afferma di preferirlo ad una donna (15%). Seppure con uno scarto decisamente minore, lo scenario è simile anche tra coloro che al momento rispondono ad una donna: il 33% di loro preferirebbe cambiare ed interfacciarsi con superiore maschio, mentre il 27% vorrebbe continuare a lavorare con una donna come boss.

“In generale avere un rapporto equilibrato con il proprio responsabile in un ambiente complesso come quello lavorativo non è mai facile – conclude Cortesi -. Il carattere e la competenza del superiore sono sicuramente imprescindibili per creare una collaborazione proficua, ma a volte un’esasperazione delle caratteristiche e degli stereotipi di genere possono creare delle barriere invalicabili. Non va, infatti, dimenticato che la diversità è un valore fondamentale e solo con l’equilibrio tra genere maschile e femminile si riescono a raggiungere i migliori traguardi”.

*Gallup - http://www.gallup.com/poll/178484/americans-prefer-male-boss-female-boss.aspx



Hays, società quotata al London Stock Exchange, è uno dei leader mondiali nel recruitment specializzato nell’ambito del middle e senior management. Al 30 giugno 2015 il team di Hays Worldwide conta più di 9.023 persone, distribuite in 240 uffici dislocati in 33 Paesi nel mondo. Da più di trenta anni Hays è attiva in Europa, Canada, Australia e Nuova Zelanda con consulenti che, grazie al background maturato in una delle 20 differenti divisioni, offrono ai propri clienti la garanzia di una copertura delle differenti esigenze aziendali sia a livello nazionale sia internazionale.

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