A cura di Massimo Palermo, Regional
Sales Leader di Avaya Italia
Milano, 03 dicembre 2015 - Quanto conosciamo la “generazione Z”?
Chi lavora in azienda, probabilmente, potrebbe rispondere “non molto bene”.
Gli adolescenti attuali sono profondamente differenti da chi li ha
preceduti - i cosiddetti “Millennials”
- e riuscire a comprenderli è molto importante, poiché è proprio questa la
generazione che costituirà la nuova, più innovativa e tecnologicamente
avanzata, forza lavoro.
I “Millennials” (le persone nate
tra il 1980 e il 1999) sono stati la prima generazione a scoprire e utilizzare
la tecnologia cosiddetta ‘personale’.
Molti di loro sicuramente ricordano di
aver imparato a scrivere sulle macchine da scrivere elettroniche, a salvare i
propri lavori sui floppy disk e di aver giocato ai videogiochi sulle prime
consolle; hanno esplorato la rete, utilizzato i primi computer, i palmari, i computer portatili e i telefoni
cellulari; hanno condiviso file attraverso l’architettura P2P, letto i primi
blog, ricevuto le prime richieste di amicizia e fatto pasticci e gaffe sui
social media. Possono determinare con precisione qual è stato il loro primo smartphone,
il primo selfie della loro vita e quando hanno usato per la prima volta un
dispositivo touch nel modo giusto.
Per la “Generazione Z”, nata dopo
il 1999, queste tappe fondamentali sono già il passato. I quindicenni di oggi
non riescono nemmeno a concepire un mondo senza internet; una realtà, questa,
che comporta numerose implicazioni per le aziende oggi.
Ci sono infatti almeno
sei trend che le aziende devono iniziare assolutamente a monitorare e
considerare nelle proprie strategie commerciali:
6 – La qualità
del prodotto è tutto: l’adolescenza contemporanea è caratterizzata da una
marcata mancanza di fedeltà ai brand. Nati con la conoscenza e le informazioni
a portata di ‘click’, gli adolescenti sono a caccia della qualità ‘tout court’.
Sostanzialmente, essere fedeli a un brand significa non avere il coraggio di
confrontare i prodotti – un vincolo, questo, che gli adolescenti iperconnessi
semplicemente non percepiscono. Per le aziende, ciò significa che il marketing
tradizionale, centrato solo sul brand, passa in secondo piano rispetto alla
qualità effettiva.
5 – Focus sulle
recensioni online: Nella maggior parte delle categorie merceologiche, i
teenager preferiscono fare acquisti online, piuttosto che offline. Non c’è
quindi da meravigliarsi nello scoprire che la “Generazione Z” legge recensioni online, guarda video-tutorial e
compara i prezzi con facilità. In un simile scenario, le aziende devono sapersi
inserire nelle conversazioni che avvengono online e interagire in maniera
autentica.
4 – La “Generazione Z” ripara tutto da sola: il 92% degli
adolescenti riferisce di essere online ogni giorno, e quasi 1 su 4 afferma di
essere “quasi sempre connesso”. Chi si trova ad affrontare problemi con un
prodotto inizia facendo una ricerca online, in modo da scoprire se qualcun
altro ha sperimentato le stesse difficoltà. Le aziende, dunque, dovrebbero
predisporre servizi di supporto al self-service, così da fornire le risposte
corrette e non lasciare che queste siano date solo
dagli utenti.
3 – Non vogliono
chiamare il tuo numero verde: essere messi in attesa del primo operatore disponibile è
un concetto del tutto estraneo ai teenager di oggi, che userebbero volentieri
qualsiasi altro dispositivo digitale piuttosto che il telefono per avere
risposte alle loro domande. Questi strumenti includono basi di conoscenza, chat
live o chat automatizzate, supporto video, email, SMS e social media. Per le
aziende, questo significa incontrare i consumatori sui diversi canali online,
in base alle loro preferenze e profili individuali.
2 – Vogliono i loro dispositivi e le loro app: prima di ottenere
il loro primo lavoro d’ufficio, per esempio, i più anziani appartenenti alla “Generazione Z” avranno a
disposizione, letteralmente, una vita intera per sperimentare i loro
dispositivi personali e le loro app preferite. Se la generazione dei
Millennials ci ha insegnato qualcosa, è proprio che la “Generazione Z”
si aspetta di utilizzare i migliori software e dispositivi per svolgere il
proprio lavoro. Il trend denominato “Bring-your-own-everything”
rappresenta, per le aziende, una doppia sfida: da una parte, garantire la
sicurezza dei dati aziendali all’interno di una vasta gamma di app e
dispositivi; dall’altra, assicurare che i dati circolino facilmente tra app magari
in concorrenza tra loro
1 – Potrebbero non
voler lavorare per noi: le prime indicazioni ci mostrano che gli adolescenti di
oggi appartengono alla generazione dallo spirito imprenditoriale più sviluppato
della storia. Il 72% degli studenti delle scuole secondarie superiori, infatti,
afferma che vorrebbe, un giorno, avviare una propria attività. Il 76%, invece,
vorrebbe trasformare i propri hobby in un lavoro a tutti gli effetti (nota:
solo il 50% dei Millennials afferma lo stesso). Per le aziende di oggi, questo
significa pensare a una nuova strategia che tenga conto di una possibile futura
ondata di micro-aziende.
Queste sei tendenze digitali non dovrebbero sorprenderci: i Millennials hanno
insistito molto con le aziende per ottenere da loro risposte, nello scorso
decennio. La differenza potrebbe, forse, essere questa: la “Generazione Z” è meno indulgente quando
si tratta di tecnologia – per gli adolescenti essa è qualcosa di utile, non una
semplice novità.
I principi fondamentali alla base di ogni buona azienda sono sempre gli
stessi: produrre beni e servizi di alta qualità, trovare consumatori che
sostengano l’attività aziendale, fornire un servizio di assistenza clienti
costruito sulle preferenze del cliente in termini di modalità e canale di
contatto e progettare gli strumenti del futuro. Le aziende che riusciranno a
convincere la “Generazione Z”, quindi, saranno proprio quelle in grado
di seguire con coerenza e costanza questi principi e garantirsi sviluppo e crescita di business anche in prospettiva futura.
Nessun commento:
Posta un commento