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martedì 5 aprile 2016

"Elementi", il periodico di GSE, il Gestore dei Servizi Energetici

Raffaele Cantone:             La trasparenza sia cultura della Comunità

Silvia Velo:                           Salviamo il mare nostrum

Guido Bortoni:                   Arriva la rivoluzione dei contatori

Giuseppe Tannoia:           La sfida? Centrare gli obiettivi di efficienza energetica

Christiana Figueres:         Bene COP21, ora abbandonare combustibili fossili

Gilberto Dialuce:                Il futuro è delle rinnovabili. Ma ora c’è il gas

Anne Houtman:                  Un’Europa unita con reti intelligenti



Roma, 05/042016 – “Trasparenza è la parola chiave nella lotta alla corruzione: la corruzione è un reato che si svolge all`oscuro, ed è quindi nemico genetico della trasparenza. Se vogliamo combattere la corruzione abbiamo bisogno di massima trasparenza”. Così Raffaele Cantone, Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione nel suo intervento nell’ultimo numero di Elementi, house organ del gruppo Gestore dei Servizi Energetici, visibile sul sito www.gse.it.

“Fino a oggi - ha spiegato Cantone - si è pensato che trasparenza significasse mettere a disposizione il massimo di dati. Ma quella è una trasparenza quantitativa; occorre una trasparenza qualitativa, cioè creare strumenti che consentano al cittadino e alla società civile di trovare ciò che cercano consentendo un efficace controllo degli atti e dell’operato della PA. La trasparenza poi è un concetto strettamente collegato all`informazione e alla stampa, che svolge un ruolo insostituibile nel controllo democratico dell’operato delle amministrazioni pubbliche da parte dei cittadini”.

Cantone ha proseguito affermando che: “la corruzione in Italia è a un livello molto alto, anche se ci sono segnali positivi. Nel rapporto di Transparency International 2015 l’Italia si è classificata al 61° posto nel mondo, con un voto di 44 su 100. Rispetto allo scorso anno il nostro Paese ha guadagnato 8 posizioni, un segnale sicuramente positivo da mettere in relazione all’emersione dei grandi scandali italiani nell’ultimo anno: Mose, Expo, Roma Capitale, e che si può leggere anche come riconoscimento del lavoro fatto nel contrasto alla corruzione. Anche se l’Italia rimane in fondo alla classifica, direi che è iniziato un trend positivo, dimostrato anche dal progressivo adeguarsi delle Pubbliche Amministrazioni agli obblighi di trasparenza dettati dalla legge. L’Autorità Nazionale Anticorruzione verifica ogni giorno che tale processo sia definitivamente in atto. Le prescrizioni in materia di trasparenza non sono più vissute come appesantimento burocratico, ma come un modo per migliorare la produttività della PA”.

Cantone ha poi voluto sottolineare chela collettività deve capire che l`unica vera barriera contro la corruzione è proprio lei stessa. Non si può pensare di avere un poliziotto per ogni singolo episodio di potenziale minaccia; occorre imparare a convivere con le regole che non significano burocrazia, ma prevenzione. Questo salto culturale è stato avviato e stiamo prendendo collettivamente consapevolezza che la corruzione è un male che si deve e si può combattere, per il beneficio di tutti. Certo la consapevolezza dei cittadini sarà rafforzata da una maggiore efficienza dell’amministrazione, il che diminuisce la percezione del malaffare e della cattiva amministrazione e innesta un circolo virtuoso nei comportamenti dei cittadini”

Sull’importanza della collaborazione fra le amministrazioni pubbliche per combattere efficacemente la corruzione, nell’ottica di fornire loro indicazioni univoche sugli adempimenti anticorruttivi, Cantone ha detto che “più che di rete parlerei di diffusione di buone pratiche. Per questo stiamo stipulando protocolli di intesa collaborativa con gli enti locali, come la Regione Lazio, per il controllo preventivo dei bandi di gara. Abbiamo fatto protocolli con Guardia di Finanza ed Arma dei Carabinieri, che hanno dato ottimi risultati come per l’Expo. Inoltre abbiamo promosso due incontri con i responsabili per la prevenzione della corruzione di tutte le Amministrazioni pubbliche d’Italia. Di rete invece si può parlare in riferimento all’attuazione di quanto previsto dal codice dell’amministrazione digitale in merito alla cooperazione applicativa soprattutto per ridurre gli oneri informativi degli enti mettendo in condivisione le banche dati. L’Anac al riguardo è tra le amministrazioni che più di tutte persegue questo obiettivo mettendo a disposizione il proprio patrimonio informativo. Significativo al riguardo il protocollo con la Ragioneria generale dello Stato per condividere le informazioni sui pagamenti dei contratti pubblici, riducendo gli obblighi informativi di entrambe, Anac e Ragioneria”

Silvia Velo, sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, ha dichiarato che: “Il nostro Paese è quel che è perché sta sul Mediterraneo. In parte questa consapevolezza l'abbiamo persa o l'abbiamo troppo a lungo data per scontata. Ciò fa sì che da una parte non ci si curi a sufficienza del benessere del nostro mare, salvo i due o tre mesi dell'estate quando c'è la balneazione; dall'altro sottoutilizziamo le potenzialità di sviluppo legate al mare. Ci sono i settori tradizionali - la pesca, la cantieristica, il cabotaggio marittimo, il turismo sul mare – ma ce ne sono altri da sviluppare. Per citarne solo due, le biotecnologie per la produzione di farmaci e sostanze utili dal mare e la produzione di energia rinnovabile dal mare, sfruttando onde e maree. Insomma, dovremmo riconoscere più a fondo la nostra identità di Paese legato al mare, ed essere consapevoli che il nostro mare è un bene non infinito. A maggior ragione se pensiamo al Mediterraneo, un mare piccolo, chiuso, fortemente antropizzato”.

Su come sviluppare e tutelare questa risorsa, Silvia Velo ha indicato nel Collegato ambientale uno degli strumenti. “Abbiamo definito nella revisione della strategia di sviluppo sostenibile l'obbligo di prevedere un capitolo dedicato al mare. Inoltre, stiamo attuando la direttiva europea sulla strategia marittima che punta a raggiungere entro il 2020 il buono stato ecologico del nostro mare. E’ stato finanziato un piano triennale di monitoraggio in mare, oltre la fascia del miglio costiero quella della balneabilità, una parte di mare mai monitorata ai fini ambientali e della salute, e anche questo è un dato significativo. Nei prossimi mesi attiveremo un confronto con i soggetti economici, pescatori, imprese turistiche, perché il sistema sia in equilibrio, in mare e nell'uso degli spazi della fascia costiera. Banalmente, se si pensa di fare trivellazioni, eolico offshore, cantieri navali e anche turismo nello stesso tratto di costa la cosa non regge”.  

La sottosegretaria all’Ambiente sul tema “rinnovabili” ha affermato: “l'Italia, grazie agli incentivi, ha goduto di uno sviluppo straordinario delle rinnovabili, diventando il primo Paese in Europa col 40% di energia verde. Questo però ha pesato sulle nostre bollette, perché gli incentivi li pagano i cittadini e le imprese. Il tutto impatta con un tema molto importante che è quello della competitività delle nostre imprese, visto che l'aumento della bolletta si riflette sui costi di produzione. Si è quindi verificata una lacuna: le misure non sono riuscite a creare una filiera produttiva italiana. Il risultato? Il sistema di produzione energetica ne ha beneficiato, ma lo stesso non è accaduto al sistema industriale nel suo complesso. Il governo ha deciso di intervenire sulla bolletta elettrica riducendo gli incentivi e provando a indirizzarli in maniera più selettiva, escludendo i settori maturi. Ad esempio il fotovoltaico sta ripartendo perché si sostiene da solo”.  

Di conseguenza, ha continuato la Velo, “l'indirizzo del governo è quello di selezionare gli incentivi, tenendo conto delle risorse limitate, concentrandoli su settori più innovativi come il solare termodinamico, che possono avere anche una filiera produttiva tutta nazionale, così da spendere al meglio le risorse limitate. Ci sono anche altri provvedimenti importanti. In particolare sono orgogliosa di aver innalzato a 500 kilowatt lo scambio sul posto, favorendo l'autoproduzione tra soggetti nello stesso comparto produttivo o urbano. Insomma, stiamo reindirizzando gli sforzi sulle rinnovabili che rimangono un elemento strategico per la produzione di energia nel nostro Paese”.

Quanto all’innovazione Silvia Velo è del parere che: “dopo la fase del pionierismo bisogna concentrare risorse e strumenti normativi sull'innovazione. I sistemi di accumulo sono una frontiera tecnologica che può consentire un salto di qualità nell'utilizzo delle rinnovabili, permettendo di stoccarne la produzione. Da una parte abbiamo innalzato la soglia dell'autoconsumo, che non ha costi e permette di redistribuire la produzione, dall'altra se ci concentriamo nel sostenere le tecnologie e l'innovazione nei sistemi di accumulo, possiamo consentire alle rinnovabili di funzionare meglio di quanto già non facciano, innervando il sistema”.  

Proseguendo, la Velo ha detto che l’efficienza energetica offre importanti potenzialità, “sia in termini di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni di CO2, sia in termini di politiche industriali. Una frontiera che ci permette di rendere efficienti i nostri edifici pubblici e privati e al tempo stesso ha una filiera tutta in situ, che non si delocalizza e può essere lo strumento per rilanciare “ambientalmente” l'edilizia, senza il consumo di suolo ma riqualificando il patrimonio esistente che ha bisogno di essere rinnovato. Insomma, investiamo e puntiamo molto sull'efficienza energetica come la nuova frontiera su cui aggiornare la politica energetica del Paese”.

Guido Bortoni, Presidente dell’Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico, ha parlato della rivoluzione che avverrà con l’avvento dei nuovi contatori elettrici intelligenti, sostenendo che: “la funzione principale del contatore è la misura di energia: questa non cambierà. Cambieranno però le prestazioni. I contatori di prima generazione sono progettati per rilevare le misure di energia elettrica ogni mese, con dettaglio per fasce orarie. Come le fasce orarie sono state un notevole passo avanti della prima generazione, così la rilevazione dei consumi orari per tutti i clienti sarà il risultato più importante della seconda. Saranno possibili nuove offerte sul mercato, più aderenti alle esigenze dei clienti, anche grazie a raggruppamenti orari “personalizzabili” dal venditore. Inoltre i dati orari – anzi, quartorari – saranno disponibili su base giornaliera e non più mensile o bimestrale: questo darà la possibilità di eliminare le cosiddette “code di fatturazione”, portando all’ azzeramento delle fatture di conguaglio e minori rettifiche”.

Bortoni ha proseguito dicendo che: “i nuovi contatori consentiranno l’eliminazione del load profiling  e la disponibilità di dati più accurati, superando la rilevazione per fasce orarie fisse e “sclerotizzate”. Si elimineranno le approssimazioni convenzionali nella regolazione delle partite economiche. Grazie alla disponibilità giornaliera dei dati di prelievo si ridurrà l’esposizione finanziaria, limitando i costi per le garanzie. Inoltre la presenza di dati quartorari consentirà minori sbilanciamenti. La disponibilità di misure orarie ridurrà i costi di sbilanciamento e permetterà ai venditori di formulare offerte più competitive. La scelta dei clienti tra le diverse offerte, che è il meccanismo fondamentale su cui si basa la competitività dei mercati retail, trasferirà loro, nel medio periodo, questi vantaggi. Si pensi anche alla possibilità di offerte prepagate, che saranno un valido strumento di gestione dei casi di morosità del cliente senza riportare il cliente nel regime di servizio universale, una volta venuta meno la Maggiore Tutela nel 2018”.

“Oltre alla misurazione oraria”, ha continuato Bortoni,il più importante beneficio dei contatori di seconda generazione sarà costituito proprio dalla disponibilità dei dati in via pressoché immediata, tramite opportuni dispositivi che saranno “interoperabili”, cioè potranno essere prodotti da qualsiasi operatore del mercato e non solo, come accade oggi, dall’impresa distributrice. La consapevolezza dei propri consumi permette inoltre di fare scelte economicamente più vantaggiose in occasione del rinnovo degli apparecchi, prestando attenzione ai risparmi derivanti dall’acquisto di apparecchi più efficienti”.  

Sulla riservatezza dei dati, Bortoni non ha dubbi: “è un aspetto cruciale che va affrontato con misure di sicurezza adeguate e aggiornate. Faccio solo un esempio: nella seconda generazione verranno adottati algoritmi di criptazione dei messaggi veicolati sulla rete elettrica contenenti i dati di consumo dei clienti. Siamo il più grande Paese al mondo con gli smart meter, non abbiamo avuto fino ad oggi incidenti di cybersecurity, tuttavia non dobbiamo riposare sugli allori né abbassare la guardia”.  

Sulle possibili sinergie tra questi nuovi contatori e il Sistema Informativo Integrato (SII) che gestisce i dati del mercato elettrico, Bortoni così dice: “E’ importante che i dati rilevati dagli smart meter di seconda generazione si coniughino con lo sviluppo del Sistema Informativo Integrato, che ha iniziato a incorporare anche i dati di misura. Ci sarà un notevole aumento dei dati raccolti: questo comporterà nuove esigenze di dimensionamento (memoria ed elaborazione), ma anche più opportunità di analisi dei dati e nuovi servizi connessi. Il SII potrebbe essere la nuova banca dati per l’esame del profilo dei clienti e per l’audit di base per il singolo cliente anche di piccole dimensioni, previo il suo assenso”.

Giuseppe Tannoia, Presidente di Confindustria energia, parlando dell’importanza dell’efficienza energetica, sostiene che: “c’è ancora molto da fare, sia sotto il profilo dell’innovazione tecnologica che della normativa. Un potenziale di miglioramento è, ad esempio, rappresentato dagli edifici pubblici che attraverso riqualificazione ed efficientamento potrebbero contribuire in maniera sostanziale alla riduzione del fabbisogno energetico e quindi al raggiungimento degli obiettivi di efficienza.  Fermo restando che le imprese della filiera Energia non hanno interesse nello spreco delle risorse - rinnovabili e non - la funzione regolatoria dell'Autorità dovrebbe favorire lo sviluppo di un sistema energetico efficiente, capace di ridurre gli sprechi ed evitare distorsioni del mercato. E' possibile che mettendo mano al sistema delle tariffe si rischino degli effetti non voluti: per questo si stabiliscono sistemi di monitoraggio che consentano le correzioni e gli aggiustamenti necessari per il raggiungimento degli obiettivi”.  

Tannoia si è poi augurato che “la capacità di innovazione delle nostre imprese sappia continuare a vincere le sfide di integrazione tra fonti diverse, compresa quella dei sistemi di accumulo per la produzione di elettricità da rinnovabili. Tra dieci anni assisteremo ad una maggiore integrazione dei due settori dovuta alla componente tecnologica che da un lato comporterà un perfezionamento della filiera delle rinnovabili e dall’altro asseconderà lo sviluppo di centrali termoelettriche alimentate a gas e quindi più efficienti e a minor impatto sull’ambiente. Il sistema ne beneficerebbe in termini di efficienza energetica oltre a rispondere agli impegni sottoscritti nel corso della COP21 di Parigi”.

Christiana Figueres, Segretario esecutivo della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite per i Cambiamenti Climatici, è soddisfatta dall’accordo di Parigi, ma, afferma: “rimane ancora da capire se Parigi costituisca l’inizio della fine dell’era dei combustibili fossili. L’accordo apre la porta ad una rapida trasformazione dell’economia globale con ampi spazi per il picco emissivo entro un decennio e crescita nulla delle emissioni al 2100. Adesso bisogna concentrarsi sul  cambiamento e sulla transizione per un modello non più totalmente dipendente dai combustibili fossili”. Alla domanda, quali strumenti stimoleranno gli investimenti in rinnovabili?  

Figueres ha così risposto: “il supporto ai paesi in via di sviluppo è un elemento caratterizzante dell’accordo. Il sostegno finanziario e tecnologico dovrebbe fluire dal mondo sviluppato, favorendo l’accesso all’energia e il passaggio a rinnovabili e a fonti pulite. Gran parte di questo aiuto servirà a ridurre il rischio degli investimenti e incoraggiare il settore privato. Guardare all’insieme dei piani nazionali dovrebbe significare avere una mappa di opportunità di investimento perché ciascun paese agirà per raggiungere i target in termini di mitigazione o di capacità in rinnovabili. L’accordo si basa, inoltre, su strumenti multilaterali già in essere e tesi a stimolare investimenti in energia pulita. Questi permarranno per aumentare il livello dei finanziamenti. Per esempio, il Clean Development Mechanism funziona oggi come garanzia imparziale di riduzioni di emissioni per il mercato dei green bond. Ciò aiuta gli investitori ad assicurarsi del ritorno delle risorse stanziate ma anche delle riduzioni di emissioni che rendono attraente l’investimento. Il Green Climate Fund è un altro strumento con alto potenziale di leva per gli investimenti e il suo modello di business dà priorità ai progetti che promuovono cambiamenti importanti. Questo cambio sistemico muove intere economie verso modelli di sviluppo alimentati da energia pulita e potrà aprire a ulteriori investimenti”.

Gilberto Dialuce, Direttore generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e per le energetiche al Ministero dello Sviluppo Economico, parlando del suo specifico ha sottolineato che: “l'Italia celebra una storia di successo nelle rinnovabili, questo però non significa che le fonti fossili siano definitivamente uscite di scena, anzi. Ad esempio il gas può (e forse deve) diventare la dorsale di un sistema elettrico che si affidi a un largo impiego delle fonti rinnovabili, ma sia mantenuto in equilibrio dal termoelettrico a gas. Il metano, infatti, potrà avere un ruolo importante anche nel rendere più sostenibili i trasporti su gomma, vera croce italiana, sia con il classico  metano compresso per le auto ma ancor di più con l'uso del gas naturale liquefatto (Gnl) - quello che arriva sulle gasiere via nave e poi viene rigassificato per immetterlo nella rete - nella sua forma 'tal quale'. Tema, quest'ultimo, visto come il più grande scenario dell'Energy union nell'agenda dell'Unione europea”.

Anne Houtman, Consigliera della Direzione Energia della Commissione Europea, si è soffermata sulle strategie dell’Ue, dicendo che:le reti intelligenti sono una delle quattro priorità di ricerca e innovazione previste dalla strategia dell’Unione dell’energia. Ci sono inoltre tre progetti di reti intelligenti tra i progetti infrastrutturali chiave selezionati nell’ultimo aggiornamento dei “Progetti di interesse comune”. Questi godranno dei vantaggi previsti dal regolamento TEN-e: maggiore trasparenza, procedure più rapide per l’assegnazione dei fondi, valutazioni ambientali più spedite, un trattamento regolatorio ad hoc e migliore. I progetti potranno ricevere assistenza finanziaria nell’ambito del Connecting Europe Facility (CEF). L’attuale quadro regolatorio europeo promuove l’introduzione di reti intelligenti come strumento per migliorare l’efficienza energetica, e il futuro disegno del mercato elettrico garantirà il contesto adatto per il loro sviluppo. In particolare, saranno incoraggiati schemi di remunerazione che incentivino gli investimenti in tecnologie per le reti intelligenti. Infine nel 2016, un “New Deal per i consumatori di energia”, darà ai consumatori la possibilità di diventare soggetti attivi, garantendo loro l’accesso alle offerte sul mercato, assicurando la sicurezza, la riservatezza dei dati e l’interoperabilità dei dispositivi e degli elettrodomestici”.  

Houtman ha poi concluso dichiarando che: “con una maggiore penetrazione delle rinnovabili e di nuovi carichi sui sistemi di distribuzione, i gestori delle reti dovranno assumere un ruolo più attivo. Per fare ciò dovranno essere attori neutrali sul mercato. Un’ulteriore separazione è una possibilità che valuteremo se si dimostrasse il modo più efficiente per raggiungere tale obiettivo”.

Completano il numero 37 di Elementi:

  • L’editoriale di Andrea Peruzy Ad e Presidente di AU, sull’evoluzione del sistema elettrico italiano
  • Un articolo di Stefano Besseghini, Ad di RSE, sul senso di RSE per l’Europa
  • La rubrica “Virgolette” di Romolo Paradiso, sull’importanza di ritornare a rispettare e proteggere la natura per ritrovare ritmi e dimensioni di vita e pensiero più confacenti all’uomo 
  • Un articolo con i dati delle verifiche e delle ispezioni del GSE e l’intervista al Generale di GdF Gennaro Vecchione
  • Lo Speciale RAEE 
  • Un confronto con Riccardo Maria Monti, Presidente Ice, sul dinamismo crescente delle aziende “green italiane.
  • Un’intervista ad Alberto Angela sull’importanza di divulgare l’energia della conoscenza
  • Una conversazione con Vittorio Sgarbi che elogia l’operato di Elementi per la diffusione della cultura in Italia
  • Un faccia a faccia con Claudio Spinaci, Presidente dell’Unione Petrolifera, che evidenzia come il petrolio sia e ancora sarà per molto la prima fonte di energia
  • Un dialogo con Ivan Faiella, Senior Economist del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, secondo il quale sul sistema EU-ETS serve un segnale di prezzo coerente con gli obiettivi Ue.
  • Una riflessione di Luca Barberis ed Emanuele Del Buono sui meccanismi di incentivazione
  • Un articolo di Liliana Fracassi sul prezzo dell’energia quale centro del sistema economico
  • La rubrica “Elementi Normativi”, che riporta i più importanti provvedimenti in materia energetica.  
  • “Il Punto” di Jacopo Giliberto, su come operare per essere competitivi nel mercato elettrico.
  • Una conversazione di Romolo Paradiso sui temi dell’uomo, del lavoro e della società con padre Enzo Fortunato, responsabile della comunicazione del Sacro Convento di Assisi e direttore delle rivista “San Francesco”. 

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