- CASTELLABATE - FESTA DEL PESCATO DI PARANZA 2025 ECCO LE DATE - 3/14/2025
- Laser e rimozione dei tatuaggi: tra innovazione e sicurezza - 3/11/2025
- La fine della Nato un tranello economico a discapito dell’Europa - 3/10/2025
- AISM - IL 7, 8 E 9 MARZO FERMIAMO LA SCLEROSI MULTIPLA CON UN FIORE - 3/6/2025
- L’Ucraina sarà da traino per la guerra in Europa ? - 3/3/2025
Cerca nel blog
lunedì 17 marzo 2025
Siria, inizia la repressione delle minoranze
Una presenza nel territorio di varie fazioni che hanno visto negli anni un rimaneggiamento geopolitico interno che portò al congelamento del conflitto tra il 2020 ed il 2024 con il mantenimento del controllo da parte di Bashar al-Asad. La sua amministrazione mantenne il controllo della Siria di Nord-Est e delle regioni nord-orientali. La rivoluzione siriana mantenendo le posizioni nel nord-ovest ed attraverso una serie di rapide offensive nel dicembre del 2024 è riuscita a sconfiggere il regime di al-Asad e stabilire un nuovo governo.
Un processo fratricida e religioso che nel corso di tutti questi anni ha assunto una contrapposizione settaria che ha visto l’opposizione di due fazioni religiose quella dei sunniti e quella degli alauiti oltre che di una piccola parte di Cristiani. I primi oggi sono al governo retto in prima battuta dal primo ministro siriano uscente Mohammed al -Baschir fino alla designazione del vincente Ahmed Hussein al -Sharaa (ex militante di al- Qaeda) a presidente della Siria dal 29 gennaio 2025 , mentre gli altri hanno spalleggiato in precedenza governo decaduto di Bashar al-Asad.
L’ascesa del governo di Al -Sharaa è stato sostenuto dagli americani che lo hanno liberato nel 2011 per fomentare la rivoluzione siriana assieme allo spalleggiamento della Turchia. Lo stesso dopo la liberazione ha unito al -Nusra ed altre organizzazioni per formare Hay’at Tahrir al Sham nel 2017 di cui è stato anche l’Emiro fino al 2025. La sua amministrazione detta Governo di salvezza siriano controllava il territorio del governatorato di Idlib dove riscuoteva le tasse, forniva servizi pubblici e rilasciava carte d’identità ai residenti. Nel governatorato ha manifestato le sue tattiche autoritarie ed un’ampia repressione del dissenso attraverso la violenza.
La sua figura è stata accettata anche dall’Unione Europea che nell’ultimo periodo ha stanziato 235 milioni di euro e ne ha promessi 2,7 miliardi in supporto della Siria attraverso dei fondi per la ricostruzione con la contropartita di prendere le distanze dalla Russia attraverso la dipartita della sua presenza in Siria. Un impegno preso in linea con la politica pro-ucraina di odio verso la Russia che il parlamento europeo ha voluto dare alle forze di transizione siriane. Molti Europarlamentari hanno certamente sottolineato la fragilità che attualmente divide i vari gruppi etnici e religiosi.
Un paese che oggi conta 500 mila sfollati interni con il 90% della popolazione che vive sotto la soglia di povertà. Con ancora dubbia capacità di governo in tutto il paese che ha visto nell’ultimo periodo le recenti azioni di rappresaglia da parte dei gruppi fedeli all’ex dittatore Bashar al-Assad.
Sono le zone più vicine al mar Mediterraneo dei governatorati Latakia e Tartus ad essere contesto di ribellioni secondo alcuni e per altri oggetto di un chiaro processo di disinformazione che soffusamente sottende ad una reale guerra che il nuovo governo ha attivato incitando una paura settaria e l’approfondendo delle divisioni religiose. Centinaia di persone il 10 marzo 2025 sono state uccise e la gente oggi in queste zone ha paura di lasciare le proprie case. Si parla di omicidi, rapimenti, furti e molestie e uccisioni in piena piazza.
Proprio in queste zone il governo del nuovo presidente ha attuato una vera pulizia etnica -religiosa per combattere i resti dei combattenti pro-Assad che hanno annunciato la loro opposizione al nuovo governo. In queste città è concentrata la setta religiosa alawita, da cui proviene Bashar al-Assad. Tutto è iniziato il 6 marzo quando uomini armati filo-Assad hanno teso un'imboscata al personale militare a Latakia e nei dintorni, nel nord-ovest, uccidendo almeno 16 membri delle forze di sicurezza e del Ministero della difesa.
Una scintilla che ha determinato una strage e secondo un rapporto del 9 marzo dell'osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), almeno 1.311 persone sono state uccise fino a sabato sera: circa 830 erano civili, 230 membri del personale di sicurezza di vari settori e circa 250 combattenti una chiara vendetta contro la comunità alawita. Ma a farne le spese anche le piccole comunità cristiane presenti.
Le varie azioni contro la popolazione hanno determinato rabbia e la nascita di un gruppo per contrastare le “violazioni dell’HTS” nella regione costiera, a capo un ex ufficiale dell’esercito di al-Assad Muqdad Fteiha che ha denunciato i maltrattamenti verso la comunità alawita. Altre dichiarazioni sui social media sono attribuite all'ex generale di brigata dell'esercito di al-Assad Ghiath Suleiman Dalla, che ha dichiarato la nascita di un "Consiglio militare per la liberazione della Siria" per "espellere tutte le forze terroristiche occupanti" e "smantellare l'apparato di sicurezza repressivo settario".
Da parte sua il governo capitanato da Ahmed al -Sharaa ha annunciato come facciata di un processo democratico utile ai finanziamenti esteri la costituzione di due comitati. Uno è un comitato indipendente di giudici e avvocati che indaga sugli attacchi del 6 marzo e sulla violenza che ne è seguita e che chiede conto ai responsabili, nel perseguimento di “un interesse nazionale superiore e della pace civile”. Il secondo è un “Comitato supremo per la pace civile”, incaricato di interagire con i residenti delle aree colpite e di salvaguardare la loro sicurezza.
Infine, possiamo ammettere che la situazione Geopolitica in Siria è tutt’altro che tranquilla e che le democrazie mondiali che hanno proposto e supportato il nuovo Governo ancora una volta a discapito delle popolazioni minoritarie stanno alimentando lo sterminio delle minoranze pagando con fondi pubblici tali azioni. La Siria sarà come l’Iraq, l’Afghanistan e altre Geopolitiche di Potere un fallimento?
Disclaimer
Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.
Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.
Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.
Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).
Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.
L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.
Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.
Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.
Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.
Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.
Nessun commento:
Posta un commento