che annunciava uno slittamento del lancio del telefonino
L'Authority Usa dice sì all'iPhone e l'Apple rialza la testa in Borsa
NEW YORK - Le autorità Usa danno il via libera a iPhone, il
telefono-palmare-lettore digitale di Apple, e di riflesso i titoli
della società di Steve Jobs trovano al Nasdaq i massimi di sempre,
chiudendo a quota 110,02 dollari (+0,53%), per una capitalizzazione
complessiva di 95 miliardi.
La Federal Communications Commission (Fcc), l'agenzia che regola il
settore delle tlc, ha dato il via libera alla commercializzazione
dell'ultimo prodotto della società di Cupertino che sarà sui mercati a
giugno, secondo le previsioni, al prezzo di atteso di circa 500
dollari.
"Il telefono che reinventerà il telefono", come lo ha presentato a
gennaio Jobs, sarà all'inizio distribuito in esclusiva dalla At&t, il
primo operatore di telefonia mobile e fissa degli Usa, che ha già reso
noto di aver ricevuto prenotazioni dalla propria clientela per oltre 1
milioni di iPhone.
"Siamo in perfetta tabella di marcia per presentare il nuovo
prodotto", precisa Natalie Kerris, portavoce di Apple, mentre Mark
Siegel, per conto di Cingular (la società di tlc mobile di At&t), dice
che il lancio ci sarà "a fine giugno".
L'approvazione della Fcc, in particolare, dopo che mercoledì una mail
pirata è costata alla Apple un tonfo di oltre il 2% in Borsa, per
circa 2,5 miliardi di dollari mandati in fumo. Nella missiva
elettronica camuffata come una comunicazione interna della compagnia e
pubblicata da Engadget.com (uno dei siti di fan del prodotti mondo
Apple), si annunciava non solo il rinvio a ottobre di iPhone, ma anche
lo slittamento da ottobre a gennaio 2008 di Leopard, il nuovo sistema
operativo in via di completamento per i computer Mac.
Gli analisti di Bear Stearns hanno poi contribuito a sostenere i corsi
del titolo spiegando giovedì di stimare il rispetto dei tempi oltre a
reiterare il giudizio 'outperform' dopo un incontro con il management
della compagnia. Sull'episodio, nonostante i no comment ufficiali,
starebbe cercando di far luce anche la Securities and Exchange
Commission (Sec), la Consob americana.
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