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sabato 9 giugno 2007

Elettricità senza più fili: avremo un futuro tutto wireless?

Elettricità senza più fili il futuro è già wireless

Esperimento riuscito al Mit di Boston: "Una rivoluzione nelle case"
Corrente trasferita da un accoppiamento magnetico con spirali di rame
di ARTURO ZAMPAGLIONE

 Elettricità senza più fili il futuro è già wireless NEW YORK - Come in un fumetto di Archimede Pitagorico i sei scienziati del Mit (Massachusetts Institute of Technology) hanno detto "eureka" e una lampadina si è subito accesa. Ma era una lampadina vera, da 60 watt, non immaginaria. E non solo ha illuminato il laboratorio del più famoso centro di ricerca americano, ma anche la strada che consentirà all'uomo di liberarsi dalla schiavitù dei fili elettrici.

L'esperimento rivoluzionario è servito infatti a dimostrare la possibilità di trasferire la corrente in modo wireless, senza fili, un po' come è accaduto con il telegrafo, i telefoni cellulari o i collegamenti WiFi a internet.

"È stato un momento entusiasmante", riferisce Marin Soljacic, giovanissimo professore di fisica al Mit e, assieme al suo collega John Joannapoulos, responsabile del team scientifico che ha lavorato sul progetto. In pratica, grazie a un accoppiamento magnetico realizzato con spirali di rame, hanno fatto accendere la lampadina a due metri di distanza dalla fonte di energia. E la scoperta, illustrata su "Science Express", la versione online della rivista "Science", è stata giustamente battezzata "WiTricity", abbreviazione di "wireless electricity", cioè elettricità senza fili.

La società moderna è ostaggio dei fili. Ci perseguitano, ostacolano la vista, formano grovigli dietro alle scrivanie, sono scomodi e antiestetici. L'idea di abolirli non è nuova: nel 1890, più di un secolo fa, un fisico e ingegnere elettrico di Long island, Nikola Testa, propose di trasferire la corrente via etere. Ma nessuno prestò molta attenzione: si disse che sarebbe stato impossibile o non efficiente, e milioni di chilometri di fili cominciarono presto a invadere il mondo ed ad insinuarsi nelle case. Adesso siamo arrivati a un punto di saturazione, soprattutto per effetto dei piccoli apparecchi elettronici e dei gadget, le cui batterie hanno bisogno di essere costantemente ricaricate. Di qui la pressione sul mondo scientifico per trovare una alternativa valida.

Lo scorso autunno in un convegno a San Francisco Soljacic e i suoi colleghi avevano preannunciato di essere in grado di trasferire la corrente da un posto all'altro attraverso l'accoppiamento magnetico, cioè usando i campi magnetici creati quando l'elettricità passa attraverso dei fili per "creare" corrente in un altro filo posto vicino. La tecnica non è nuova: ma finora non sembrava idonea perché limitata a due campi magnetici necessariamente molto vicini. Il team del Mit ha invece scoperto che, con spirali metalliche capaci di produrre una risonanza di 10 megahertz di frequenza, si poteva ovviare al problema della distanza.

In un certo senso è quello che accade quando le note alte di un soprano mandano in frantumi un bicchiere di cristallo perché lo fanno vibrare con la stessa frequenza.

Nel laboratorio di Boston sono state usate due spirali di rame di 60 centimetri di diametro, la prima collegata alla spina elettrica, la seconda alla lampadina. La quale si è accesa normalmente. Il sistema del Mit è però risultato scomodo (le spirali erano molto grandi ed è difficile immaginarle nel salotto di casa per ricaricare un telefonino) e poco efficiente, nel senso che circa la metà dell'elettricità si è dispersa nel trasferimento: "E sono inconvenienti su cui dobbiamo ancora lavorare", dice Soljacic, che respinge ogni allarmismo sui pericoli legati ai campi magnetici. "Mi rendo conto che la gente può spaventarsi, ma i nostri studi hanno dimostrato che non c'è nulla da temere".


Origine: Repubblica

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