Crisi economica
Tito Boeri:"Governo sottovaluta effetti crisi"
"Il governo sottovaluta gli effetti della crisi sull'economia reale. E' anacronistico tenere in piedi una manovra finanziaria varata in primavera, prima della crisi e prima che l'Italia entrasse in recessione".
Così, ordinario di Economia all'Università Bocconi, ai microfoni di Econews interviene sulla crisi finanziaria e le ricadute sull'economia reale. " Le cose sono cambiate da allora, bisogna mettere mano alla manovra, nella quale ci sono aspetti assolutamente anacronistici. Si pensi ai sostegni al lavoro straordinario, in una situazione dove ci sono molti lavoratori che perdono il loro posto di lavoro, e sono pochi a porsi il problema degli straordinari". Cosa bisogna fare? Boeri risponde: " Bisogna fare la riforma degli ammortizzatori sociali che davvero è fondamentale per ridurre i conti sociali della recessione e se possibile, abbassare le tasse sul lavoro. Un modo per sostenere l'economia e ridurre l'entità della recessione".
Sulla possibilità di detassare le tredicesime, Boeri è chiaro: " Non concordo con chi propone questa misura. Non serve una misura estemporanea, bisogna fare interventi strutturali. Chi lavora deve pagare meno tasse, ma non solo adesso. Solo le misure permanenti possono dare risposte a lungo termine". E la copertura per questo taglio? Boeri risponde: " I soldi bisogna prenderli da un aumento del deficit, in recessione si può superare la soglia del 3% in modo controllato. Le risorse, gradualmente, si recuperano tagliando altri capitoli, avviando fin da subito processi virtuosi di tagli della spesa. Nel caso degli ammortizzatori sociali, la spesa si ridurrà quando si uscirà dalla recessione. Le recessioni servono anche a cambiare la distribuzione delle risorse, a far nascere imprese diverse e creare le condizioni per una crescita forte". Boeri rilancia anche la proposta di un Nuovo contratto per tutti, titolo del libro(con Pietro Garibaldi), edito da chiarelettere: " Il contratto unico concilia la flessibilità di cui ha bisogno l'impresa con le esigenze di stabilità dei lavoratori. Proponiamo un contratto a tempo indeterminato con due tempi, il primo periodo di inserimento che dura tre anni, nel quale il lavoratore raggiunge gradualmente nuove tutele ed un secondo periodo dove si passa a protezioni più forti". Per adesso le reazioni alla proposta sono state diverse " Da parte di molti arriva apprezzamento ma in privato, nei dibattiti c'è, invece, molta cautela. Mi auguro che questa proposta venga raccolta".
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