COLPITO AL VOLTO BERLUSCONI AL TERMINE DEL COMIZIO DI MILANO.
di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco
Al termine del comizio in Piazza San Babila a Milano, Silvio Berlusconi è stato colpito al volto con una riproduzione del Duomo di Milano. Il premier, prontamente soccorso, ci ha tenuto a tranquillizzare la folla sulle sue condizioni, ma poi è stato trasportato all'ospedale San Raffaele, dove è stato immediatamente assistito. Il colpo ricevuto da Berlusconi è stato molto forte, si sono resi necessari accertamenti specifici, che escludessero danni ulteriori a quelli già riscontrati.
La prognosi è stata di 20 giorni per la guarigione, Per il momento il premier è ricoverato in ospedale, dove le sue condizioni sono stabili. Il suo portavoce Bonaiuti, ha riferito di un Berlusconi particolarmente abbattuto per l'episodio, che ha ricevuto la solidarietà del Presidente della Repubblica Napolitano e di tutta la politica italiana.
L'aggressore, un uomo di 42 anni, è in cura da dieci anni per disturbi mentali. Il suo è un gesto, come ha accertato il magistrato inquirente, isolato ed inspiegabile. Abita con la famiglia in un comune dell' hinterland milanese e lavora come grafico nella tipografia del padre. Una famiglia tranquilla, senza nessuna particolare militanza politica. Non ci sono dubbi sull'origine del gesto, riconducibile ad una azione nata sul momento e frutta di un particolare turbamento mentale dell'aggressore. Purtroppo, le guardie del corpo del presidente, che appartengono ad una società privata, non sono sembrate all'altezza della situazione. La gravità di quanto è avvenuto sta, oltre al colpo subito dal premier, proprio nel fatto, che se al posto di uno squilibrato ci fosse stato un attentatore esperto e deciso, le conseguenze del gesto sarebbero state ben altre.
Ci dispiace molto di quanto è avvenuto a Milano ed il nostro augurio di pronta guarigione a Silbio Berlusconi .
Le nostre aspirazione ed il nostro impegno è per un Paese normale ed è quella di immaginare una vita politica, sociale ed economica del nostro paese, improntata alla convivenza civile e pacifica tra tutti i cittadini, che con la loro pratica quotidiana fossero d'esempio anche a coloro, che per malattia, sono maggiormente esposti a gesti inconsulti. L'Italia di questi anni è diventata violenta, intollerante e razzista. Chi non la pensa come te è un nemico da annientare. Qualsiasi diversità è colpita e la violenza è la struttura di molte relazioni sociali. Speriamo che dopo questo increscioso episodio, a partire dai più responsabili ed esposti, si riprendano comportamenti più sani e meno incontrollati.
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