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lunedì 14 dicembre 2009

Pizza napoletana - Logo europeo

 

 

  La pizza napoletana è entrata nell'olimpo delle eccellenze alimentari. Chi vorrà chiamarla tale dovrà attenersi ad un rigido disciplinare deciso dal Comitato Europeo riunitosi a Bruxelles in pompa magna per le indicazioni geografiche, denominazioni d'origine protette e specialità alimentari.

    Dalla lavorazione agli ingredienti. Il diametro dovrà essere non superiore ai 35 cm, il bordo rialzato fra 1 e 2 cm e condita con pomodorini San Marzano, mozzarella di bufala campana, aglio, un filo d'olio extravergine d'oliva sale e foglie fresche di basilico. La cottura dovrà avvenire in forni a cupola, possibilmente con legna di quercia e ulivo, per non sprigionare odori e fumo che ne alterano l'aroma e ad una temperatura compresa fra i 350 e i 450 gradi. Gli ingredienti scelti per la guarnizione contribuiranno a caratterizzare sapore, aroma, colore, consistenza dei diversi tipi di pizza, dalla margherita, alla marinara, alle quattro stagioni. Bandite congelate o surgelate da supermercati. Tempi duri anche per i fast food sorti in ogni angolo del mondo.

     La vera pizza napoletana verrà, quindi protetta dall'Unione Europea contro imitazioni e falsi. "Il logo Pizza Napoletana Stg, acronimo di Specialità Tradizionali Garantite – precisano dalla Commissione Europea – potrà essere utilizzato solo se il prodotto è in stretta conformità con il suo disciplinare di produzione approvato dall'Ue".

   "Per troppi anni – ha dichiarato Luigi Rispoli, Presidente del Consiglio Provinciale di Napoli – abbiamo dovuto subire delle pessime imitazioni che hanno danneggiato non solo l'immagine dei nostri prodotti ma anche l'economia locale che vede l'azione di bravissimi artigiani e di centinaia di piccole e medie aziende che hanno fatto della qualità il loro vero scopo aziendale".

      Il consumatore avrà la garanzia che la "pizza napoletana stg" sarà prodotta seguendo la tradizione partenopea, anche se la denominazione non riguarda il logo di produzione, ma solo le caratteristiche, i procedimenti di lavorazione e i suoi ingredienti.

   "La pizza, simbolo del Made in Italy in tutto il mondo, è l'oro di Napoli – ha dichiarato il ministro Zaia che sarà in città il 4 gennaio prossimo per festeggiare l'evento. Con il riconoscimento ufficiale dell'Ue – ha continuato - abbiamo messo il sigillo a secoli di storia, prelibatezza della cucina planetaria".

     La pizza oggi è diventata in tutto il mondo sinonimo di dieta mediterranea. Il pomodoro deve essere somministrato in tutti i modi possibili perché contiene particolari sostanze, fra cui il licopene, che protegge dall'insorgenza dei tumori maligni, l'olio extravergine di oliva, che pulisce le arterie e protegge il cuore dalle malattie, come l'infarto. Si possono aggiungere altri ingredienti come cipolle, prosciutto, verdure, sottaceti, acciughe, funghi, cozze sempre, però, con l'apporto di poche calorie.

     Entusiasta il sindaco Rosa Russo Iervolino: "E' sacrosanto distinguere quella fatta a Napoli con gli ingredienti e la preparazione che i nostri maestri pizzaioli si tramandano e tutela da secoli". "E' il giusto premio per tanti pizzaioli – ha dichiarato Bassolino - che a Napoli e in tutto il mondo quotidianamente preparano con grande passione e straordinaria abilità questo inimitabile pasto".

     "Da venticinque anni ci battiamo per la tutela di un nostro specifico prodotto – ha detto Sergio Miccù, presidente dell'Associazione pizzaioli napoletani – nei prossimi giorni ci saranno grandi festeggiamenti".

      Le origini della schiacciata, come si chiamava una volta, risalgono al seicento. Da pizza dei poveriello, in effetti, sostituiva un intero pasto, assurse agli onori della cronaca con la visita della Regina Margherita a Napoli nel 1889, quando i coniugi Esposito si recarono a corte per preparare una pizza con mozzarella, pomodoro con basilico in onore del tricolore italiano.

 

mario carillo - napoli-news.net

 

 

 

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