L'itinerario attraverso antichi sapori, odori, vini, ricette in uno scenario di resti di ville imperiali predilette dai romani per banchetti luculliani.
L'evento presentato da Rosario Mattera, presidente dell'associazione "Campi Flegrei a tavola" e promotore dell'iniziativa, nella stupenda Villa Elvira con i suoi preziosi ritrovamenti di epoca romana-paleocristiana, appoggiata su antiche vestigia protette da vetri, nella tenuta San Vito del parco archeologico di Via Campana a Pozzuoli.
Anna Scafuri, giornalista Rai e conduttrice di Terra e Sapori del Tg1 intervenuta alla conferenza stampa ha affermato che "L'enogastronomia è la carta vincente per l'Italia e anche
E' seguito l'intervento di Daniela Mastroberardino, presidente regionale del Movimento Turismo del vino che ha sostenuto che "Malazè racchiude in sé tutti gli elementi che identificano la nostra associazione. Per esempio Malazè mette insieme ha detto - il binomio vino ed archeologia". Infine Rosaria Ciardiello, archeologa e autrice del libro "Cibus I sapori dell'antica Roma" ha parlato della cucina dell'antico impero e della tradizione della gastronomia flegrea.
"Malazè è il laboratorio dell'enogastronomia dei Campi Flegrei - ha rilevato Mattera un'iniziativa che si svolge con un budget limitato ma che quest'anno raggiunge
Il tour vede coinvolto, associazioni culturali, cantine e ristoranti che negli undici giorni di manifestazione praticheranno un menù a base di pesce azzurro e prodotti degli orti e vini flegrei.
Secondo una ricerca turistica i vacanzieri scelgono la destinazione da visitare anche tenendo conto degli interessi culinari. Quale migliore occasione per un territorio cosi ricco di antiche tradizioni enogastronomiche come il litorale Flegreo, si è chiesto Mattera, che nel corso dei sei anni di Malazè è riuscito a coinvolgere la quasi totalità degli operatori turistici dei comuni ricadenti nell'area flegrea.
A chiusura della kermesse, prevista la "Cena Galeotta", all'interno del carcere femminile di Pozzuoli, piatti preparati da noti ristoratori in collaborazione con le detenute che hanno partecipato con entusiasmo corsi di cucina.
Ai giornalisti, Ciro Biondi, addetto stampa e pubbliche relazioni, ha spiegato il termine Malazè: è l'antico nome che i pescatori usano per indicare le grotte dove sono conservati gli attrezzi di lavoro e consumano fugaci colazioni.
Il folto pubblico dopo una ricca degustazione di piatti tipici di nove ristoranti, i vini doc di ventidue cantine e i dolci e liquori di cinque aziende della zona hanno visitato l'interessante necropoli paleocristiana.
mario carillo - napoli-news.org
Nessun commento:
Posta un commento