Lunedì 6 giugno 2011, alle ore 18.30, presso la Libreria Rinascita in Via Savoia 30 (Piazza Fiume) a Roma, Sinistra Ecologia Libertà organizza un incontro sul tema USTICA: LA VERITA' DIMEZZATA.
Presiede: Celeste Costantino (Presidenza Nazionale SEL). Intervengono: Daria Bonfietti (Presidente Associazione Parenti delle Vittime di Ustica); Alessandro Gamberini (Avvocato Associazione Parenti delle Vittime di Ustica); Andrea Purgatori (Giornalista e Sceneggiatore); Francesco Forgione (già Presidente Commissione Antimafia).
Strage di Ustica: la verità dimezzata
In un giorno normale, venerdì 27 giugno 1980... su un aereo normale, un DC9 dell'Itavia, compagnia che all'epoca copriva una buona quota di mercato sulle rotte aeree nazionali... gente normale, 77 persone che il venerdì tornavano da Bologna a Palermo, accompagnate dai 4 uomini dell'equipaggio... con un ritardo normale, perchè il DC9 doveva partire alle 18.45 mentre decollò da Bologna solo alle 20.08... avrebbe dovuto scendere la scaletta a Punta Raisi alle 21.15. Non arrivò mai. Poco prima delle 21 le comunicazioni col pilota cessarono, il DC9 scomparve dagli schermi radar e cadde in mare, da 7500 metri di altezza, fra Ponza e Ustica affondando a 3700 metri di profondità. All'alba del 28 giugno, gli elicotteri di soccorso avvistarono in mare una macchia oleosa, dei rottami e 38 cadaveri: la strage di Ustica era una drammatica certezza!
Perchè è precipitato il DC9 dell'Itavia? Una commissione di inchiesta del Ministero dei Trasporti (1980-1982), la Commissione Stragi (1982-2001) e la Magistratura, cercano la verità, ma emergono diverse possibili verità: la bomba terroristica a bordo, il missile sparato da un aereo da guerra per colpire un altro velivolo nemico, il volo ravvicinato di un aereo da guerra. E prende corpo il sospetto che alti ufficiali dell'Aeronautica militare italiana siano a conoscenza di uno scenario di guerra lungo la rotta del DC9 Itavia e nascondano la verità. Le successive sentenze della magistratura escluderanno le responsabilità degli ufficiali dell'Aeronautica. Ma diverse sentenze civili per il risarcimento dei familiari delle vittime, riconoscono la responsabilità dello Stato nel non aver adempiuto al proprio dovere di assicurare la sicurezza del volo. Non è dunque stato possibile dare un nome e un cognome ai colpevoli, ma è accertato che le istituzioni pubbliche preposte non hanno fatto fino in fondo il proprio dovere.
Fra il 1987 e il 2001, quasi tutti i pezzi del DC9 vengono recuperati. Oggi rendono testimonianza alla violenza subita dalle 81 persone che viaggiavano sul DC9 Itavia, nel Museo della Memoria di Bologna fortemente voluto dall'"Associazione parenti delle vittime della Strage di Ustica" presieduta da Daria Bonfietti. Ma anche l'esame del relitto non ha consentito di dare una risposta certa sulle cause del disastro.
La ricerca della verità riprende forza nel febbraio del 2007, quando l'ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, afferma di aver saputo dai servizi segreti che il DC9 Itavia fu abbattuto per errore da un missile sparato da un aereo da guerra francese, che avrebbe dovuto abbattere un aereo libico su cui si riteneva viaggiasse il leader libico Gheddafi. Si apre una nuova inchiesta (2008) nel corso della quale vengono richieste (luglio 2010) quattro rogatorie internazionali rivolte a Stati Uniti, Francia, Belgio e Germania. La presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime della Strage di Ustica, Daria Bonfietti, vista la totale assenza di risposte alle richieste di rogatoria, ha recentemente (maggio 2011) sollecitato il Ministro della Giustizia, Alfano, ad attivare un incisivo intervento diplomatico del governo italiano.
Si saprà mai come davvero sono andate le cose in quella sera tragica del 27 giugno 1980? Oggi sappiamo con certezza che "qualcuno" non ha vigilato come doveva. Non è stato fin qui possibile dargli un nome e un cognome e condannarlo. Colpevole è lo Stato, e forse è anche peggio.
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