Passa ormai quasi in sordina l'introduzione di nuovi balzelli a carico dei cittadini. Si tratta di pochi euro o di aumenti dei costi progressivi dei servizi come era successo qualche tempo fa con l'introduzione del contributo unificato per i ricorsi avverso le sanzioni amministrative o come i rincari Rca, Ipt e carburante.
Ora viene inventato un "contributo ambientale" per il recupero e lo smaltimento degli pneumatici fuori uso che l'automobilista pagherà all'acquisto di un'auto nuova o di pneumatici nuovi che è stato introdotto a seguito del Decreto del Ministero dell'Ambiente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 131 dell'8 giugno 2011. La qualifica data dal Ministero deriva dal fatto che non si tratterebbe di una vera e propria tassa in quanto non direttamente percepita dallo Stato ma una sorta di versamento che finirà in un fondo gestito rispettivamente da ACI ed Ecopneus (quest'ultima è la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale degli pneumatici fuori uso, creata dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia) che avranno la responsabilità di smaltire correttamente le vecchie "gomme".
Secondo indiscrezioni, il nuovo balzello varierà dai 3 ai 4 euro a gomma e così se si parla di un "treno" di gomme sarà intorno ai 14 – 20 euro per autovettura che sarà riscosso per le autovetture di nuova immatricolazione dal rivenditore del veicolo all'atto della vendita di ogni veicolo nuovo per poi confluire in un fondo gestito dall'ACI, mentre ogni volta che acquisteremo pneumatici nuovi, pagheremo un contributo a Ecopneus, che dovrà utilizzare questo denaro per smaltire le gomme vecchie.
Insomma, conclude Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti", le provano di tutte, ed alla fine a pagare sono sempre i consumatori.
Lecce, 22 giugno 2011
L'UPI, Unione delle Province Italiane segnala che "l'ipt non e' affatto aumentata".
RispondiEliminaL'ufficio stampa del Consorzio Ecopneus, segnala che il Decreto ministeriale 11 aprile 2011, numero 82, all’art.5 riferisce di un “contributo ambientale” richiesto, e non di una tassa.
RispondiEliminaIl contributo deriva da una disposizione contenuta nell’art. 228 del DLgs. 152/2006. Tale contributo, evidenziato in tutti i documenti fiscali di vendita dei pneumatici e quindi visibile e valutabile in ogni passaggio, sostituisce un costo da anni incluso nel prezzo di acquisto e montaggio di pneumatici nuovi e dovuto ai costi di recupero che il gommista deve supportare nell’esercizio della sua attività. Uno degli obiettivi del nuovo sistema è di rendere trasparente e chiaro il valore del contributo, per poterlo controllare. Dalla data di partenza del Sistema il gommista non dovrà più sostenere questo costo.
E’ una puntualizzazione necessaria -ribadisce l'agenzia di pubbliche relazioni H&K Gaia - perché, tale contributo ambientale, come disposto dalla normativa, non è un'imposta fiscale.