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sabato 17 novembre 2012

Giuseppe Biesuz, la trimestrale FNM è buona, il progetto Trenord va avanti… come un treno.

Giuseppe Biesuz, direttore generale di FNM, è molto soddisfatto. La trimestrale è buona, il progetto Trenord va avanti… come un treno. In un’intervista ad Affaritaliani.it spiega: “Il dato più importante indica è che è migliorata ancora la gestione caratteristica. L’utile da operazioni in continuità passa da 7 a 21 milioni, stiamo parlando di un aumento del 181%. In un momento nel quale si cerca la massima efficienza in tutte le aziende pubbliche, una società pubblica che ha questi conti ci inorgoglisce molto”.
E ancora: “FNM investe 139 milioni. Sono una parte dei 530 milioni che la collegata Trenord ha lanciato per il rinnovo del materiale rotabile, da qui al 2015. Miglior materiale rotabile vuol dire miglior servizio”. Il nuovo contratto di lavoro? “Andiamo incontro alle famiglie dei dipendenti, ma vogliamo efficacia”. Infine spiega: “La gara per l’acquisto di Gtt è andata deserta, adesso inizia la trattativa privata. E’ un dossier che ci interessa, ne parleremo ai soci. Il futuro è nelle aziende multimodali, dobbiamo andare in questa direzione”
Giuseppe Biesuz, come giudica la trimestrale di FNM? E’ soddisfatto?
Siamo molto soddisfatti. Il dato più importante indica è che è migliorata ancora la gestione caratteristica. L’utile da operazioni in continuità passa da 7 a 21 milioni, stiamo parlando di un aumento del 181%. Questo dimostra la grande efficienza che stiamo perseguendo con questo gruppo, pur aumentando gli investimenti sulla collegata Trenord e raggiungendo gli obiettivi dal punto di vista della qualità del servizio. Migliora anche la forbice costi-ricavi. In un momento nel quale si cerca la massima efficienza in tutte le aziende pubbliche, una società pubblica che ha questi conti ci inorgoglisce molto.
Una società pubblica che guadagna. Sembra una cosa incredibile.
Io l’ho sempre detto. Pubblico è bello, non è solo brutto. Si tratta di fare delle strategie serie, dei team manageriali che funzionino. Si tratta di dedicarsi alla gestione giornaliera con il massimo rigore tutti i giorni.
Questi sono i numeri. Per gli utenti che cosa cambia?
FNM investe 139 milioni. Sono una parte dei 530 milioni che la collegata Trenord ha lanciato per il rinnovo del materiale rotabile, da qui al 2015. Miglior materiale rotabile vuol dire una migliore qualità del servizio. Abbiamo ancora oggi delle linee che soffrono molto, ma ce ne sono altre che hanno raggiunto dei livelli d’eccellenza. E non è un caso che siano quelle dove il materiale rotabile è nuovo. La S13 per Pavia, la S5 per Varese, la S6 per Novara, la Monza-Molteno-Lecco… il materiale è il punto di svolta per la qualità del servizio. Ma vorrei dire anche un’altra cosa.
Prego.
Nel Gruppo FNM non ci sono aziende che perdono: sono tutte aziende che guadagnano. Anche da questo punto di vista la gestione di ogni singola azienda controllata genera utili e valore. Questa è la cosa più importante. Io continuo a sostenere che è nell’azienda che si crea valore. Vorrei fare una riflessione generale: la gente è disperata. Abbiamo visto che cosa è successo con gli studenti. Alla gente manca sicurezza e speranza per il futuro. La sicurezza è il lavoro, e il lavoro sicuro lo dà un’azienda efficiente.
Un’azienda che guadagna.
Un’azienda che guadagna e investe. E investendo crea speranza per il futuro. Questo è il passaggio serio che dobbiamo fare: creare valore all’interno dell’azienda. Il gruppo FNM riesce a farlo.
Anche grazie al nuovo contratto di lavoro?
Certamente è un tassello fondamentale. Dal primo dicembre parte e in questi giorni stiamo mettendo in piedi il welfare aziendale. Stiamo analizzando il tema della spesa-carrello: tutti i mesi metteremo a disposizione il 10 per cento della spesa Istat sulla spesa alimentare, per ogni famiglia dei nostri dipendenti. Questi sono atti che vanno verso la valorizzazione della famiglia dei nostri dipendenti.
Però bisogna aumentare efficacia…
In alcuni casi è già a livelli elevati, ma la aumentiamo giorno dopo giorno intervenendo ad esempio nell’informatica, nei sistemi di comunicazione ai passeggeri, nel materiale rotabile, negli investimenti sulle stazioni.
Lei va ancora sui treni a controllare la pulizia dei bagni?
Una volta al mese capita a tutti. E adesso capita anche a sorpresa. Non c’è più pianificazione, così nessuno si può preparare.
Trenord dipende dall’ente regionale. Ci sono stati contraccolpi dalla fase di turbolenza politica?
Per il momento no. Devo dire che Trenord ha lavorato molto bene con questa giunta, che l’ha pensata e strategicamente accettata e spinta in avanti attraverso la firma di un contratto di servizio assolutamente adeguato a livello di risorse. Ma Trenord ha anche approvato un piano industriale da qui al 2015 che le consente di andare avanti senza contraccolpi.
Passiamo alle prospettive future. E’ notizia di poco fa che la gara per la cessione del 49% di Gtt è andata deserta. A Trenord interessa il dossier Torino?
Adesso partirà la trattativa privata con i soggetti che hanno manifestato interesse a questo dossier. Trenord in questo momento ha posto la questione ai soci. Sono FNM e Trenitalia a dare una risposta.
Lei che cosa ne pensa?
Penso che quando ci sono operazioni specifiche come quella della GTT bisogna portare il dossier ai soci. Nel caso GTT lo abbiamo fatto.
Perché è espandersi verso Torino?
Il punto non è Torino. Il punto è che nel futuro ci sono le aziende multimodali. In futuro ci saranno sempre di più appalti integrati tra ferro e gomma. E’ giusto che gli operatori inizino ad attrezzarsi. GTT è multimodale, ecco perché ci interessa. E’ il primo che va sul mercato, ecco perché ci siamo misurati.
Una volta si parlava di Atm che si voleva fondere con Gtt. Invece adesso è Trenord…
Io avevo lanciato questa suggestione dell’idea di unire Trenord e Atm. Non è andata. Ma ci sono altre operazioni sul mercato.
Che cosa si aspetta dal 2013.
Un percorso di crescita dell’efficacia. Siamo molto concentrati. Vogliamo raggiungere gli obiettivi di qualità prefissati. Vogliamo creare valore e aumentare la nostra capacità di investire
di Fabio Massa

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