Il Settecento fu l'epoca dell'illuminismo, orietamento del
pensiero improntato al pragmatismo e caratterizzato da una spiccata attenzione
per il mondo reale e le cose concrete. Filosofi, riformatori sociali,
ricercatori, letterati e artisti cominciarono a confidare nel potere della
ragione, ossia nella possibilità di comprendere e sondare i segreti del mondo
per mezzo dell'intelletto.
Conseguentemente critici nei confronti delle autorità
tradizionali, Chiesa e aristocrazia, in particolare, essi aprirono la strada a
sviluppi culturali che nel 1789 culminarono in quel cruciale evento politico
che fu la Rivoluzione francese. Le trasformazioni sociali che ne seguirono si
espressero in vario modo anche nell'arte e quindi nei
quadri moderni.
Nel 1 71 5, alla morte del Re Sole, l'erede al trono Luigi
XV era ancora un bambino, cosicché il duca Filippo d'Orléans dovette assumere
la reggenza per sette anni. Il suo stile di governo si distinse in modo netto
dall'autorità assolutistica di Luigi XIV Uno dei suoi primi atti d'ufficio fu
il trasferimento della residenza reale da Versailles a Parigi.
Ciò comportò lo smantellamento dell'intera corte, poiché la
nobiltà che un tempo vi abitava si affrettò a seguire il sovrano nella vivace
capitale che, tra spettacoli teatrali, balli e salotti, offriva una grande
varietà di divertimenti Il centro del potere e della vita culturale si spostò
dunque da un luogo appartato come Versailles alla città, mentre la corte reale
si scisse, per così dire, in società private. Nella misura in cui erano mutati
il clima culturale e la mentalità della classe detentrice della cultura - non
più solo l'aristocrazia, ma anche la borghesia commerciale, i banchieri e
l'élite economica, le cui banconote contribuivano in modo considerevole al
sostentamento dello stato - cambiò anche l'arte: la pittura barocca, il cui
stile patetico e solenne rispecchiava chiaramente l'arroganza e la sete di
potere dell'assolutismo, fu soppiantata da un'arte graziosa e intima, piacevole
e decorativa, suggestiva ed emotiva. Questa prima tendenza del rococò.
denominata "reggenza", prese appunto il nome dal periodo di
interregno di Filippo d'Orléans. La pittura rappresentativa del classicismo
barocco non incontrava né lo spirito né il gusto di una società che,
rinunciando a eccessivi cerimoniali cortesi, si divertiva in privato, non senza
indulgere a un certo libertinaggio.
I nuovi committenti richiedevano
dipinti particolari che descrivessero scene private e d'intimità dei loro
piccoli ed eleganti palazzi cittadini creati ad hoc. Ciò determinò non solo un
cambiamento dei formati, bensì anche del repertorio tematico e del vocabolario
formale. I pittori del rococò francese non si ispirano più al severo stile
classicistico di Poussin, con le sue immagini tendenzialmente bidimensionali e
ben delineate nei contorni: il loro maestro è Rubens. La pittura
rappresentativa dell'assolutismo, con tutto lo slancio delle sue linee, non
aveva mai posseduto l'allegria, la sensualità e il colorismo dei quadri del
fiammingo, né la loro tipica composizione culminante in un punto cruciale della
scena. L'abbandono dei grandi temi eroici in favore di un nuovo orientamento
gioioso e sensuale, intimo e decorativo, caratteristico del nuovo stile, si
manifestò per la prima volta nei quadri di Antoine Watteau.
Tutto è finzione - il
gioco delle parti
Divenuto celebre come pittore delle fètes galantes, Watteau
fu accolto all'Académie Royale in quanto maestro del nuovo genere da lui
inaugurato
pietra miliare dei dipinti moderni. Rappresentando gli eleganti svaghi della bella società, che con i
suoi fantasiosi e svolazzanti balli aveva completamente trasformato la vita di
corte, egli aveva colto appieno lo spirito dell'epoca. Eppure, dalle
descrizioni di Watteau, che non di rado trovava l'ispirazione per i suoi quadri
proprio alle feste di facoltosi amici, emerge un atteggiamento d quasi
malinconico distacco. La varietà di effe cromatici e la pittura delicatamente
velata, rievocanti lo stile di Lorrain, collocano le scene in una dimensione
trascendente, conferendo loro, anche in virtù dello sfondo simile a une
scenario, un carattere teatrale, Ma Gilles è veramente un clown triste? O è
soltanto qualcuno che interpreta questa parte? Si tratta di una vera
rappresentazione teatrale o di un semplice travestimento, pratica tanto
apprezzata durante gli intimi ritrovi della bella società? Watteau lascia
consapevolmente aperta la questione, quasi volesse sfumare i confini tra teatro
e gioco delle parti, presentando la stessa come commedia per antonomasia.
Tuttavia già nella successiva generazione di artisti, l'elegante distacco dalle
scene dipinte e conseguente profondità di campo erano dimenticati, e rimase
soltanto la fiera autorappresentazione della nobilità.
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