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giovedì 13 febbraio 2014

Evasione imposta/canone Rai. L'approssimazione e la vessazione elevati a certezza? Imposta sull'esistenza della famiglia?

L'approssimazione sembra essere l'elemento dominante che il nostro Erario utilizza per organizzarsi e scovare gli evasori fiscali. Stiamo parlando dei dati forniti dall'Agenzia delle Entrate alla commissione Finanze della Camera chiamata a rispondere ad un question time: a pagare l'imposta/canone sono 16,8 milioni di famiglie mentre gli evasori sarebbero 5,9 milioni. Un cittadino curioso si domanda: come fanno a sapere quanti sono gli evasori, sono per caso entrati in tute le case degli italiani ed hanno verificato, oppure a tot apparecchi tv venduti non corrispondono altrettanti pagamenti di imposta? No, niente di tutto questo ma: le famiglie italiane sono 22,5 milioni, se a pagare sono 16,8... va da se' che tutti gli altri sono evasori, cioe' 5,9 milioni di famiglie.  I dati su cui organizzarsi per impedire l'evasione fiscale, l'Erario li desume dal classico “conto della serva”, perche', partire dal presupposto che qualunque famiglia, per il fatto stesso di esistere, debba possedere un apparecchio tv e' decisamente azzardato, soprattutto nel 2014, quando le informazioni e gli intrattenimenti mediatici sono fruibili da una varieta' di mezzi (Internet) che non sono soggetti al pagamento dell'imposta.
Un'impostazione che la dice lunga sulla professionalita' di chi e' dedito a questo tipo di servizio, professionalita', tra l'altro, che trova la sua punta di diamante negli accertatori Rai che girano per le case dei cittadini, spacciandosi per soggetti diversi pur di entrare in casa e spacciando per vere le diverse balle che inventano (la piu' diffusa e': se possiedi un computer -collegato o no ad Internet poco importa- l'imposta deve essere pagata).
Per noi e' una conferma. I nostri governanti sanno perfettamente che il sistema di evasione fiscale diffuso non puo' e non deve essere smantellato perche' salterebbe tutto il cosiddetto sistema Paese, per cui “facciamo un po' vedere che ci impegniamo, buttiamo un po' di dati a caso per far fare titoli mediatici e 'tiremm innanz'”.
Per capire meglio il nostro sdegno e la nostra denuncia: sarebbe serio se invece di chiamare questa imposta canone e/o abbonamento (prendendo per i fondelli tutti i contribuenti, visto che non si tratta del pagamento per un servizio, ma di una imposta per il mero possesso di un apparecchio tv) decidessero in due modi, uno alternativo all'altro:
- chiamarla nuova imposta sull'esistenza della famiglia, e quindi tutti i nuclei famigliari anagrafici sarebbero obbligati a pagarla -possesso o meno di un apparecchio tv.
- abolirla e decidere un sistema fiscale diverso -magari indiretto- per finanziare il servizio pubblico radiotelevisivo... e a quel punto si renderebbero meglio conto della marea di soldi e di sprechi dell'attuale Rai e metterebbero mano, per esempio, alla privatizzazione (gia' chiesta dagli italiani con un referendum) e relativo ridimensionamento ad uno o due canali, cosi' come in quasi tutti i Paesi europei.

Qui il nostro canale web per l'abolizione del canone: http://tlc.aduc.it/rai/

Vincenzo Donvito, presidente Aduc




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Redazione del CorrieredelWeb.it


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