Cerca nel blog

lunedì 18 febbraio 2008

Femminismo e femminilizzazione nella scuola italiana



FEMMINISMO E FEMMINILIZZAZIONE NELLA SCUOLA ITALIANA
 
Probabilmente, occuparsi oggi di  "femminismo" potrebbe risultare addirittura demodé. Nel senso che, per quanto si  possa sollevare un problema reale, oggettivo, l'approccio rischierebbe di  essere già superato e "scorretto" in partenza.

Non c'è dubbio che  numerosi segnali anche recenti indicano in modo inequivocabile come, malgrado la  presenza femminile nei diversi settori lavorativi della nostra società sia in  netto aumento, quando si tratta di ruoli decisionali, l'uguaglianza tra i sessi  sembra essere un traguardo ancora distante.
E' assolutamente innegabile come in  tutti gli ambiti lavorativi e sociali i maschi detengano e proteggano a denti  stretti le posizioni di maggior prestigio, privilegio e potere.

La discriminazione diventa un dato ancora più evidente quando ci si addentra  nel campo della politica, ma soprattutto ai vertici del potere  politico. Infatti, tranne rare eccezioni, i vari "boss" dei partiti politici più diffusi ed egemoni in Italia sono quasi tutti elementi maschili(sti). Ciò è purtroppo vero anche per gli ambienti della cosiddetta "sinistra radicale",  compresa Rifondazione (ex)comunista, i cui quadri dirigenti sono  stabilmente in mano agli uomini.

Nel contempo, laddove esiste una netta  prevalenza femminile, ad esempio nel settore della scuola, il rapporto di potere  è inevitabilmente rovesciato: infatti, sono in crescente aumento i dirigenti  scolastici donna. Tuttavia, a riguardo mi sono formato alcune convinzioni che,  all'apparenza, potrebbero risultare invise alle più accese "femministe".

Mi riferisco alla realtà della scuola italiana, soprattutto a livello dei primi  ordini di scolarità: scuola dell'infanzia, scuola primaria e secondaria di I  grado. In tale contesto la femminilizzazione è  un dato dominante, quasi assoluto. Si pensi alle scuole materne, laddove gli  elementi maschili sono completamente assenti, oppure alle scuole elementari,  dove i maestri costituiscono una nettissima minoranza.

Ebbene, io sono convinto  che uno tra i principali problemi della scuola italiana (non l'unico, è ovvio)  sia rappresentato proprio dall'eccessiva femminilizzazione.  
Mi spiego meglio. Altrove, ad  esempio in Francia o in altri stati nord-europei (in modo particolare nei paesi  scandinavi) la presenza maschile è senza dubbio più consistente e, in alcuni  casi (si pensi ad esempio alla Norvegia), addirittura massiccia.

La ragione si intuisce e si spiega abbastanza  facilmente. In tali paesi gli emolumenti assegnati agli insegnanti sono  indubbiamente più convenienti ed appetibili, per cui gli uomini aspirano in  maggior numero ai posti di insegnamento, a differenza del nostro paese, dove gli  stipendi retribuiti alla classe magistrale sono a dir poco indecenti e  miserabili. Ebbene, lo scarso valore (anche e soprattutto economico)  riconosciuto alla professione docente in Italia, deriva (almeno in parte)  proprio dalla eccessiva femminilizzazione presente nella scuola.

Infatti, le donne che insegnano  sono nella quasi totalità madri e donne sposate, ossia impegnate ad attendere  alle faccende domestiche e ad accudire la prole, relegate dunque in ruoli  marginali e secondari rispetto ai coniugi, che magari svolgono funzioni più  "importanti" e più remunerative sul piano economico-professionale. Pertanto, le  insegnanti che sono anche mogli e madri non hanno molto tempo, né voglia per  dedicarsi ad attività sindacali e sociali, e tanto meno per occuparsi di  politica.

Per le medesime ragioni, quando si tratta di lottare, di scioperare e  rivendicare i propri sacrosanti diritti sindacali, per ottenere miglioramenti  nella propria condizione economico-lavorativa, le insegnanti (in gran parte  mogli e madri) tendono a sottrarsi e a disimpegnarsi in modo determinante, per  cui il potere contrattuale e sindacale della categoria si è ridotto progressivamente.

Non a caso le adesioni agli scioperi nel comparto scuola sono  sempre molto più basse rispetto ad altri settori lavorativi, laddove la presenza  maschile è nettamente più elevata. Si pensi ad esempio alle industrie  metalmeccaniche o ad altri ambienti di lavoro.
Naturalmente, il mio non vuol  essere un atto d'accusa nei confronti della presenza femminile nella scuola e  nella società italiana, anzi.

Il mio intento è esattamente quello  di ridestare le coscienze assopite, o distratte da troppi impegni (familiari e  di altra natura), delle donne, siano esse insegnanti, madri e mogli, siano esse  single, perché la liberazione della società passa anche e soprattutto attraverso  l'emancipazione crescente ed effettiva delle donne dalla condizione di  marginalità e subalternità a cui ancora sembrano essere costrette in gran  parte della società italiana, nei vari ambiti lavorativi e  professionali, ma ancor più sul versante del  potere politico-decisionale.
 
Lucio Garofalo <garofaloluc@tiscali.it>

Nessun commento:

Posta un commento

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *