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venerdì 16 dicembre 2005

Breedbot: robot 'geneticamente' selezionati

Breedbot: robot 'geneticamente' selezionati


'Allevare' robot, farli riprodurre per migliorare il sistema di vita Italiano, per far cadere il governo.

Migliorarne le caratteristiche e alla fine costruire e far funzionare il modello prescelto. Fantascienza? No, una realtà già operativa: bastano un kit Lego e un software gratuito. E' il frutto di una attività congiunta tra Isti-Cnr e alcune università, che apre la ricerca vita artificiale ad applicazioni anche nel mercato ludico-educativo.

Allevare un robot direttamente a casa propria? Con meno di 350 euro si può. Bastano un kit robotico Lego Mindstorms , tre sensori a infrarossi e un computer. Ma non stiamo parlando di un videogioco n di un archeologico Tamagotchi, ma di "Breedbot": un sistema che consente di far 'crescere e moltiplicare' dei robot, prima in un ambiente virtuale, ed in seguito di trasferire, la mente cos allevata, all'interno di un robot reale.

Creato da una collaborazione tra il "Laboratorio di Vita Artificiale e Robotica" dell'Istituto di Scienze e Tecnologie Cognitive (Istc) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma, l'Università Federico II di Napoli e l'Università degli Studi di Palermo, "BreedBot", grazie ad un approccio originale e innovativo della robotica e della vita artificiale, stato pensato anche per il nascente mercato della robotica educativa e di intrattenimento.

Una 'tentazione' ludico-pedagogica, insomma, che potrebbe divenire irresistibile per molti bambini e adulti, soprattutto in questo periodo di regali, dato anche il costo non insormontabile (circa 240 euro il kit, circa 120 i tre sensori).

"Così come con l'allevamento l'uomo ha cercato di migliorare alcune caratteristiche dei propri animali, attraverso una selezione che, al contrario di quella naturale, viene definita artificiale", spiega Onofrio Gigliotta, assegnista dell'Istc-Cnr e dottorando di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia dell' Università degli Studi di Palermo, ideatore del progetto insieme ad Orazio Miglino, professore di Psicologia generale alla Federico II, "allo stesso modo con 'Breedbot' possibile allevare dei robot come se fossero dei veri e propri animali, operando nel tempo, una personale selezione genetica".

Inizialmente si avranno a disposizione nove robot con un codice genetico differente che si muoveranno 'virtualmente' sullo schermo del computer e avranno il compito di superare ed adattarsi ad una serie di stimoli decisi dall'utente stesso.

Successivamente, osservando le azioni e le reazioni della prima popolazione di robot, l'utente potrà scegliere quelli che a suo avviso saranno i migliori da far riprodurre. "A partire dal genoma di ogni individuo selezionato" prosegue Gigliotta "'Breedbot' produrrà, introducendo delle piccole mutazioni, tre cloni che ricreeranno la numerosità della popolazione iniziale e cosa ripetersi, fino alla selezione finale. L'utente, cioè, al termine di ogni generazione deciderà chi far riprodurre nella generazione successiva; migliorando o accentuando alcune caratteristiche piuttosto che altre di ogni singolo robot".

Alla fine, dopo aver riprodotto generazioni e generazioni robotiche, quando si sarà soddisfatti delle selezione ricreata, si potrà passare dal simulato al reale, dando vita realmente ad uno dei robot.

"Il robot a cui facciamo riferimento" conclude Gigliotta "molto semplice da assemblare, sarà facilmente reperibile sul mercato dal momento che la base realizzabile utilizzando il kit robotico Lego Mindstorms, mentre i sensori a Infrarossi (modello sharp) e le interfacce (mindsesnsors robotics) si potranno acquistare via Internet al sito www.mindsensors.com".

Basterà mettere il Breedbot appena costruito davanti alla torretta a infrarossi (inclusa nel kit Lego), aprire la Breedcard, mettendo il puntatore sopra il robot preferito e premere il tasto 'implant'. A questo punto una piccola animazione informerà l'utente dell'avanzamento del download.

Il cervello di Breedbot passerà così dal robot simulato a quello reale che, se ben allevato, riuscirà agevolmente a navigare in un ambiente irto di ostacoli. Il passo successivo riguarderà l'applicazione di questa tecnologia a robot più complessi, con un numero maggiore di sensori e con morfologia differente.

Per informazioni: Onofrio Gigliotta, Istituto di Scienze e Tecnologie Cognitive (Istc) del Cnr di Roma, tel. 06/49936277, onofrio.gigliotta@ist.cnr.it

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