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sabato 31 marzo 2007

E-commerce UE: verso una tutela transnazionale

UE: verso una tutela transnazionale


La tutela del consumatore per gli acquisti a distanza, e quindi anche online, è garantita da leggi e norme nazionali. Ma il quadro cambia nel caso di acquisti transnazionali. Ora è l'UE a prendere l'iniziativa.

(www.shinynews.it) L'Unione Europea ha lanciato lo scorso 8 febbraio un proprio "Libro Verde sulla revisione dell'acquisto relativo ai consumatori". Lo scopo di questa documentazione è quello di avviare un confronto in tutti i Paesi dell'Unione sulle norme, le applicazioni pratiche e le consuetudini relative alla tutela dei consumatori nell'e-commerce, con particolare riguardo agli acquisti svolti in stati membri diversi da quelli di appartenenza. I commenti, le osservazioni e le risposte ad alcuni quesiti diretti posti nel libro verde serviranno da base per le valutazioni degli esperti nella redazione di una proposta di revisione che interessa otto direttive UE.

L'obiettivo per gli utenti

Equilibrio tra tutela dei consumatori e competitività delle aziende: questo in pratica è l'obiettivo complessivo del riesame. Al tempo stesso, naturalmente, viene mantenuto saldo il principio di sussidiarietà. Che cosa significa questa formula? In teoria, alla fine del riesame, dovrebbe essere possibile dire ai consumatori dell'UE "Ovunque vi troviate nell'UE o ovunque facciate acquisti a partire dall'UE non fa nessuna differenza: i vostri diritti essenziali sono gli stessi". Questo è quanto dichiarato espressamente nel testo del libro verde. Ogni cittadino dell'UE, che acquisti in ogni Paese dell'UE, deve avere un livello di protezione e tutela elevato. I consumatori cioè dovrebbero potersi avvalere di diritti equivalenti, e avere l'accesso a vie di ricorso equivalenti nel caso che una transazione finisca male.

E per le aziende

Al tempo stesso anche le imprese, e in particolare le PMI, devono potersi avvantaggiare di un contesto normativo chiaro, equo ed armonizzato tra tutti i Paesi, con una netta semplificazione di procedure e regole al fine di ridurre i costi. Tutto ciò rappresenterebbe un passo in avanti forte verso la possibilità di commerciare apertamente e agevolmente tra i vari Paesi UE, e in definitiva risponde all'esigenza di mercato comune che sottintende all'Unione Europea stessa.

I dati di partenza

Questa opera di revisione non si fonda solo sulla percezione dei legislatori europei. Una recente indagine condotta dall'istituzione rende conto di un 33% di imprese che si rifiuta di vendere beni o servizi a consumatori che non risiedono nello stesso Paese. Dalla parte dei consumatori, il 26% ha acquistato beni o servizi in altri Paesi, ma solo il 6% lo fa con l'e-commerce. Tutto questo perché ben il 45% dei consumatori non ha fiducia nell'acquisto via Web in altri Paesi, dal momento che è diffusa la convinzione di una minor tutela (56% dei consumatori) o comunque di una difficoltà elevata nell'eventuale soluzione di problemi, dal reclamo alla restituzione, con imprese di altri Paesi (il 71%).

Le linee d'intervento

Visti i problemi e gli obiettivi, su cosa agiranno gli esperti UE per armonizzare le norme transnazionali? Gli aspetti sono molteplici, ma alcuni punti fermi sono già indicati nel Libro Verde.
•  Definire con maggior chiarezza la nozione di consegna, in particolare rispetto ai diritti in caso di consegna ritardata, mancata o parziale;
•  Semplificare e chiarire i termini per la modalità di restituzione dei prodotti, che oggi variano notevolmente all'interno dell'UE (dalla comunicazione al venditore via email all'obbligo di raccomandata postale);
•  Armonizzare le norme per quanto riguarda il diritto di recesso e i costi di restituzione delle merci (oggi variano dalla gratuità per il consumatore all'obbligo di sostenere tutti i costi);
•  Scrivere norme comuni e più semplici per individuare i rimedi a disposizione dei consumatori (in particolare oggi ci sono poche tutele, nei contratti a distanza, sulla verifica delle affermazioni del venditore);
•  Rivedere e armonizzare, in chiave di maggior tutela, le norme sul "periodo di riflessione (o periodo di ripensamento)" entro il quale l'acquirente ha il diritto di tornare sulla sua decisione e di restituire il bene acquistato;
•  Ampliare a nuove questioni la tutela dei consumatori, per esempio l'opportunità di estendere a determinati servizi le garanzie e i diritti che valgono per i prodotti (si pensi alla differenza tra l'acquisto di Cd musicali o di musica scaricata da Internet);
•  Rivedere e chiarire alcune norme relative ad aspetti riguardanti i beni usati venduti in un'asta.

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