PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Francesca Pola
Piero Manzoni e Albisola
Quaderni dell'Archivio Opera Piero Manzoni 1
Milano 2006
Palazzo Reale, Milano
Sala delle Otto Colonne
Venerdì 30 marzo 2007, ore 18.30
Segue buffet ispirato agli Achrome di Manzoni
Evento del Fuori Salone – Miart 2007
COMUNICATO STAMPA
Tra gli eventi del Fuori Salone del Miart 2007, alla presenza dell'Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Vittorio Sgarbi, Venerdì 30 marzo 2007, ore 18.30, viene presentato a Palazzo Reale di Milano, Sala delle Otto Colonne, il primo volume della nuova collana di studi storico-critici edita dall'Archivio Opera Piero Manzoni: Piero Manzoni e Albisola di Francesca Pola.
Presentano il libro Bruno Corà, Direttore del CAMeC, Centro di Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia, Flaminio Gualdoni, storico dell'arte, Uliano Lucas, fotoreporter che ha documentato numerose occasioni dell'attività artistica di Piero Manzoni e il suo tempo, ed Eva Sørensen, artista danese che grazie all'intervento di Piero Manzoni ha iniziato a lavorare in Italia e ad Albisola.
Saranno inoltre presenti, accanto a Francesca Pola, autrice del volume, Elena e Giuseppe Manzoni di Chiosca, curatori dell'Archivio Opera Piero Manzoni e Rosalia Pasqualino di Marineo, coordinatrice della collana.
Il libro, realizzato grazie al sosegno di Byblos Art Gallery e consultBANK, inaugura la nuova collana, promossa dall'Archivio Opera Piero Manzoni, che intende approfondire aspetti specifici inerenti l'opera dell'artista, attraverso contributi originali che indaghino gli scambi e le relazioni internazionali di cui Manzoni è stato, tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta del secolo appena concluso, protagonista indiscusso.
Il libro Piero Manzoni e Albisola è nello specifico una ricostruzione dell'attività artistica di Piero Manzoni legata al contesto albisolese, dalla quale emerge la centralità di questa relazione per l'evolversi stesso della sua creatività.
Attraverso una puntutale verifica delle fonti bibliografiche, documentarie e testimoniali, non solo è stato possibile ricostruire storicamente le vicende biografiche e l'attività espositiva di Manzoni in contesto albisolese, ma anche e soprattutto documentare una serie di importanti relazioni ad esso legate e ritrovare opere e documenti inediti (fotografie d'epoca, lettere autografe, ecc.), che costituiscono un ulteriore contributo alla conoscenza del lavoro dell'artista, come ad esempio quelli che hanno permesso di ristabilire con precisione la corretta cronologia dei due numeri della rivista Azimuth.
Il legame del percorso creativo manzoniano con il contesto albisolese emerge a partire dalle vicende giovanili, di cui Manzoni racconta in alcune pagine di un diario inedito, per arrivare alla mostra in occasione della quale viene presentato il Manifesto di Albisola Marina del 1957. Esistono opere dei primi anni Cinquanta eseguite in loco e ne sono state ritrovate altre del cosiddetto periodo nucleare, esposte proprio in occasione della mostra del 1957.
L'impiego del caolino, materiale ceramico albisolese, caratterizza tra l'altro alcune delle creazioni più significative, come il piatto in ceramica segnato da una linea, realizzato in loco su richiesta di Tullio d'Albisola.
Nel volume si trovano ricostruite le vicende di alcuni achrome legati al contesto di Albisola (tele grinzate, cucite e oggetti), tra i quali un Achrome inedito del 1958 (tela grinzata e caolino), della collezione di Jef Verheyen, che verrà messo all'asta a Milano da Sotheby's.
Si scopre poi la storia di molte opere che sono state esposte per la prima volta ad Albisola.
Le linee, che Lucio Fontana riteneva l'opera più importante di Manzoni, sono state esposte per esempio nel 1959 ed è stato ricostruito quali opere fossero realmente presenti (tra di esse, una linea di m 9,48 acquistata in quest'occasione dallo stesso Fontana). L'anno successivo Manzoni presenta ad Albisola anche i corpi d'aria e la località ligure è in parte luogo di elaborazione del progetto per il Placentarium.
La nota merda d'artista trova altresì la sua prima apparizione pubblica in una mostra albisolese, nell'estate del 1961.
Ad Albisola Manzoni instaura fecondi rapporti con altri artisti di rilievo internazionale e da qui scrive lettere interessantissime a colleghi e amici: alcune di quelle ritrovate sono inedite e si rivelano di grande importanza per la ricostruzione di rapporti, motivazioni e vicende legate all'attività dell'artista.
Con la sua eccezionale ricchezza d'immagini e contenuti, il libro documenta la complessità di rapporti e motivazioni che hanno contribuito in maniera fondamentale all'evolversi della creatività di uno dei protagonisti della scena artistica della seconda metà del XX secolo.
La Boxing Catering che cura l'aperitivo della presentazione, ha studiato un menu tutto bianco, ispirato agli Achrome di Manzoni; tanti piccoli assaggi candidi e un'elegante replica della "Consumazione dell'arte", uova che Manzoni siglava con la sua impronta digitale e distribuiva perché venissero "divorate" dal pubblico.
SCHEDA TECNICA DEL LIBRO
Autore: Francesca Pola
Titolo: Piero Manzoni e Albisola
Riferimento collana editoriale: Quaderni dell'Archivio Opera Piero Manzoni 1, Milano
Anno: 2006
Testo: bilingue, italiano e inglese
Formato: 15 x 21 cm
Pagine: 96
Tavole: 80
Prezzo: Euro 20,00
Per informazioni
Archivio Opera Piero Manzoni
Viale Ranzoni 23 - 20149 Milano
Rosalia Pasqualino di Marineo
t +39 02 40073078 - cell. +39 349.8141872 - archivio@pieromanzoni.org
Per accrediti e materiali
Ufficio Stampa
Arthemisia
Corso di Porta Nuova 16 - 20121 Milano
t +39 02 6596888 - f +39 02 6598300 - press@arthemisia.it
Alessandra Zanchi cell. +39 349 5691710 - az@arthemisia.it
Francesca Pola
Francesca Pola è storica e critica dell'arte contemporanea, curatrice e pubblicista indipendente.
Dal 1999 collabora all'attività didattica e di ricerca dell'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università Cattolica di Milano e Brescia; dal 2003 è Docente di Storia dell'Arte Contemporanea presso l'istituto universitario IES, The Institute for the International Education of Students di Chicago (sede di Milano). I suoi contributi hanno riguardato in particolare la scultura del XX secolo, l'arte americana dagli anni Venti al secondo dopoguerra, le esperienze cinetiche e programmate degli anni Sessanta, le ricerche astratte dagli anni Ottanta a oggi.
L'Archivio Opera PIERO MANZONI
L'Archivio Opera PIERO MANZONI è stato costituito dalla famiglia nel 1992 per curare l'archiviazione delle opere dell'artista. Ne sono curatori Elena e Giuseppe Manzoni di Chiosca, fratelli di Piero e curatrice junior Rosalia Pasqualino di Marineo, nipote dell'artista.
Si occupa di garantire il mercato, archiviando le opere che una commissione di esperti ritiene autentiche e bonificando il mercato dai numerosi falsi in circolazione (da poco la favorevole sentenza del Tribunale di Milano che ordina al baritono Zecchillo la distruzione di 39 opere non autentiche). Nel 2000 ha affidato a Germano Celant la stesura di un Catalogo Generale, che è poi stato pubblicato da Skirà nel 2004.
Oltre all'attento controllo sull'autenticità l'Archivio collabora con musei e studiosi che organizzino mostre e pubblicazione con opere dell'artista, fornendo i materiali e la supervisione necessari.
Raccoglie inoltre documentazione su Piero Manzoni e il suo tempo e collabora e/o promuove ricerche storico-critiche legate all'artista.
Piero Manzoni
Soncino (CR) 1933 – Milano 1963
Piero Manzoni nasce a Soncino (CR) il 13 luglio 1933; dopo gli studi liceali classici presso i Gesuiti, frequenta senza continuità le facoltà di legge e filosofia.
Nel 1956 debutta come artista alla IV Fiera mercato al Castello Sforzesco di Soncino e da lì a poco partecipa al Premio S. Fedele; in questi anni dipinge sagome antropomorfe e quadri con impronte di oggetti (chiavi, chiodi, ecc.). Inizia così un'intensa attività, partecipando a collettive e firmando diversi manifesti con diversi artisti, quali Ettore Sordini, Antonio Verga, Lucio Fontana, Enrico Baj e altri, e aderendo al Movimento Arte Nucleare.
Nel 1958 e 1959 realizza i primi achrome in gesso, caolino e tela grinzata o a quadrati.
Sempre nel 1959, con una mostra di linee, inaugura la Galleria Azimut di Milano, che, insieme alla rivista Azimuth, è da lui voluta e promossa insieme con Enrico Castellani.
Qui espone nel 1960 i corpi d'aria; nell'estate dello stesso anno soggiorna a Herning, in Danimarca, dove – grazie al mecenatismo di Aage Damgaard – può realizzare diverse opere sperimentando materiali inconsueti, tra cui la Linea di 7200 m. Mentre continua la produzione degli achrome, in cotone idrofilo, polistirolo fosforescente e cloruro di cobalto, Manzoni progetta il Placentarium, "teatro pneumatico per balletti di luce, di gas, ecc." e nel luglio 1960 presenta a Milano la Consumazione dell'arte dinamica del pubblico divorare l'arte, performance nel corso della quale offre da mangiare al pubblico uova sode con la sua impronta digitale.
In parallelo a nuovi cicli di achrome (in fibra di vetro e sintetica, peluche, pane, paglia, carta da pacco), nel 1961 Manozni inizia a firmare le persone, rendendole sculture viventi e rilasciando loro un certificato d'autenticità, mentre realizza anche le basi magiche e 90 scatolette di Merda d'Artista, "30 grammi, conservata al naturale". In occasione di un suo secondo soggiorno a Herning, colloca la Base del Mondo, piedistallo capovolto che idealmente sostiene l'intero globo terrestre rendendolo opera d'arte.
Nel 1962 Manzoni progetta con l'editore Jen Petersen un libro dalle pagine bianche Piero Manzoni. The life and the works, mentre vengono pubblicate da Vanni Scheiwiller le 8 Tavole d'accertamento, accompagnate da un testo di Vincenzo Agnetti. Continua a produrre achrome, con batuffoli di ovatta, sassi, pallini di polistirolo.
Il 6 febbraio 1963, improvvisamente, nel suo studio a Milano, Manzoni muore di infarto.
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