LA "NOTA" DEL MESE DI LUGLIO 2007
IL TURISMO NON CHIUDA PER FERIE!
Immaginiamoci Parigi con la Tour Eifell chiusa o Vienna con la ruota del Prater immobile nel parco o Atene col Partendone in vacanza… "se hai voglia di lasciarti andare alle fantasie…" potrebbe commentare qualcuno.
Si tratta proprio di fantasie o sono cose che, come dicevano i latini "mutatis mutandis" nel nostro Paese avvengono per davvero?
Troppe volte è successo di giungere davanti ad un museo, ad uno scavo archeologico, ad una galleria d'arte e scoprire che è chiusa perché è lunedì, perché sono le sedici, perché è festa patronale, perché qualcuno "teneva un problema…".
Troppe volte: non si tratta di un fatto sporadico o causale, purtroppo siamo di fronte ad un sistema perverso che impedisce a molti la piena fruibilità di un territorio che ha nel patrimonio storico, culturale e paesaggistico il proprio punto di forza.
Siamo alla vigilia delle vacanze estive, con milioni di persone, italiane e straniere, in procinto di spostarsi e di recarsi in altre località italiane: stiamo facendo tutto il possibile per assicurare a costoro quello che, in una nazione a forte vocazione turistica, dovrebbe rappresentare un dato di fatto nemmeno da mettere in discussione?
Recentemente, anche nella città dove vivo, è stata organizzata una notte bianca: si è tentato un esperimento e, con l'aiuto di tante persone di buona volontà e dei volontari, si sono messe a disposizione, anche nelle ore notturne, musei, chiese e centri culturali: il successo è stato incredibile.
Non è vero che il "popolo della notte" ama solo discoteche e night: è l'offerta che il più delle volte dirotta i flussi verso certi luoghi piuttosto che verso altri.
Di qui al proposta di "aprire per ferie" con orari continuati i nostri principali luoghi di richiamo storico e culturale: una sorta di rivoluzione copernicana di non impossibile attuazione.
Si tratta di rendere tutto il nostro Paese pienamente fruibile, di predisporre un progetto, che coinvolga i giovani, gli studenti, i precari in un'operazione che, se da un lato produce reddito, dall'altro consentirebbe di incrementare in modo esponenziale l'interesse verso l'Italia.
Non è possibile, al di là tutto, immaginare un Paese meta di così tanti turisti che vengono per apprezzare le nostre bellezze, che crea steccati con orari insulsi impedendo di fruire a pieno del proprio patrimonio.
Così come fa tanta tristezza giungere, in pomeriggi assolati, in certi magnifici scavi, camminare col sudore sulla fronte, "gustare" luoghi pienamente recuperati e scoprire che non vi è nemmeno un banchetto dove acquistare souvenirs o un baretto per dissetarsi.
Eppure anche questo produrrebbe ricchezza, invece (quanti volte è capitato…penso non solo a me!) ci si ferma a parlare con uno sconsolato custode che, quasi disperato, comunque con tanta demotivazione, stacca stancamente il biglietto, sospira e mostra un patrimonio così bello ed invidiabile, quasi abbandonato a se stesso o alla buona volontà di chi ci lavora!
Allora con la mente si corre a certi musei piccoli piccoli che si trovano all'estero, alle "quattro pietre in croce" viste in altre nazioni così ben valorizzate, così pubblicizzate…dove, per entrare, occorre pagare un biglietto caro e salato.
Non fa piacere tutto questo: il recupero turistico del nostro Paese passa anche da qui, dalla piena presa di coscienza che il patrocinio culturale, paesaggistico, storico va valorizzato, va proposto, va…offerto al meglio.
Insomma, se proprio occorre coniare uno slogan…"aperto per ferie" mi pare il più appropriato!
Beppe Tassone
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