Venere Morgantina: Getty museum finisce periodo difficile
L'accordo tra il ministero dei Beni Culturali italiano e il Museo Paul Getty di Los Angeles è stato preceduto la scorsa notte da un "intenso" scambio di fax.
Alla fine è arrivata un'intesa che, secondo il Getty, "mette fine a periodo difficile" nei rapporti con Roma. A raccontarla così è il Los Angeles Times che indica nell'accordo "la più significativa vittoria dell'Italia" nel tentativo di rimpatriare opere rubate e comprate dai musei americani. Oltre alla Venere di Morgantina, il museo di Malibù restituira altre trentanove opere d'arte, tra le quali una statua di Apollo e diversi vasi di fattura greca. "Credo che vi sarà tristezza, per molti oggetti che abbandoneranno la villa. Ma c'è anche soddisfazione per una vicenda che ha trovato soluzione in un modo tale da rilanciare la collaborazione con l'Italia", ha detto il portavoce del museo, Ron Hartwig.
Deve avere fatto effetto, insomma, sugli americani l'embargo minacciato tempo fa da Rutelli con l'avviso ai californiani che se le opere non fossero tornate a casa Roma avrebbe bloccato qualsiasi prestito dall'Italia. Resta negli Stati Uniti, invece, l'Atleta di Lisippo. Per il Bronzo, una soluzione della vicenda è legata al processo che si tiene in Italia a carico di Marion True, ex curatrice del Getty per le antichità. True è stata accusata di ricettazione di opere d'arte. In particolare avrebbe acquistato quarantadue pezzi provenienti dal mercato degli oggetti trafugati, pur conoscendone la provenienza illecita.
"La situazione di Marion è tragica", ha aggiunto Hartwig, "abbiamo cercato di tenere separate le due questioni (restituzione delle opere e processo per ricettazione, ndr.) e concentrarci sulla rivendicazione degli oggetti" da parte dell'Italia, con "la speranza che questo possa avere un impatto positivo" sul processo a Marion True.
AGI
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